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Presto /
anche noi (…) saremo /
perduti in fondo a questo fresco /
pezzo di terra: ma non sarà una quiete /
la nostra, ché si mescola in essa /
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Avremo un silenzio stento e povero, /
un sonno doloroso, che non reca /
dolcezza e pace,
ma nostalgia
e rimprovero
PIER PAOLO PASOLINI
 

 

 

 

 

Cazzarola!

 

 

Messaggi di Agosto 2017

 

Terremoto ad Ischia, il mistero dell’epicentro: prima ad ovest, poi a nord…

Post n°2021 pubblicato il 22 Agosto 2017 da massimocoppa
 

Siamo di fronte ad una copertura? La prima area indicata è scomoda, perché connotata da eventi misteriosi che datano a partire dal primo Novecento
TERREMOTO AD ISCHIA, IL MISTERO DELL’EPICENTRO: PRIMA AD OVEST, POI A NORD… UNO SPOSTAMENTO “POLITICO”?

Il terremoto che ha colpito ieri sera l’isola d’Ischia, dove vivo, presenta degli aspetti misteriosi su cui credo sia il caso di fare il punto.
Poco tempo dopo la scossa che mi ha fatto sobbalzare sul divano, in rete si diffondeva la notizia, data dalla sede romana dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, e rilanciata da agenzie di stampa e siti web d’informazione, che l’epicentro fosse in mare, ad ovest di Punta Imperatore: un promontorio di Forio, Comune occidentale dell’isola d’Ischia. Più precisamente: ad un chilometro di distanza dal Faro di Punta Imperatore.

Di seguito, un’immagine diffusa dallo stesso INGV (il sondaggio a cui si riferisce la didascalia non influisce sulla localizzazione dell’epicentro).

 

Quindi, ricapitolando, l’epicentro era in mare ad occidente dell’isola d’Ischia, nei suoi immediati pressi. Si attribuiva al sisma una potenza di 3,6 gradi della scala Richter.
Dopo un paio d’ore, senza ufficialmente fare riferimento alla precedente localizzazione, si modificava la potenza, elevandola a 4. Cominciavano polemiche, in rete e sui media, per questo ritocco al rialzo. Addirittura, secondo il servizio geofisico americano, saremmo oltre i 4 gradi.

Tuttavia NESSUNO ha notato che l’INGV, probabilmente su input della sua propaggine napoletana, l’Osservatorio Vesuviano, ha spostato anche l’epicentro, localizzato adesso a nord dell’isola d’Ischia, come si vede nell’immagine seguente, presa dal sito dell’Osservatorio Vesuviano.



Dunque, non più a ovest di Ischia, ma a nord. Questo spiegherebbe, in effetti, perché i maggiori danni si siano verificati nei Comuni settentrionali dell’isola, cioè Casamicciola Terme e Lacco Ameno.
Tutto chiarito, dunque? Non proprio.

Si ha come il sospetto di un aggiustamento “politico”.

Quando ho appreso della prima localizzazione, nel mare di fronte alla zona Punta Imperatore-Citara, ho pensato che tutto avesse un senso, alla luce dei dati, seppur frammentari, disponibili su più livelli di conoscenza.

Mi spiego meglio.

Un geologo ischitano, anni fa, affermò pubblicamente che sotto i fondali marini di quella zona c’è un’intensa attività magnetica, probabilmente spiegabile con la presenza di masse magmatiche in movimento, contenenti metalli.

Ma quella zona, grazie ai contributi di due giovani ricercatori isolani, sta assumendo un’importanza dovuta ad una storia assolutamente particolare.

Giulio Grablovitz
era uno scienziato autodidatta triestino, che arrivò a Casamicciola Terme dopo il disastroso terremoto del 1883 e vi restò tutta la vita, creando l’Osservatorio Geofisico locale. Sismologo in tempi pionieristici, è una figura abbastanza conosciuta a livello locale (e non solo), avendo lasciato il segno nella messa a punto di sismografi ante litteram e nella spiegazione di particolari maree tipiche del Golfo di Napoli. Tuttavia il pronipote Paolo Capuano ha scoperto e parzialmente rivelato, in pubbliche occasioni recenti, materiale d’archivio rimasto alla sua famiglia e finora sconosciuto, nel quale si apprende di studi particolari del Grablovitz, relativi a misteriose luci sottomarine, a volte associate a boati, che si verificavano ad ovest dell’isola d’Ischia, quindi anche nella zona di Punta Imperatore.

Il governo italiano ha sempre contrastato queste ricerche del Grablovitz
su argomenti non ortodossi, arrivando ad attribuire luci e boati a mine austro-ungariche durante la Prima Guerra Mondiale. Mine austro-ungariche nel Tirreno?! Una tesi ridicola, a dir poco.

Ancor peggio andò durante il fascismo. L’OVRA, la polizia politica segreta, sequestrò un’enorme quantità di materiale dello studioso, relativamente a questi eventi.

