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Post N° 994

Post n°994 pubblicato il 28 Novembre 2008 da massimocoppa

Guardare oltre le apparenze: cosa ci insegna il caso indiano
IL TERRORISMO MONDIALE E' VIVO,
MA NON VINCENTE


Qual è il significato geopolitico e strategico di quanto sta avvenendo in India?

Il terrorismo internazionale di matrice islamica fondamentalista è in una fase di diminuzione. Sembra assurdo dirlo proprio in questo momento, ma dobbiamo essere capaci di guardare oltre le apparenze. Non dobbiamo farci ingannare dalla spettacolarità di quanto sta avvenendo a Bombay. E’ un’azione apparentemente ben congegnata, ma in realtà siamo semplicemente di fronte a 25 terroristi che non hanno paura di morire: questa è la loro unica forza.

Ma per il resto? Sostanzialmente hanno assaltato nel modo più convenzionale, avvalendosi del fattore sorpresa, degli alberghi di lusso. Non sono certo obiettivi assai sorvegliati, ne ci è voluta una particolare organizzazione tecnologica e militare per farlo: è un’azione che persino la camorra napoletana è in grado di organizzare facilmente (salvo la mancanza dell’elemento fanatico e suicida degli esecutori, va da sé).

Il tutto è poi accaduto in un Paese in via di sviluppo, non nel cuore dell’Occidente o degli Stati Uniti.

Detto questo, sarebbe un gravissimo errore pensare di poter abbassare la guardia. Se il terrorismo mondiale batte in ritirata ed organizza qualche sanguinoso colpo di coda, è proprio perché non gli si dà tregua. Se gli Stati Uniti si ritireranno dall’Iraq è perché, finalmente, l’operazione di costruzione di una nuova realtà statuale e democratica sta riuscendo. Ben diverso è il caso dell’Afghanistan: lì i talebani sono di nuovo fortissimi e, incredibile a dirsi, popolari. Davvero non si comprende l’arroganza del presidente Karzai, che qualche giorno fa ha chiesto agli Stati Uniti di andarsene. Come pensa di garantire l’ordine e la sicurezza del Paese, visto che l’autorità del governo di Kabul arriva a trenta chilometri dalla capitale?

La storia ci insegna che il terrorismo è sempre esistito, sin dall’antichità, e non può essere mai totalmente sconfitto, proprio per la sua natura infida e di facile perpetuazione. Tuttavia può essere ridotto a livelli “fisiologici”, anche se è un termine orribile, visto che parliamo di vite umane. La cosa fondamentale è non consentire, nei limiti del possibile, l’organizzazione di intere aree del pianeta dove la macchina organizzativa del terrore possa strutturarsi tranquillamente. Il mondo civile deve continuamente colpire, quantomeno con operazioni di polizia, il riorganizzarsi della piovra terroristica.

La sfida è enorme e, soprattutto, dovremo abituarci a convivere per molti anni con una situazione in continuo perpetuarsi. Le operazioni di polizia internazionali, gli impegni militari, il tentativo di impiantare istituzioni democratiche e sviluppo in aree carenti, allo scopo di debellare la mala pianta dell’illegalità, del fanatismo e della violenza, sono azioni che toccano alla responsabilità dell’Occidente, ma anche della Russia e della Cina. Insomma, la più vasta leadership possibile del mondo dovrà continuare a caricarsi di questo fardello.

La novità terribile, che si è manifestata a partire dagli anni Ottanta del Novecento ed è culminata nel terribile simbolismo dell’11 settembre 2001, è che bisogna oggi fare i conti con un terrorismo fanatico e religioso. Negli anni Settanta si sono avuti atti di terrorismo di eccezionale gravità, e sembrava avessimo toccato il fondo. Invece, è proprio vero che al peggio non c’è mai fine. Quello era un terrorismo laico e nazionalista, dove venivano fatte richieste difficili da esaudire, ma tecnicamente possibili ed eticamente addirittura condivisibili: un caso classico era il terrorismo palestinese, con la richiesta di uno Stato palestinese. Quei terroristi trattavano, non volevano morire. Oggi, invece, abbiamo richieste impossibili da soddisfare (“che tutto il mondo diventi islamico o muoiano tutti”), formulate da fanatici che desiderano morire immolandosi, perché così andranno in Paradiso. La sfida è epocale, e non sarà con il pensionamento di Bush che verrà archiviata. Il pericolo è sempre presente, e lo stesso Obama, vedrete, dovrà farci i conti.

