"Conosceremo una grande quantità di persone sole e dolenti nei prossimi giorni, nei mesi e negli anni a venire. E quando ci domanderanno che cosa stiamo facendo, tu potrai rispondere loro: ricordiamo".
"And all this science, I don't understand: it's just my job, five days a week... A rocket man"
Elton John
Un uomo può perdonare a un altro uomo qualunque cosa, eccetto una cattiva prosa Winston Churchill
Presto / anche noi (…) saremo / perduti in fondo a questo fresco / pezzo di terra: ma non sarà una quiete / la nostra, ché si mescola in essa / troppo una vita che non ha avuto meta. / Avremo un silenzio stento e povero, / un sonno doloroso, che non reca / dolcezza e pace, ma nostalgia e rimprovero PIER PAOLO PASOLINI
QUELLA SIMPATIA DI ELISABETTA PER LE COSE SCOZZESI... Da quando, nel 1707, l’Atto di Unione sancì l’entrata della Scozia nella Gran Bretagna, il nazionalismo scozzese ha avuto momenti di affievolimento e di esaltazione, ma non si è mai spento. Popolo orgoglioso e nazionalista, gli scozzesi non hanno mai dimenticato che furono sostanzialmente costretti con la forza a sottomettersi agli inglesi, dopo una lunghissima resistenza armata. Ancora oggi la maggior parte degli scozzesi conosce benissimo la propria storia e nutre risentimento verso Londra. Persino negli inni sportivi ufficiali (come quello che accompagna la nazionale di rugby, “Flower of Scotland”) risuonano espliciti e bellicosi accenti anti-inglesi, inspiegabilmente senza alcuna reazione da parte delle istituzioni centrali. Detto questo, bisogna pur dire che i sovrani ed i governi britannici moderni hanno fatto di tutto per far dimenticare l’origine violenta ed oppressiva di questa unione. I governi hanno concesso ampia autonomia amministrativa e politica alla Scozia, inondandola quindi di finanziamenti, iniziativa molto apprezzata in un Paese storicamente povero: è probabilmente questo uno dei motivi che hanno visto, seppur di poco, vincere i “NO” all’indipendenza nel referendum tenutosi pochi anni fa. Ma anche i sovrani si sono mostrati amabili ed hanno tenuto comportamenti simpatetici verso le cose scozzesi. La regina Vittoria era innamorata delle cornamuse, strumento nazionale quanto mai, ed ogni mattina si faceva svegliare dal suono di esse. La stessa cosa ha fatto Elisabetta, la quale aveva una residenza prediletta: quella proprio di Balmoral, in Scozia, dove si rifugiava appena poteva, dedicandosi a passeggiate con i suoi cani ed i suoi cavalli, e dove andava anche a caccia; dove, infine, si è spenta. Ed anche Elisabetta si è fatta svegliare, per tutta la vita, dal suono di una cornamusa. Lo stesso suono che l’ha accompagnata ieri al funerale quando, nell’abbazia di Westminster, il maggiore Paul Burns ha intonato la struggente “Sleep, dearie, sleep” (“Dormi, cara, dormi”), che ha poi nuovamente eseguito quando la bara della sovrana è stata calata nella cripta del Castello di Windsor, dove riposerà con i suoi cari.
Nel corteo del funerale, poi, un’imponente schieramento di suonatori di cornamusa ha suonato “Mist covered mountains” (“Montagne coperte di nebbia”).
Sono cose che, forse, spiegano perché decine di migliaia di scozzesi abbiano fatto mestamente ala al trasferimento della salma dal castello di Balmoral di un sovrano britannico: ricambiavano la simpatia che Elisabetta, inglese, ha mostrato per questo fiero popolo, sia in vita che dopo morta.