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un sonno doloroso, che non reca /
dolcezza e pace,
ma nostalgia
e rimprovero
PIER PAOLO PASOLINI
 

 

 

 

 

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Messaggi del 22/09/2022

 

“NOT IN MY NAME”: NON ANDRO’ A VOTARE

Post n°2158 pubblicato il 22 Settembre 2022 da massimocoppa
 

“NOT IN MY NAME”: NON ANDRO’ A VOTARE
Domenica 25 settembre si va a votare per il rinnovo del Parlamento italiano: un Parlamento nuovo, nettamente ridimensionato per numero di deputati e senatori. Un regalo voluto dal Movimento 5 Stelle nel nome della demagogia che è la cifra stilistica di questo partito. In realtà questo risultato porta ad una diminuzione della rappresentanza democratica dei cittadini e dei territori, perché a parità di questi ultimi, a rappresentarli vengono chiamate molte meno persone.
Questo è stato eccepito, a suo tempo, ma a nulla è valso: l’importante, per i Grillini, era ridurre le spese della politica e, per fare questo, hanno dovuto addirittura modificare la Costituzione. In realtà, si sarebbe più facilmente ottenuto lo stesso risultato varando una legge che avesse diminuito stipendi e benefit dei parlamentari; addirittura pare che sarebbe bastata una modifica ai Regolamenti delle Camere: un atto amministrativo, insomma. Niente da fare: si è preferito il bersaglio grosso.
Dicevo, dunque, che si va a votare: elezioni di cui nessuno sente la necessità. Draghi stava lavorando benissimo ed era il meglio che potessimo avere in un momento in cui l’economia nostra e del mondo intero va a rotoli, anche a causa dell’aggressione russa all’Ucraina.
In passato mi ero detto abbastanza affascinato dalla Meloni: apprezzavo il suo restare all’opposizione, da sola, mentre tutti gli altri saltavano sul carro del governo, sport tipicamente italiano, e mi sarebbe piaciuto vedere, finalmente, una donna a capo del governo. Avrei desiderato, però, che avesse smussato certi suoi aspetti, come le asprezze contro gli immigrati e la sostanziale avversione verso istituti come le unioni civili e l’aborto, in nome di una mitologica “famiglia tradizionale” che sbandiera continuamente, insieme a Salvini e Berlusconi ed a cui, in realtà, considerando la loro situazione di stato civile, non appartengono né lei, né Salvini, né Berlusconi, peraltro nella sostanziale indifferenza dei media italiani che non glielo rinfacciano mai…
Alle scorse elezioni, per la prima volta in vita mia, non sono andato a votare.
E, dopo lunga riflessione, ho deciso ed annuncio che non andrò neanche stavolta, andando ad ingrossare ulteriormente l’astensionismo, che da tempo è il primo partito italiano…
Prima che commentiate con un “E sti’ cazzi” il mio pronunciamento, vi invito a riflettere sui motivi che presiedono ad esso.
Tramontata l’ipotesi Meloni: in questa pur breve campagna elettorale ha avuto delle cadute di stile che ne hanno modificato la percezione ai miei occhi. Non pensavo che fosse così bigotta e baciapile; inoltre, non vanno bene le sue sparate antieuropeiste e l’amicizia verso Orbàn, in Ungheria, un Paese ormai divenuto autoritario, per non dire peggio. Ha poi annunciato che dopo la sua vittoria toccherà al movimento spagnolo di estrema destra Vox. Si ha voglia di dire che il fascismo è morto e sepolto, sappiate che se votate Fratelli d’Italia scegliete qualcosa che, per quel movimento storico, simpatizza. Per fortuna, almeno, la Meloni si è dichiarata a favore dell’Ucraina e dell’Alleanza Atlantica, e contro la Russia. Cosa non scontata, visto che Berlusconi è un vecchio amico di Putin e Salvini lo ha idolatrato fino a 48 ore fa.
Comunque, sia Berlusconi che Salvini, ed anche Conte per i Grillini, continuamente criticano le sanzioni alla Russia, giustificano Putin e sono ambigui verso Mosca e l’Ucraina. Votare per questi partiti significa aiutare la Russia, la principale artefice attuale di tutti i nostri guai quando andiamo a fare la spesa o ci arriva la bolletta del gas. Teniamolo ben presente, anche se i sondaggi dicono che il centrodestra vincerà ed i Grillini hanno recuperato moltissimo dal baratro di consensi in cui erano finiti.
Di Calenda e Renzi non varrebbe neanche la pena di parlare. Il primo è un signor nessuno; il secondo si è qualificato con l’abolizione dell’art. 18, il dimezzamento del periodo di disoccupazione retribuita e la scientifica distruzione dei diritti dei lavoratori. Eppure, i sondaggi li danno ben piazzati: incredibile, visto che Renzi era dato al 2 % e di Calenda non abbiamo sentito parlare, come leader politico, fino al mese di luglio… Grandioso mistero mistico, questo fatto che dalla somma di due zeri esca qualcosa di più.
A meno di non voler dare  un voto di opinione o di protesta scegliendo una formazione minore, resta il PD. Mi sarebbe tanto piaciuto parafrasare Indro Montanelli (che si riferiva alla Democrazia Cristiana) ed esortare: “Turiamoci il naso e votiamo PD”. Ma proprio non ci riesco.
Allora, esorto semmai a NON andare a votare: quello che faranno gli eletti non sarà nel mio nome, “not in my name”. Se l’astensionismo arrivasse a cifre enormi forse arriverebbe chiaro il segnale che il Paese è stanco di sofismi, ma anche di colpi di accetta, e che tutti vorremmo magari essere, finalmente, un Paese normale, governato da politici normali, filo-occidentali, europeisti, amici dei lavoratori e sinceramente democratici.

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