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Presto /
anche noi (…) saremo /
perduti in fondo a questo fresco /
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la nostra, ché si mescola in essa /
troppo una vita che non ha avuto meta. /
Avremo un silenzio stento e povero, /
un sonno doloroso, che non reca /
dolcezza e pace,
ma nostalgia
e rimprovero
PIER PAOLO PASOLINI
 

 

 

 

 

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Messaggi di Agosto 2022

 

I RUSSI NON STIMAVANO GORBACIOV

Post n°2152 pubblicato il 31 Agosto 2022 da massimocoppa
 

I RUSSI NON STIMAVANO GORBACIOV
La morte di Gorbaciov è stata annunciata dai media russi con uno stringato comunicato.
La cosa non sorprende. Egli era amato solo in Occidente, dove molti pensano, ed è vero, che l’ultimo segretario del Partito Comunista sovietico sia un personaggio storico e gli sono grati per aver distrutto un minaccioso Stato totalitario e militarista. Ma i russi non la pensano così: non lo hanno amato a suo tempo, non lo hanno amato dopo e non lo amano oggi. Sono insomma diverse generazioni di suoi concittadini che ne hanno una pessima opinione. Perché? Perché lo ritengono personalmente responsabile della fine dell’Unione Sovietica: parere che è anche di Putin, per il quale questo fatto è stato “la più grande catastrofe geopolitica della storia”.
Sin da ragazzo, ed anche successivamente, ho sempre letto e sentito dire che i russi, poveretti, erano oppressi dallo Stato sovietico. Poi, quando è subentrata l’anarchia, il capitalismo pirata e le privatizzazioni selvagge, e quindi la crisi economica, abbiamo saputo che i russi odiavano, logicamente, questi sviluppi e rimpiangevano l’URSS.
Ed in effetti, è proprio così. Ancora oggi. Ad aver sofferto sotto lo Stato sovietico sono stati alcuni intellettuali, alcuni scrittori, alcuni artisti: i dissidenti. Ma, dopo lo stalinismo, la stragrande maggioranza del popolo russo stava bene: c’era poco, ma quel poco (casa, lavoro, un pasto, assistenza sanitaria) era garantito a tutti. Il cittadino sovietico era tutelato dalla culla alla tomba. Bastava che non si occupasse di politica, che non contestasse le autorità apertamente, e tutto andava bene. Persino il mugugno ed il sarcasmo erano tollerati, purché non espressi pubblicamente.
Il nazionalismo ipertrofico tipico dei russi era abbondantemente soddisfatto dal fatto che l’Unione Sovietica fosse una superpotenza nucleare in grado di gareggiare con gli americani.
Inoltre, bisogna sempre tener presente che la sensibilità democratica dei russi è un concetto molto labile: la Russia non è mai stata democratica. Nel 1917 è passata dall’essere uno Stato feudale, al cui vertice c’era lo Zar ma dove comandavano i proprietari terrieri, che amministravano contadini aventi lo status medievale di servi della gleba (nel Novecento!), all’essere uno Stato “sovietico”, governato da fantomatici “soviet”, assemblee del popolo ma dove, in realtà, comandava solo il Partito Bolscevico.
Infine, siamo giunti al putinismo, che è tutto dire.
Dunque, se penetriamo nella psicologia collettiva russa, è logico che Gorbaciov sia odiato: ha distrutto una superpotenza, dalle cui ceneri è nata una potenza media, minata alle fondamenta, inefficiente, rugginosa e corrotta, incapace persino di vincere una guerra contro la derelitta ucraina.

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GLI USA SI RICANDIDANO A LEADER TOTALI

