LA MORTE DI VAL KILMER COME QUELLA DEL SUO DOC HOLLIDAY
È notizia di pochi minuti fa che, all’età di 65 anni, è morto l’attore Val Kilmer.
Secondo la figlia, il decesso è giunto a causa di una polmonite.
La prima cosa che ho pensato, da ipocondriaco, è che, nel loro piccolo, le polmoniti pure rompono i coglioni e, soprattutto, sono veramente pericolose perché spesso sono asintomatiche e, quando si manifestano, di frequente è troppo tardi per rimediarvi.
Subito dopo mi è sovvenuta la singolare e sconcertante coincidenza di questo epilogo con quello di un personaggio da lui interpretato: Doc Holliday, il dentista, infallibile pistolero ed abile baro, che partecipò alla celeberrima sparatoria dell’OK Corral avvenuta a Tombstone, in Arizona, il 26 ottobre 1881. Anche se il grande pubblico ne venne a conoscenza solo molti anni dopo i fatti, fu l’evento più famoso di tutte le vicende western ed è stato immortalato in diversi film.
Uno di questi, a mio parere bellissimo, è, appunto, “Tombstone”, del 1993, con Kurt Russell ad interpretare il leggendario sceriffo Wyatt Earp.
In sintesi, nel caso non lo sapeste/ricordaste, la sparatoria all’OK Corral, cioè nei pressi di una rimessa per cavalli, fu l’evento culminante di una forte tensione tra i fratelli Earp, sceriffi locali appoggiati dall’amico Doc Holliday, e quello che oggi definiremmo il “clan” malavitoso dei Clanton e di alcuni loro sodali.
Doc Holliday era un amico di Wyatt Earp e si trovava in Arizona perché cercava nell’aria secca di quel luogo desertico un sollievo alla malattia che lo porterà alla tomba: la tubercolosi.
Ed infatti anche nel film, alla fine, Doc Holliday/Val Kilmer muore in un letto, esalando un orribile, ultimo, lunghissimo respiro dai suoi polmoni martoriati, ma solo dopo aver onorato il suo impegno partecipando allo scontro a fuoco decisivo contro i Clanton, benché già molto malato, febbricitante e visibilmente sofferente.
Singolare figura di personaggio, quella di Doc Holliday: un medico che rifiuta di esercitare la professione e preferisce vivere di espedienti, al confine con la legge e spesso ben oltre, ma non privo di una sua idealità romantica che gli fa scegliere, alla resa dei conti, di mettere la sua pistola al servizio della giustizia in quei terribili tempi della frontiera americana.
Mi sconvolge e commuove immaginare Val Kilmer che si spegne come il suo Doc Holliday: annaspando, cercando quell’aria che i suoi poveri polmoni non possono più utilizzare.
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