L’ASSURDA RIELEZIONE DI TRUMP
Dall’alba di stamattina rimugino su quanto accaduto negli Stati Uniti. Non mi sorprende la rielezione di Donald Trump alla presidenza della più importante super-potenza mondiale, perché ormai da anni sono rassegnato al peggio e le cocenti disillusioni del passato mi hanno reso molto prudente (peraltro ne avevo previsto la vittoria già a luglio, dopo l’attentato): ma trasecolo per le proporzioni della sua riconferma.
In pratica ha vinto in quasi tutti gli Stati ed ha vinto anche il voto popolare: quando fu eletto la prima volta vinse nei collegi ma prese tre milioni di voti in meno di Hillary Clinton; stavolta ha preso cinque milioni in più di Kamala Harris.
Sulle motivazioni di quanto accaduto stanno già emergendo analisi convincenti, e tutti le possiamo leggere sui media on line. Quello che qui voglio invece sottolineare è che questo risultato è sconvolgente, e per varie ragioni.
Nonostante la Harris fosse indubbiamente un candidato abbastanza debole, credo che gli americani avrebbero dovuto votare per il male minore, perché è difficile immaginare un male maggiore di Donald Trump.
È un personaggio pessimo, sia come uomo che come politico. Soprattutto, mi domando come sia possibile che una donna voti un uomo che si vanta di prenderle per la vagina, stringendola con la sua manona; che va a letto con una pornostar mentre la moglie è incinta di suo figlio e poi la paga (reato penale) per mentire alla magistratura; che non è un granché nemmeno a letto, nonostante il suo asserito machismo, perché la stessa pornostar ha dichiarato che il rapporto fra i due fu breve e deludente; che ha fatto in modo, nominando alla Corte Suprema giudici ultra-conservatori, che l’aborto sia diventato di fatto impossibile nella maggioranza degli Stati americani; un uomo che insulta spesso e volentieri le donne, ultima in ordine di tempo la Harris, con insulti sessisti e maschilisti.
Poi mi domando come, in generale, sia possibile per l’elettore medio americano votare per un politico che si vantava di essere un grande imprenditore, salvo poi scoprire che è fallito in tutte le sue attività di palazzinaro, coprendo illecitamente i bilanci; per un capo delle forze armate il quale, ai tempi del Vietnam, ha evitato di andare in guerra e, anzi, si è poi preso gioco pubblicamente degli “sfigati” americani morti sia nel Sud Est asiatico che nella seconda guerra mondiale; per un negazionista dei cambiamenti climatici che, a fronte di migliaia di morti ogni anno per le bizze del tempo, punta ad intensificare l’inquinamento promettendo più gas, più petrolio e più carbone per tutti; per una persona così profondamente antidemocratica ed anti-istituzionale da insultare violentemente ogni avversario, mancando completamente di rispetto alle più elementari regole dell’educazione, da sfuggire ad ogni confronto basato sui fatti, a mentire così sistematicamente e grossolanamente da risultare un bugiardo patologico ed un calunniatore seriale; da non aver riconosciuto la sconfitta ad opera di Biden ed aver ispirato ed istigato l’assalto al Parlamento, compiacendosene poi; per uno che cerca in tutti i modi di sfuggire ai vari processi in corso, ovviamente insultando anche i giudici; che ha ottenuto dalla Corte Suprema, da lui formata, l’incredibile risultato che un presidente americano in carica non è perseguibile per nessun tipo di reato commesso durante la presidenza: quindi anche, teoricamente, ordinare l’uccisione di un avversario politico; che è amico di Putin e flirta con tutti i dittatori del mondo, compreso il leader della Corea del Nord Kim Jong-Un, e che ha dichiarato a più riprese che farà terminare subito la guerra in Ucraina, probabilmente costringendola ad arrendersi alla Russia, e si disimpegnerà dalla Nato.
Ecco, uno così, in un mondo normale, non dovrebbe prendere neanche un voto, anche se promette che non farà aumentare i prezzi. Pagare di meno la benzina giustifica l’eutanasia alle istituzioni democratiche? Io credo di no, ma evidentemente la maggioranza degli americani la pensa diversamente. Al di là delle inadeguatezze di Kamala Harris, in un Paese civile contro Trump avrebbe dovuto vincere anche il cavallo di Caligola. Anche perché si può capire l’averlo votato la prima volta: non sapevamo ancora, bene, chi e cosa fosse Trump. Ma dopo tutto quello ha combinato, e dopo averlo bocciato la seconda volta, tributargli nuovamente un ampissimo consenso è una perseveranza che, più che erronea, è diabolica; ed avrà conseguenze globali, anche per noi italiani.
Non è possibile commentare questo post