Post n°2151 pubblicato il 02 Agosto 2022 da massimocoppa
 

GLI USA SI RICANDIDANO A LEADER TOTALI
L’addio americano all’Afghanistan, realizzato nel peggiore dei modi e con risultati orribili per la povera popolazione locale, sembrava voler dire al mondo che gli Stati Uniti si ritirano da tutto e non vogliono incasinarsi più nei guai altrui.
Ma da allora qualcosa deve essere cambiato. Difficile dire se il presidente Biden abbia mutato opinione o se i fatti non consentano di agire diversamente: fatto sta che gli USA si ricandidano a leader mondiali, caso mai avessero abdicato a questo ruolo.
Nel giro di pochi mesi hanno guidato il mondo occidentale, sia politicamente che con soldi, armi ed intelligence, al massiccio aiuto verso l’Ucraina contro lo storico nemico russo.
Come se non bastasse aver rotto i ponti con Mosca, nelle ultime 24 ore Washington ha ammazzato, utilizzando un drone, Al Zawahiri, attuale leader di Al Qaida, ospitato in Afghanistan dai talebani (come a suo tempo fu Osama bin Laden). Ora, è vero che uccidere Al Zawahiri è stato come uccidere un uomo morto: non contano praticamente più nulla, sia lui che il movimento che guidava. Ma è pur sempre un segno di interesse americano verso l’estremismo islamico, ed anche un messaggio in stile mafioso. È stato come dire che gli americani non dimenticano niente e, prima o poi, colpiscono. Anzi, il presidente Biden lo ha proprio detto: “Lo avevamo promesso”.
Inoltre, è confermato che Nancy Pelosi, la speaker americana del Congresso, sta per atterrare a Taiwan: circostanza vista come il fumo negli occhi da Pechino, che sta sbraitando e minacciando da giorni contro la circostanza, minacciando Washington di conseguenze disastrose, perché interpreta la visita come un ulteriore riconoscimento all’indipendenza dell’isola.
In pratica, gli USA si trovano impegnati in Europa contro la Russia, in Asia contro la Cina e, per passare il tempo, non dimenticano gli estremisti islamici.
Questo significa che essi ritengono di poter gestire tutti questi problemi, persino contro le uniche due potenze in grado di contrastarli, cioè Cina e Russia.
In un mondo ideale non ci dovrebbe essere bisogno di tutto quest’attivismo. Ma la realtà è quella che è, ed è meglio per noi stare con l’America, ancora una volta e pur con tutti i suoi difetti, visto che dall’altro lato ci sono regimi illiberali ed antidemocratici.
Personalmente penso che il pericolo maggiore sia attualmente costituito dalla Russia, per cui non concordo con il continuo braccio di ferro contro Pechino: anzi, bisognava staccare la Cina da Mosca. Ma non sono cose che decido io, per cui, di fronte al fatto compiuto, posso solo dire che conviene simpatizzare con Washington perché le alternative sono veramente pessime.

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NESSUNO HA DIFESO BRUNETTA

Post n°2150 pubblicato il 02 Agosto 2022 da massimocoppa
 

NESSUNO HA DIFESO BRUNETTA
Personalmente non ho alcuna simpatia per Renato Brunetta.
Per criticarlo a ragion veduta mi servirebbe un post di centinaia di righe: un supplizio per chiunque, me ne rendo conto.
Già solo il fatto che egli abbia un ego ipertrofico basta ed avanza per rendermelo inviso. Tuttavia è vergognoso che, come ha egli stesso rivelato alcuni giorni fa, da sempre venga insultato per la sua bassissima statura. Addirittura ci si è messo pure Silvio Berlusconi: dopo che Brunetta ha lasciato Forza Italia, giustamente scandalizzato per la sfiducia a Draghi, l’attuale compagna del Cavaliere lo ha indirettamente insultato postando sui social una canzone di De André con la quale il cantautore demoliva la figura di un giudice di fantasia, imperniandosi anche sulla bassa statura del personaggio del brano.
Certo, è incredibile che chi si corica con Berlusconi, notoriamente brevilineo, possa permettersi di insultare un’altra persona per non essere molto alta; e tuttavia il fatto è gravissimo di per sé, anche senza una logica considerazione di opportunità e di coerenza.
Ribadito, dunque, che ce ne sono tante da dire contro Brunetta per le cose che fa e che pensa, senza dover ricorrere a questo insulto odioso per un difetto di cui egli non ha colpa, bisogna anche sottolineare che il mondo politico, dello spettacolo, della cultura e dell’associazionismo italiano, sempre pronto a scagliarsi (giustamente) contro ogni “body shaming”, è rimasto bellamente in silenzio ed ha mostrato olimpica indifferenza verso la circostanza; e questa è una cosa altrettanto vergognosa dell’insulto in sé.

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