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"Conosceremo una grande quantità di persone sole e dolenti nei prossimi giorni, nei mesi e negli anni a venire. E quando ci domanderanno che cosa stiamo facendo, tu potrai rispondere loro: ricordiamo".
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Un uomo può perdonare a un altro uomo qualunque cosa, eccetto una cattiva prosa Winston Churchill
Presto / anche noi (…) saremo / perduti in fondo a questo fresco / pezzo di terra: ma non sarà una quiete / la nostra, ché si mescola in essa / troppo una vita che non ha avuto meta. / Avremo un silenzio stento e povero, / un sonno doloroso, che non reca / dolcezza e pace, ma nostalgia e rimprovero PIER PAOLO PASOLINI


Cazzarola!
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Messaggi di Giugno 2025
Post n°2220 pubblicato il 05 Giugno 2025 da massimocoppa
REFERENDUM: ANDIAMO A VOTARE E VOTIAMO “SÌ”
Quando un governo, senza esitazioni e compatto, ti dice di non andare a votare per dei referendum, secondo me è proprio quello il momento di fare il contrario: è una elementare regola igienica, direi. Domenica 8 e lunedì 9 giugno si voterà per cinque referendum che, secondo me, sono importanti. Come al solito, e come accade da almeno trent’anni, si dovrà lottare contro l’astensionismo perché, purtroppo, seppur inizialmente creato per buoni motivi, c’è l’ostacolo del quorum da raggiungere a far correre il rischio che la consultazione sia vanificata, oltretutto con quel che costa. Questo fatto è ormai chiaro da tempo a chiunque sia per il “NO”, a prescindere dal quesito referendario, per cui si punta direttamente ad invalidare la sessione elettorale puntando sull’astensionismo. Ecco, quindi, che chi influenza (per non dire controlla) i mass media nazionali punta (e, in larga parte, ottiene) a non far parlare dei referendum. Così la gente se li dimentica, o pensa che non siano importanti, e, complice anche la bella stagione che quasi sempre accompagna questo tipo di votazioni, se ne va al mare, in gita e via discorrendo. Io sono sempre andato a votare ai referendum, a prescindere: perché una volta tanto si viene chiamati ad esercitare direttamente la propria opinione ed il proprio potere di voto su una iniziativa popolare, che viene dal basso. Quindi, anche questa volta, voterò “SÌ” e lo farò a tutti e cinque i quesiti. È la volta buona per smantellare, quasi definitivamente, la famigerata distruzione dell’art. 18 dello Statuto dei Lavoratori voluta da Matteo Renzi, un turbocapitalista mascherato da progressista, e, in generale, per ostacolare la precarietà istituzionalizzata del lavoro voluta da lui e dalle forze che lo sostennero all’epoca tra le quali, ahimè, il Partito Democratico. È anche per questo che, oggi, il PD è in imbarazzo: perché tra le sue fila ci sono ancora dei renziani. Non per nulla i quesiti sono stati spinti soprattutto dalla Cgil, benemerito sindacato rimasto ormai l’unico a fare qualcosa per i suoi iscritti (e non solo)... Tre quesiti vanno incontro al ritorno alle massime tutele per i lavoratori dipendenti. Uno riguarda la loro sicurezza. L’ultimo consente ad uno straniero di ottenere la cittadinanza italiana dopo cinque anni, e non dieci, da residente in Italia. Dunque, secondo me si deve votare “SÌ” perché così si rafforzano e ripristinano molti diritti cruciali dei lavoratori e “SÌ” anche per gli stranieri perché il tessuto produttivo ed assistenziale italiano ha bisogno di loro. Non vogliamo gli stranieri che fanno i delinquenti, ma vogliamo gli stranieri che rispettano la legge, si integrano e lavorano. A questi ultimi è giusto venire incontro. È un ragionamento semplice, che Salvini però non capisce e, in genere, non capiscono le destre sovraniste di tutta Europa, le quali preferiscono additare il solito falso bersaglio per non andare a fondo sulle problematiche: è la solita vecchia e volgare tattica del capro espiatorio la quale, però, a quanto pare fa ancora molta presa dappertutto. Succede, quando la ragione viene sopraffatta dagli istinti; o quando l’ignoranza diventa forza, per citare Orwell. Non è possibile commentare questo post
Post n°2219 pubblicato il 02 Giugno 2025 da massimocoppa