 
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Commenti al Post:
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 29/11/08 alle 02:01 via WEB
Par quasi che abbiano concesso una tregua per le elezioni americane. Se un attentato come quello di Mumbai fosse stato organizzato la settimana prima delle elezioni non credo che avrebbe vinto Barak... Gerolamo Cardano
(Rispondi)
 
massimocoppa
massimocoppa il 29/11/08 alle 11:48 via WEB
Ma se pensano che Obama sarà più tenero credo che si sbaglieranno. La situazione non consente mollezze.
(Rispondi)
 
principe69_9
principe69_9 il 29/11/08 alle 12:29 via WEB
Credo che Obama si debba scontrare con un sistema americano, che è al di sopra di lui.Buon fine settimana, Giuseppe.
(Rispondi)
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 30/11/08 alle 00:57 via WEB
***Datemi il valore del DJ e la situazione americana del 1997 e vi rispondo***: da: http://it.wikipedia.org La Crisi finanziaria asiatica fu una crisi finanziaria, a cui seguì una recessione, che interessò alcuni paesi dell'Est asiatico alla fine degli anni Novanta (a partire dal 1997): nata da una serie di speculazioni finanziarie che provocarono una forte svalutazione della moneta. La crisi provocò un ritiro dei capitali da parte degli investitori stranieri e delle banche, generando un forte indebitamento da parte delle aziende ed una forte recessione economica. Inoltre: L'est asiatico, nei tre decenni precedenti la crisi, era cresciuto più velocemente di qualsiasi altra economia mondiale, abbattendo drasticamente il proprio tasso di povertà ed alzando il reddito medio procapite. L'economia poggiava su solide basi, frutto di politiche governative orientate su un forte risparmio e sulla scelta di investimenti oculati in abito nazionale. Le oscillazioni della congiuntura mondiale furono ben sopportate dalle economie orientali dando origine a quello che fu definito come il "miracolo asiatico". Particolare attenzione era stata rivolta alla ristrutturazione del settore dell'istruzione e alla promulgazione di politiche industriali atte all'annullamento del gap tecnologico con l'Occidente. La regione asiatica potè inoltre riqualificarsi sul piano turistico ed industriale, grazie soprattutto ad un ammodernamento delle vie di comunicazione e dei sistemi di trasporto. Come osservato dall'economista americano Joseph Stiglitz[1] fu inoltre determinante, per il fiorente sviluppo, la capacità di redistribuzione della ricchezza accumulata, che aveva migliorato le condizioni di vita di decine di milioni di abitanti senza trascurare obiettivi di macrostabilità internazionale. Con queste premesse, la crisi scoppiata nel luglio del '97, prese di sorpresa osservatori economici ed istituzioni internazionali, allorché per la regione asiatica, l'FMI aveva pronosticato una durevole e sostenuta crescita economica. ***Datemi il valore del DJ e la situazione americana del 2008 e vi rispondo***: India: Militari e teste di cuoio sono entrati anche nella Nariman House, dove ci sono altri ostaggi. Per la Press Trust of India (Pti), tra gli stranieri feriti ci sono cittadini di Usa, Spagna, Norvegia, Canada, Singapore. Due gli stranieri morti identificati: un giapponese e un australiano. Tra gli ostaggi, 9 sono italiani. Thailandia: nel caos MIO COMMENTO: STESSA CONGIUNTURA ECONOMICA IN AMERICA E STESSA DESTABILIZZAZIONE IN ASIA..... E' UNA COINCIDENZA ? CHI E' LA MANO INVISIBILE O CHIRURGO CHE PER BEN 2 VOLTE OPERA ALLO STESSO MODO?
(Rispondi)
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 30/11/08 alle 01:47 via WEB
Credo che Obama cerchera' di prendersi cura dell'economia, che e' malmessa, come ha promesso di fare in campagna elettorale e per forza di cose dovra' fare un passo indietro a livello internazionale. Gerolamo Cardano
(Rispondi)
 
massimocoppa
massimocoppa il 30/11/08 alle 11:38 via WEB
All'anonimo che ha introdotto un parallelo suggestivo (anche se, mi pare, inscritto nel filone della dietrologia complottistica americana): cortesemente, puoi riformularlo in breve e senza riproporre enormi stralci da Wikipedia? Mi sembra una tesi da approfondire, ma vorrei che la chiarissi meglio. Grazie.
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