Massimo Coppa

Il premier israeliano proclama con orgoglio: ho sempre sabotato gli accordi di pace


Un filmato amatoriale lo incastra: eppure non si è dimesso e l’opinione pubblica non sembra essere rimasta impressionata dal fattoIL PREMIER ISRAELIANO PROCLAMA CON ORGOGLIO: HO SEMPRE SABOTATO GLI ACCORDI DI PACE
Può il premier di un Paese democratico e totalmente coinvolto nelle vicende del Medio Oriente, affermare, in un’occasione apparentemente privata, di aver deliberatamente sabotato i piani di pace previsti per l’area e di esserne addirittura orgoglioso?È accaduto in Israele. Lo “scandalo” risale al mese di luglio, ed oramai siamo quasi a settembre: eppure non è accaduto niente di particolare a Benjamin Netanyhau. E’ rimasto al suo posto, non ha dato spiegazioni e, eccetto che da qualche media israeliano, nemmeno gli sono state chieste.Eppure il fatto è di una gravità inaudita, e la permanenza di Netanyhau a capo del governo fa seriamente dubitare del livello e della qualità delle istituzioni democratiche nello Stato ebraico.Nel 2001, in visita ad un insediamento ebraico nei Territori Occupati, e credendo che la telecamera amatoriale presente all’incontro fosse spenta, l’attuale primo ministro israeliano (che in quel momento non era al governo), seduto nel salotto di un’abitazione, proclamava in sintesi che gli Stati Uniti (storico alleato di Israele) non sono un problema: se si mettono di traverso ai desideri dello Stato ebraico è facile manipolarli opportunamente e portarli sulle posizioni di Gerusalemme.Quindi l’attuale premier si vantava di aver sempre sabotato e di aver sempre remato contro gli accordi di pace di Oslo, uno dei più seri tentativi mai fatti nella regione e tuttavia sostanzialmente fallito. Il messaggio elettorale ai presenti era implicito: io sono con voi, mi opporrò sempre ai palestinesi e proseguirò nella mia politica di favorire gli insediamenti ebraici nei territori arabi.Questo degli insediamenti è uno dei problemi più spinosi per Israele, per i palestinesi e per la pace nell’area. Da sempre nascono colonie ebraiche in luoghi arabi occupati dalle truppe con la stella di Davide dopo la “Guerra dei Sei Giorni” del 1967: oggi diremmo che si tratta di una strategia di pulizia etnica, rivolta ad “ebraizzare” quei territori e ad espellere di fatto la popolazione residente originariamente. La questione è sempre stata scabrosa e fonte di guai di ogni tipo, anche per gli stessi statisti israeliani: nei decenni, a seconda dei governi, sono state praticate politiche restrittive o di favoreggiamento verso le colonie ebraiche.Ma mai, prima d’ora, un primo ministro era stato beccato sul fatto a dire chiaramente che lui, della pace, di Oslo, delle pressioni americane e dei palestinesi se ne frega altamente. Un personaggio del genere dovrebbe dimettersi: con quale credibilità si accinge in questi giorni a volare negli Stati Uniti per un’altra tornata di colloqui con Obama e la Clinton avente ad oggetto la pace nell’area? Proprio oggi, sui media israeliani, si legge la seguente affermazione di Netanyhau: “Abbiamo l’occasione di raggiungere una pace che durerà per generazioni”!L’ipocrisia è un fattore assolutamente complementare ai politici di ogni latitudine: e però su argomenti così delicati, ed in un luogo dove si vive da sempre sul filo del rasoio, un fatto del genere è oggettivamente grave.Il filmato è stato trasmesso dall’emittente televisiva israeliana Canale 10, ed è visibile su Youtube (con sottotitoli in inglese).