C’è sempre stato, dunque, un interesse delle autorità a coprire questo tipo di fenomeni ed a scoraggiare indagini su di essi.

A dare man forte al Capuano c’è Salvatore Marino Iacono che, nel suo libro “Epomeo, figlio di Agarthi”, punta l’attenzione su un’intensa attività di avvistamento di oggetti volanti e sommersi non identificati, sempre nella zona aero-marina ad ovest di Ischia.

Ricapitoliamo le fila del discorso.

Nel mare ad ovest dell’isola d’Ischia, nelle sue immediate vicinanze, sin dai primi anni del Novecento si avvertono misteriosi boati e si avvistano ancor più misteriose luci.

La geologia contemporanea ci dice che in quella zona ci sono forti anomalie magnetiche e sottolinea la probabile presenza di masse magmatiche.

Il 21 agosto 2017, alle 20.57, si verifica una forte scossa di terremoto che viene localizzata inizialmente proprio ad ovest di Ischia, proprio in quel tratto di mare.

C’è un collegamento tra il sisma ed i fenomeni sopra ricordati?
Chissà.

Certo è che i sismologi, senza spiegare il motivo della prima localizzazione, la spostano da questa “problematica” zona ovest ad una più tranquillizzante zona nord. Si potrebbe pensare che lo spostamento sia stato effettuato distorcendo la realtà dei fatti, per non fornire altri collegamenti tra le misteriose vicende di quell’area ed il terremoto di ieri sera. Si potrebbe supporre che le autorità abbiano imposto l’ennesimo depistaggio di fronte a fenomeni che non devono essere conosciuti dall’opinione pubblica, che non devono essere indagati, che devono essere degradati al livello di sciocchezze, fole, fantascienza per i creduloni.

AGGIORNAMENTO
Contrordine, compagni!
Come se niente fosse, dopo i
dubbi espressi da un luminare come il prof. Luongo, oggi pomeriggio (25 agosto, QUATTRO giorni dopo il sisma) l'Osservatorio Vesuviano afferma che rifatti i calcoli, utilizzando altri modelli, l'epicentro del terremoto è... a Casamicciola, sotto Piazza Maio, come ipotizzato dallo studioso e come è sempre, storicamente stato, per i terremoti ischitani.
Forse sarebbe il caso che qualcuno desse le dimissioni? Per esempio la direttrice dell'Osservatorio, la quale aveva detto che la sismicità di Ischia non è poi questo gran che...


 
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La notte in cui abbatterono il “Vecchio Dixie”…

Post n°2020 pubblicato il 18 Agosto 2017 da massimocoppa
 

LA NOTTE IN CUI ABBATTERONO IL “VECCHIO DIXIE”…

 

 

Per colpa delle violenze dei fanatici suprematisti bianchi americani (che già basterebbe a ridicolizzarli, in eterno, la famosa battuta dal film “The Blues Brothers”: “Io li odio, i nazisti dell’Illinois…”), adesso le statue di grandi personaggi della Guerra di Secessione verranno abbattute di giorno in giorno, di ora in ora, con rinnovata lena.

Mi dà un fastidio enorme pensarla come Donald Trump, ma effettivamente, così facendo, si calpesta la storia e la memoria di un evento cruciale per gli Stati Uniti, dopo il quale divennero il grande Paese che conosciamo, la superpotenza che amiamo e detestiamo.

Non è certo questa la sede per una disamina delle cause e delle responsabilità di quel conflitto; non dobbiamo rintracciare torti e ragioni, anche perché sono evidenti.

Premesso che alcuni personaggi sono impresentabili e di certo non riscuoteranno la mia affettuosa considerazione (basti pensare a Hitler o a Pol Pot in Cambogia); sarà che ho sempre amato le cause perse, ma io provo simpatia – in genere – per le organizzazioni sconfitte dalla Storia, specie se i vincitori sono stati, di fatto, dei conquistatori: il Regno delle Due Sicilie, gli Stati Confederati americani, la Repubblica di Salò, l’Unione Sovietica…

Sono generalmente contrario alla distruzione di opere e statue per motivi ideologici: fosse stato per me, non avrei rimosso nemmeno i busti di Lenin in Russia e quelli di Mussolini in Italia, ma posso capire che, nell’immediatezza della fine di un regime, un popolo voglia scrollarsi violentemente di dosso i simboli della sua recente sudditanza. Ma che senso ha, nel 2017, rimuovere state equestri dei generali sudisti Robert E. Lee o di Stonewall Jackson? Personaggi, cioè, vissuti nel XIX secolo?!

Nessuno degli americani oggi viventi ha memoria diretta di quella guerra, e quindi non può mostrare ferite aperte da richiudere con l’oblio.

