Massimo Coppa

Fiorella Mannoia ad Ischia, una serata da ricordare


Una performance di quasi due ore, nella qualele cover hanno fatto la parte del leoneFIORELLA MANNOIA AD ISCHIA, UNA SERATADA RICORDARE
Ieri sera Fiorella Mannoia si è esibita ad Ischia, in un concerto gratuito in una piazzetta del centro: in realtà l’evento è stato patrocinato, organizzato e finanziato dalla Provincia di Napoli, e questo è stato sottolineato più volte sul palco e sui mass media locali (con evidente caduta di stile); la stessa Mannoia, alla fine, ha “dovuto” ringraziare, oltre che il Comune, la Provincia per averla ospitata. Circostanza paradossale, visto che la Provincia di Napoli è attualmente retta dal centrodestra, mentre la cantante è notoriamente di simpatie sinistrorse.Gli organizzatori hanno ben pensato di sistemare posti a sedere, cosicché lo spazio della piazza, già piccola di per sé, si è ulteriormente ristretto, ed in centinaia hanno dovuto accalcarsi, in piedi, fuori dall’area dei fraccomodi.Questa è una cosa che non ho mai capito: ai veri concerti si sta in piedi. Che senso ha mettere le sedie? È per riservarle alla casta dei politici e degli imprenditori? Se ne stessero in piedi pure loro! O è per persone avanti con gli anni? Dubito che vadano ad un concerto.La serata ha superato ogni aspettativa. È accorsa una folla
entusiasta, e la Mannoia è stata molto disponibile e simpatica, senza alcun atteggiamento da diva, per una performance che ha sfiorato le due ore complessive. Purtroppo il suo timbro di voce aveva una potenza inferiore al solito, anche se in pochi ci hanno fatto caso.Affiancata da una band di buon spessore tecnico, nel concerto della Mannoia la parte del leone l’hanno fatta le cover di brani famosi, sulla scia del suo ultimo album, “Ho imparato a sognare”, nel quale appunto si cimenta con questo genere; ma non sono ovviamente mancati i suoi successi più conosciuti.Quasi tutti i brani sono stati reinterpretati e arrangiati in versioni nuove, con risultati alterni: in alcuni casi positivamente sorprendenti (come la versione rallentata e struggente di “Via con me” di Paolo Conte o di “Pescatore”, un tributo a Pierangelo Bertoli), ma in altri con esiti pessimi e lontani dalle sue corde (come in “Clandestino” di Manu Chao). Molto riuscite e toccanti sono state le interpretazioni
di “Sally” di Vasco Rossi, di “Cercami” di Renato Zero e “La storia siamo noi” di Francesco De Gregori.Dal suo repertorio di riferimento l’interprete romana ha attinto in misura minore, ma sempre pescando nel meglio. Particolarmente indovinati ed apprezzati dal pubblico sono stati successi come “Quello che le donne non dicono”, “Come si cambia”, “I treni a vapore” ed “Il cielo d’Irlanda”. Qualcuno ha manifestato un po’ di delusione per la mancanza di “Caffè nero bollente”: ma è una critica ingenerosa.(Le pessime foto “vintage” qui riprodotte sono state da me scattate col mio modestissimo cellulare)