Massimo Coppa

Ad Ischia muore un bagnante e la gente continua la giornata al mare, come se niente fosse


Succede ormai una volta all’anno e dappertutto: da quando noi italiani siamo diventati così cinici?AD ISCHIA MUORE UN BAGNANTE E LA GENTE CONTINUA LA GIORNATA AL MARE, COME SE NIENTE FOSSE
Oggi sono andato, con mia moglie, i miei suoceri, mia cognata ed i miei nipotini (una combriccola infernale, come si può ben capire) a passare una giornata in un famoso parco termale-marino dell’isola d’Ischia, il mio paese.Il parco in questione è enorme, e noi ci siamo sistemati lungo una piscina dalle dimensioni olimpiche; eravamo quindi abbastanza lontani dal mare e dal tratto di spiaggia in concessione al parco, ma abbiamo comunque appreso che si era verificata una tragedia: un signore, peraltro non ancora identificato, corpulento e apparentemente intorno ai sessant’anni, è annegato forse a causa di un malore.Era un sub dilettante, ed alcuni clienti del giardino termale l’hanno trascinato a riva. Testimoni diretti mi hanno riferito che era evidente che fosse già morto. Purtroppo ci sono volute delle ore affinché la burocrazia giudiziaria consentisse lo spostamento della salma.Nel frattempo, sapete cos’è successo? Quello che accade ormai almeno una volta all’anno in varie località marine, suscitando la giusta (ma evidentemente inutile) indignazione dei media: la gente, tutt’intorno, ha continuato a godersi la giornata al mare come se niente fosse.Mi rendo conto che il costo del biglietto, effettivamente elevato, potesse scoraggiare dal bel gesto di tornarsene a casa: magari c’è chi ha aspettato una settimana intera di duro lavoro, o di più, per concedersi una giornata in piscina, per cercare un po’ di relax, e non gli andava di gettare via i soldi ed andar via (il rimborso da parte del parco termale era, di certo, fuori discussione).E però, vedere che i bagnanti non hanno nemmeno abbandonato gli ombrelloni a ridosso della salma per spostarsi, magari, qualche decina di metri più in là, mi è sembrato una nota incredibilmente stridente col concetto di umanità e di cristiana pietà.C’è chi è rimasto a prendere il sole, chi a fare il bagno, chi a gironzolare per le piscine, ma senza spostare la propria base costituita dall’ombrellone nei pressi della tragedia. E dire che quando il corpo è stato trascinato a riva, di spazi liberi ce n’erano ancora molti, nel parco.Ognuno è rimasto al suo posto, senza particolari patemi d’animo, senza porsi alcun problema: con in più, magari, quella scarica di eccitazione causata dall’avvenimento drammatico fuori programma. Il tutto, arricchito dal venticello del pettegolezzo sulla dinamica dell’accaduto; un venticello che assomiglia a quello della calunnia musicata da Rossini nel “Barbiere di Siviglia”: un’”auretta assai gentile che insensibile, sottile, leggermente, dolcemente, incomincia a sussurrar”.Da quando siamo diventati, noi italiani, così cinici ed indifferenti?