Massimo Coppa

DON PATRICIELLO ANTIPATICO ALLE ISTITUZIONI


DON PATRICIELLO ANTIPATICOALLE ISTITUZIONI
C’è qualcosa di sfortunato nel modo in cui don Patriciello viene percepito dalle istituzioni anche se, per fortuna, non sempre e non da tutte. È una specie di Calimero: per quanto faccia di buono, o forse proprio per questo, le circostanze si mettono spesso contro di lui.Mi sembrava ieri, ma con stupore ho scoperto che è stato nel lontano 2012 che il parroco di Caivano e del famigerato Parco Verde, da sempre in prima linea contro la camorra, in una riunione pubblica sul drammatico tema dei rifiuti in Campania, per essersi permesso di chiamare “signora” l’allora prefetto di Caserta, Carmela Pagano, fu duramente rimbrottato dall’allora prefetto di Napoli, peraltro uscente, Andrea De Martino.Con un “off topic” veramente degno di miglior causa, il dott. De Martino sbottò: “Ma quale signora, è un prefetto della Repubblica Italiana. Abbia più rispetto per le istituzioni”. Basito, il sacerdote cercò di giustificarsi: “Ma non era mia intenzione offendere, se vuole posso anche andarmene”; ed il prefetto, tetragono ed indifferente anche alle proteste del pubblico presente, rincarò:  “Può anche andarsene, ma prima cerchi di capire cosa sto dicendo. Chiamandola signora l’ha offesa e ha offeso anche me”.Un’argomentazione surreale, assurda, grottesca e da ancien regime. Ci mancava solo di aggiungere che i campani mangiassero brioches, se non hanno pane…Non ho mai dimenticato quel fatto: era proprio la rappresentazione plastica di quanto le istituzioni ed una burocrazia ottusa ed arrogante possano essere lontane dai bisogni dei cittadini.Don Patriciello incassò, probabilmente offrendo questa umiliazione a Dio, ed andò avanti per la sua strada. Ha continuato a cercare di convertire spacciatori e camorristi, ha recuperato giovani dalla droga e dalla malavita, ha tolto prostitute dalla strada. La camorra lo vessa continuamente ed infatti quest’uomo eccezionale oggi deve vivere sotto scorta.Uno pensa che con un pedigree del genere questo prete, che fa veramente onore alla sua missione di religioso, sia ormai considerato nel miglior modo dalle istituzioni. Invece no.A quanto pare don Patriciello era presente ad un convegno sulla riforma del premierato, tanto voluta dal premier Giorgia Meloni. Mal gliene incolse. Il presidente della Regione Campania (è questo il titolo corretto, anche se lui – come tutti gli altri presidenti di Regione italiani – preferisce “governatore”), De Luca, commentando sui social network quella cornice, ha affermato: “È stato un momento di commozione vedere la Meloni che presenta il suo progetto a noti costituzionalisti, fra i quali ho notato in particolare Iva Zanicchi, Pupo. C’era anche un prete del nostro territorio, conosciuto come il Pippo Baudo dell’area nord di Napoli, con relativa frangetta. Sono momenti davvero imperdibili”.In pratica, il presidente della Campania, invece di esprimere vicinanza, con parole e fatti, ad un sacerdote che vive ed opera assediato dalla criminalità organizzata, lo prende pure in giro!La Meloni ha giustamente commentato che siamo di fronte ad un “segnale spaventoso”, perché le parole di De Luca “deridono un uomo che cerca di combattere la camorra e dare risposte alle famiglie perbene dove quelli come De Luca non sono riusciti a farlo, o non hanno voluto farlo”.Dal canto suo il lider maximo campano non solo non si è scusato, ma ha aggiunto: “Suggerirei a don Patriciello, amichevolmente, di avere un po’ più di ironia” ed inoltre: “Va detto con il massimo rispetto, ma con assoluta e definitiva chiarezza, che apprezziamo le sue battaglie, ma che non ha il monopolio della lotta contro la camorra”.Giusto, infatti notoriamente il presidente De Luca è un alfiere nazionale, anzi, che dico!, mondiale della lotta alla camorra...Non è possibile commentare questo post