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Messaggi del 08/05/2018

 

LA BUFALA DELLE “BANDIERE BLU”: NON RAPPRESENTANO NIENTE

Post n°2037 pubblicato il 08 Maggio 2018 da massimocoppa
 

Un mare inquinato può riceverle ed uno cristallino
vedersele negare...
LA BUFALA DELLE “BANDIERE BLU”:
NON RAPPRESENTANO NIENTE

È un rituale tipico di ogni anno, tra maggio e giugno: il tormentone delle cosiddette “Bandiere Blu”.

E’ incredibile come questo istituto resista al tempo ed alle mode, splendendo sempre di seriosa luminosità ed austera credibilità.
Sono oramai oltre trent’anni che subiamo, ma compiaciuti, questa pagliacciata delle “Bandiere”, vale a dire i contrassegni che certificano teoricamente la qualità delle acque di balneazione delle località costiere e consacrano queste ultime, quindi, agli onori delle cronache. O, al contrario, all’inferno dell’ignominia, qualora ricevano meno bandiere rispetto all’anno precedente o non ne ricevano affatto.
Ogni anno ci sono delle polemiche: chi ne ha avute di più rispetto all’anno prima, chi di meno, chi nessuna ancora una volta. E giù a ragionare di acque pulite, di scarichi fognari, di depurazione e così via.

Ma, in realtà, se c’è qualcosa che non rispecchia fedelmente ed obiettivamente la realtà delle situazioni, questa è proprio la Bandiera Blu: e male facciamo a conferirle tutta quest’importanza.
Era il 1987 quando la Bandiera Blu veniva inventata dalla FEE, “Foundation for Environmental Education”, cioè “Fondazione per l’Educazione Ambientale”, vale a dire un’organizzazione ambientale privata: anche se, spesso, si ha l’impressione che sia la stessa Unione Europea ad interessarsi alla questione ed a conferire il prestigioso riconoscimento… È un equivoco molto diffuso: ma l’Unione Europea non ha nulla a che fare con la Bandiera Blu!
In questi anni, quindi, la FEE è riuscita ad imporsi brillantemente dal punto di vista comunicativo e “politico”, e non vi è oggi nessuno che non abbia sentito parlare, almeno una volta, delle “Bandiere Blu”; così come non vi è amministratore, albergatore, ambientalista o giornalista locale che non abbia gioito o si sia rammaricato per l’assegnazione o la perdita delle stesse nella propria località di riferimento.

I media dedicano grande spazio e visibilità all’argomento; ma se ci siamo compiaciuti o ci siamo dispiaciuti per la classifica delle “Bandiere Blu”, abbiamo semplicemente sbagliato. Perché le “Bandiere Blu”, in realtà, non rispecchiano la vera situazione di una località marina.
Lo scoprì nell’oramai lontano 2007 Stefano Salvi, ex indimenticabile inviato di “Striscia la notizia”, che sul suo sito Internet “Si Salvi chi può” riversò un servizio televisivo a puntate, da lui realizzato, con il quale svelò il meccanismo di assegnazione del riconoscimento.
In pratica la diramazione italiana della FEE non effettua alcun sopralluogo, alcuna analisi, alcuna ricognizione. Niente. Semplicemente, ogni anno viene inviato, alle amministrazioni comunali delle principali località costiere italiane, un questionario cartaceo, nel quale si domandano informazioni e notizie sulla qualità delle acque, sui servizi ai bagnanti, sulla raccolta dei rifiuti e, insomma, vengono chieste delucidazioni su tutti quei parametri che contribuiscono a qualificare una località turistica.
Quindi, spiegava il giustamente indignato Stefano Salvi, per ottenere la “Bandiera Blu” basta che un’amministrazione municipale abbia un ufficio che compili bene il questionario, rimpinzandolo di belle notizie. Non fa niente se poi la realtà è ben diversa: tanto nessuno verrà mai a controllare.
In pratica siamo di fronte ad un’autocertificazione del Comune: basta compilare bene il questionario, riempiendolo di dati positivi, e rispedirlo indietro. La “Bandiera Blu” è assicurata.
Perciò, rivelava Salvi, nel mare ci può anche finire una fogna senza depurazione: la “Bandiera” arriva lo stesso. Viceversa, un mare cristallino può vedersela negata perché l’amministrazione municipale, per negligenza, ha sbagliato la compilazione del questionario, o l’ha lasciato incompleto, o non l’ha rispedito, o l’ha spedito in ritardo…
Purtroppo questa dirompente denuncia, peraltro corredata da dichiarazioni di diversi sindaci, non è riuscita a scalfire la formidabile immagine che le “Bandiere Blu” si sono acriticamente conquistate nel tempo e, anzi, è rimasta la classica voce che grida nel desero. Certo è che, oggi, il riconoscimento è davvero considerato importantissimo, e gode di un’ottima ricaduta comunicativa, di immagine e pubblicitaria.

 
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