Certo la storia e la vita sono strane: i disgustosi razzisti neonazisti americani simpatizzano per i Sudisti; al contrario, i liberal e quelli di sinistra (qualunque cosa voglia dire, negli USA) sono per gli Stati dell’Unione, i Nordisti. Ma il grande capitale era schierato con il Nord, e l’acciaio delle grandi industrie settentrionali forgiò i cannoni che schiantarono il Sud: per cui ci ritroviamo con il paradosso che la sinistra radicale alternativa americana, che è anticapitalista, sostiene il capitale; ed i nazisti, che una certa storiografia dipinge come braccio armato del capitale, sostengono invece un mondo agricolo e precapitalista…

Inoltre, specie in una guerra civile, le ragioni e i torti non si possono tagliare con l’accetta: spesso i contendenti, specie se non sono i leader politici di riferimento, sono in buona fede e pensano di lottare per una causa giusta. La guerra civile divide improvvisamente famiglie ed amicizie: pensate che il generale sudista Stonewall Jackson e l’ufficiale nordista Stoneman, patron della famosa cavalleria da lui creata, erano stati compagni di stanza all’accademia militare di West Point!

Chiudo invitando a guardare il video musicale che ho caricato: è dal film “The Last Waltz”, il concerto di addio della “The Band”, scoperta e valorizzata da Bob Dylan. Il brano è “The night they drove Old Dixie down”, “La notte in cui abbatterono il vecchio Dixie”, cioè la Confederazione degli Stati del Sud americani. È un classico del rock,  scritto da Robbie Robertson ed interpretato anche da autori – diciamo – di sinistra, come Bob Dylan, Joan Baez e Roger Waters ed ancora oggi cantato da nuovi gruppi: il soldato sudista Virgil Caine racconta la sua guerra, la notte in cui finì e la dura vita che ne seguì. Era, Virgil, un nazista ante litteram? Era uno schiavista? Io non credo. Era solo un uomo il quale ha lottato per il suo mondo che, però, era dalla parte sbagliata della Storia, come le migliaia di giovani i quali, dal Meridione d’Italia, salirono al Nord per combattere nella Repubblica di Salò, pur sapendo che l’Italia era ormai sconfitta e prostrata. Splendidi perdenti che, forse inconsciamente, non facevano altro che seguire un motto britannico: “Right or wrong, my country”. A torto o a ragione, innanzitutto il mio Paese.

 
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Pelosi e Cirillo si sono portati nella tomba molti segreti…

Post n°2019 pubblicato il 08 Agosto 2017 da massimocoppa
 

L’assassinio di Pasolini e le trattative DC-Brigate Rosse-camorra
PELOSI E CIRILLO SI SONO PORTATI NELLA TOMBA MOLTI SEGRETI…

Nei giorni scorsi si sono verificate due morti che potremmo definire “eccellenti”, in quanto hanno riguardato personaggi che, purtroppo, si sono portati molti segreti nella tomba: Pino Pelosi e Ciro Cirillo.
Pino Pelosi era, sicuramente, quello tra i due che ne sapeva di più sulla drammatica vicenda in cui era stato coinvolto, se non altro perché vi aveva partecipato attivamente: l’omicidio di Pier Paolo Pasolini, nel 1975.
Scomparso abbastanza prematuramente per un male che non gli ha lasciato scampo, Pelosi non ha voluto chiarire la propria posizione nemmeno di fronte alla certa ed imminente prospettiva della morte. Per la verità giudiziaria è l’unico responsabile dell’omicidio di Pasolini: ma innanzitutto il buon senso ci dice che non è così. Negli anni ha imbastito diverse ricostruzioni, ma tutte palesemente artefatte: non ha mai voluto dire con chi fosse, realmente, quella sera, e chi effettivamente massacrò di botte il poeta e perché. Non fu certo Pino “la Rana”, giovanissimo e gracile com’era, senza nemmeno sporcarsi i vestiti…
Ciro Cirillo, invece, è morto assai anziano: ma anche lui quasi senza profferire verbo. Potente assessore regionale campano ai Lavori Pubblici, con la prospettiva di gestire i fondi per la ricostruzione post-terremoto dell’Irpinia, nel 1981 fu vittima di un rapimento ad opera delle Brigate Rosse. Fu, quindi, in una posizione in cui, obiettivamente, non si può controllare e dirigere niente. Ma di certo ha saputo tanto, dopo la sua liberazione, su come andarono le cose per restituirlo ai familiari. Ci sono ricostruzioni giudiziarie secondo cui la Democrazia Cristiana mise in campo tutto il suo potere per ottenere il rilascio dell’illustre rapito, arrivando a scomodare Cutolo e la camorra e facendo pervenire infine alle BR un riscatto stratosferico (soldi nostri, indubbiamente); ma, soprattutto, modificando totalmente il proprio comportamento di intransigenza, che appena tre anni prima aveva abbandonato al suo destino Aldo Moro. Come mai? Perché Cirillo era così prezioso?
Pelosi e Cirillo sono scesi nella tomba senza mai dire una parola di verità su queste vicende, che invece dovrebbero essere chiarite per una questione di dignità e di coscienza civile del nostro Paese.

 
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