LA TRAGEDIA DI UN UOMO RIDICOLO Proprio non riesco a capire tutta questa vicenda assurda che ha visto protagonista un professore di liceo campano il quale, sui social, ha augurato alla piccola Ginevra, la figlia della premier Giorgia Meloni, di fare la fine di Martina Carbonaro, la quattordicenne uccisa brutalmente ad Afragola dal fidanzato che non voleva rassegnarsi all’abbandono. Non sono riuscito a leggere il contenuto integrale del post di questo pseudo-docente perché l’ha poi rimosso, benché (pare) sia diventato virale. Vorrei capire attraverso quale perverso ma strabiliante salto logico abbia potuto collegare quella mostruosa vicenda di femminicidio alla figlia del capo del governo. E, soprattutto, vorrei capire perché l’ha fatto. “Che ci azzecca?”, avrebbe detto, con saggezza e intercalare contadino, l’ex Pm di “Mani Pulite” Antonio Di Pietro. Ammesso che il professore sia un fervente militante di sinistra, di quella vera, ovviamente, non quella imborghesita del Pd, e che quindi abbia logicamente sulle scatole Fratelli d’Italia e la sua leader, in che modo è configurabile come legittima espressione del pensiero e posizione politica l’augurio di una disgrazia simile? Cosa ne guadagnerebbero l’Italia, la sinistra, la democrazia, la libertà ed il buon governo dalla morte di una bambina? In che maniera quest’orribile evento migliorerebbe la sanità pubblica, abbasserebbe le tasse, renderebbe più efficienti i servizi, rilancerebbe l’economia, diminuirebbe la disoccupazione ed i lavori precari, abbasserebbe il prezzo della benzina ed innalzerebbe i nostri stipendi? Ma quello che mi ha sconvolto ancor di più è sentire che questo personaggio avrebbe rischiato tutt’al più la denuncia penale (e vorrei vedere il contrario!), ma non avrebbe perso il posto di lavoro. Insomma, gli sarebbero stati ancora affidati, e per molti anni, generazioni di studenti che avrebbe dovuto… “educare”! Un po’ come quei preti per i quali la Chiesa, fino a pochi anni fa, di fronte ad accuse di pedofilia, anche documentate, risolveva spostandoli da una parrocchia all’altra, così da mettergli a disposizione, in definitiva, nuovi bambini da molestare! Una persona di questo tipo, che così sonoramente disonora il proprio ruolo di docente, deve essere licenziata. Deve, cioè, andare a lavorare, magari in un campo di lavoro maoista (ce ne sono ancora, in Cina). Gli sviluppi, poi, sono ancora più assurdi. Egli si è difeso sostenendo che il post è stato scritto dall’intelligenza artificiale: stratosferica fesseria, perché chiunque abbia testato, anche per pochi minuti, una qualsiasi piattaforma AI si è reso conto che questi paventati pericoli per l’umanità sono ignoranti, stupidi ma, soprattutto, più noiosi e petulanti di una vecchia bigotta. Nessuna intelligenza artificiale ti segue se appena fiuta il vicolo cieco in cui vuoi farla infilare. Inoltre, ammesso pure che il testo sia stato fabbricato da altri, perché mai postarlo in rete?! Poi è notizia di poco fa che, apparentemente preso dal rimorso, o piuttosto alla disperata ricerca di una via d’uscita e di un modo per guadagnare almeno un po’ di compassione, il professore ha ingerito dei farmaci ed è finito in ospedale. I media stanno subito rubricando la cosa come “tentativo di suicidio”: ma è un tentativo ben goffo ed anche abbastanza sospetto visto che, guarda caso, egli ha notiziato la preside del suo liceo subito dopo aver effettuato l’insano gesto. Ovviamente la preside ha avvisato subito le forze dell’ordine e così il nostro eroe si è salvato. La tragedia di un uomo ridicolo. Concludo con due considerazioni: quanto accaduto la dice lunga sulla qualità della classe docente e della scuola di oggi. Quando ci lamentiamo della condizione dei giovanissimi e dei loro comportamenti non dimentichiamo mai che, oltre alla responsabilità delle famiglie, c’è quella della scuola, la quale ha abdicato completamente al proprio ruolo, e non da oggi. Poi avrei voluto vedere se questo brillante intellettuale fosse stato un cittadino russo che viveva in Russia. Immaginiamolo, questo Ivan della periferia di Mosca, mentre posta un testo contro la figlia di Putin… Immaginiamo cosa sarebbe successo dopo e compariamolo a come viene trattato questo caso in Italia… Ecco, da questo si capisce che, nonostante tutto e ringraziando il Cielo, il nostro Paese (ed oggi è la Festa della Repubblica) è ancora una democrazia dove i diritti di libertà sono garantiti seppur, come in questo caso, ci può sembrare che lo siano anche troppo. Non è possibile commentare questo post
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