Massimo Coppa

Rischio di ingovernabilità per Israele


Le elezioni hanno dato un esito confuso: il Paeseè spaccato a metàRISCHIO DI INGOVERNABILITA’ PER ISRAELE
Il risultato delle elezioni in Israele non poteva essere peggiore. Il Paese si è spaccato a metà e si è consegnato all’ingovernabilità.I seggi della Knesset, il parlamento unicamerale israeliano, sono 120, ed i numeri usciti consegnano un quadro da incubo. Non c’è nessuno che abbia veramente vinto, e la ricerca di una maggioranza appare veramente difficile.Kadima, il nuovo partito di cui la signora Tzipi Livni è diventata leader, ha preso 28 seggi; il blocco di destra del Likud, guidato da Benjamin Netanyahu, ne ha ottenuti 27. Tonfo dei Laburisti, partito storico d’Israele: appena 13 seggi. Clamorosa affermazione di Yisrael Beiteinu, partito ancora più a destra del Likud, per non parlare della conferma del partito religioso Shas.Nessuna delle due macroaree politiche ha conseguito una chiara maggioranza. Il risultato è che dovrà nascere un governo pluripartitico, di coalizione e, come tutte le coalizioni, dovrà quotidianamente fare i conti con i dissidi interni, specie se consideriamo che, sia i conservatori che i progressisti, dovranno comunque stare insieme a formazioni di difficile gestione.Insomma, che vada al governo la Livni o Netanyahu, assisteremo a coalizioni rissose, dove il potere d’interdizione dei singoli partiti, e specie delle formazioni minori, sarà enorme e creerà conflitti permanenti, instabilità, paralisi dell’attività amministrativa e nel processo di pace.Sono problematiche che, storicamente, in Italia conosciamo bene…Nelle mani di Shimon Peres, anziano capo di Stato laburista e personaggio storico, c’è una brutta gatta da pelare: tecnicamente possono nascere due governi di coalizione dai colori politici contrapposti. Come si regolerà? Cercherà indubbiamente di far varare il governo che avrà più probabilità di ricevere la maggioranza parlamentare.Comunque vada, si preannunciano anni di conflittualità accentuata, con ricadute sull’azione di governo. È questo il lascito di una società problematica e lacerata, ma anche di un sistema elettorale che è identico a quello vigente attualmente in Italia: un proporzionale che, per sua natura, condanna alla frammentazione, aggravato oltretutto dal fatto che non ci sono preferenze e che vengono presentate liste bloccate, formate a tavolino dalle segreterie dei partiti, che si avvalgono del loro strapotere. Insomma, il “porcellum” nostrano!