Massimo Coppa

L’allarme sulla “marea nera” era esagerato?


Il petrolio fuoriuscito in mare è quasi tutto scomparso, distrutto dall’uomo o deterioratosi naturalmenteL’ALLARME SULLA “MAREA NERA” ERA ESAGERATO?
Per mesi ci hanno terrorizzato con la notizia della “marea nera”, questo spietato Leviatano che stava distruggendo ogni forma di vita nel Golfo del Messico, invadendo le spiagge della Louisiana e della Florida con ondate di catrame. Si argomentava che fosse la più grossa catastrofe petrolifera marina mai accaduta e che nulla sarebbe più stato come prima. La fine di tutto: di quel tratto di mare, di tutti i suoi esseri viventi, della pesca, del turismo e persino dell’industria dei gamberi. Non sono mancati, ovviamente, gli ecologisti che ripulivano il classico cormorano con le alette impastate di pece nera.La Casa Bianca aveva lanciato l’allarme rosso, la British Petroleum era diventata l’azienda più odiata al mondo (nonostante l’esplosione della piattaforma petrolifera fosse stata, in definitiva, un incidente), uomini e mezzi erano stati lanciati, senza risparmio, nell’operazione di contenimento della “marea nera”: ma a quanto pare tutto era insufficiente, se non inutile.Ebbene, ora sono stati ufficializzati dati che fotografano la situazione. Innanzitutto, e finalmente, il pozzo di petrolio sul fondale marino è stato chiuso.Dopo quattro mesi, di tutta l’ingente massa di greggio fuoriuscita in mare resta solo il 26 %. Il 33 % è stato eliminato o recuperato dall’azione dell’uomo; il 41 % si è deteriorato e dissolto spontaneamente.La valutazione viene da un panel di 25 scienziati del governo americano ed indipendenti: quindi è da considerarsi altamente attendibile.Abbiamo dunque esagerato? Un bel po’, come sempre accade in questi casi. Ogni volta che del petrolio finisce in mare si ascoltano toni apocalittici, da fine del mondo: se ogni volta la situazione fosse davvero così grave, i mari di tutto il mondo sarebbero già morti da un pezzo.Anche se nessuno lo dice mai, la verità è che il petrolio (specie se non ancora raffinato) è comunque un elemento di origine organica e, come tale, si degrada in mare.Questo non significa, naturalmente, che i problemi non ci siano. Ma forse si dovrebbe cercare di evitare i toni drammatici, anche se questi convengono a molti: ai mass media che, così, aumentano l’audience; ed agli ambientalisti di professione i quali, in questo modo, appaiono indispensabili (e ricevono finanziamenti).