Massimo Coppa

Il Cile si libera dai fantasmi della dittatura


Vince Pinera: la destra non è più sinonimo di golpeIL CILE SI LIBERA DAI FANTASMI DELLA DITTATURA
Anche questo è un segno del mondo che cambia: il Cile ha mandato definitivamente in soffitta le paure della dittatura di destra, scegliendo alla presidenza (anche se con un vantaggio minimo) Sebastian Pinera, il candidato del centrodestra.Certo, Pinera non ha stravinto: evidentemente i fantasmi dell’epoca di Pinochet aleggiano ancora (un suo fratello fu addirittura ministro nei governi del generale golpista), ma non sono più politicamente significativi; o, almeno, non sono più determinanti.E’ anche ovvio ed evidente (ma non per chi ha vissuto in prima persona gli anni del governo autoritario) che una destra moderna e democratica, in un Paese dalle solide istituzioni, non ha nulla a che vedere con regimi pseudo-fascisti; e tuttavia ci è voluto un certo coraggio civile a buttarsi alle spalle un’epoca che non risale ad evi geologici addietro, ma che si è ufficialmente conclusa appena nel 1990. Da allora, per una sorta di sistema immunitario auto-indotto, era stato il centrosinistra a governare il Paese. Ora siamo all’alternanza. E’ l’alba di una nuova era per il Cile? C’è da credere che lo sia; e però non bisogna trascurare un pericolo: che il nuovo presidente possa incarnare una specie di berlusconismo in salsa latino-americana. Pinera è infatti un uomo molto ricco, un imprenditore, un proprietario di televisioni e di squadre di calcio: insomma, una persona brillante che incarna, almeno in nuce, germi di caudillismo mediatico moderno.