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Un uomo può perdonare
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Presto /
anche noi (…) saremo /
perduti in fondo a questo fresco /
pezzo di terra: ma non sarà una quiete /
la nostra, ché si mescola in essa /
troppo una vita che non ha avuto meta. /
Avremo un silenzio stento e povero, /
un sonno doloroso, che non reca /
dolcezza e pace,
ma nostalgia
e rimprovero
PIER PAOLO PASOLINI
 

 

 

 

 

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LA CAPRETTA MASSACRATA, IL MINORENNE E LE RAGAZZE

Post n°2184 pubblicato il 30 Agosto 2023 da massimocoppa
 

LA CAPRETTA MASSACRATA, IL MINORENNE E LE RAGAZZE
In un agriturismo ad Anagni, ad una festa di compleanno per i 18 anni, un adolescente ha ucciso a calci una capretta: così, per divertimento. È una cosa che mi fa stare male solo a pensarci.
Mentre la massacrava, veniva incitato a gran voce dagli amici divertiti, sia maschi che femmine. Un altro amico filmava la barbarie e la metteva in rete, così consentendo agli investigatori di identificare lui, il massacratore ed i loro tifosi.
Giustamente il proprietario dell’agriturismo si è detto sconvolto ed ha sporto denuncia. Due importanti associazioni animaliste nazionali hanno dichiarato che si costituiranno parte civile al processo.
Tuttavia, nessuno sembra aver notato che lo stronzo è minorenne: quindi non è punibile.
Ancora una volta emerge la questione della minore età: questa esimente della punibilità dovrebbe essere sottoposta ad attenta riflessione da parte del legislatore. Il settore è delicato, indubbiamente, ma necessita di riforme. Ormai l’età dei delinquenti si abbassa sempre di più. Le baby gang, i baby violentatori, i baby rapinatori, i baby camorristi: ormai è tutto un prefisso di “baby” da anteporre alle varie figure di malviventi. Per soggetti simili è ancora possibile considerare l’età un’attenuante o, addirittura, un’esimente? È ancora oggi pensabile che un minore se la sfanghi solo a causa dell’età?
Io credo che se un ragazzino ha la maturità sufficiente per commettere un reato, anche di crudeltà inutile e raccapricciante come nel caso della capretta, allora ha anche la maturità sufficiente per affrontare il carcere, cioè le conseguenze dei suoi gesti. E non il carcere minorile, notoriamente soft, ma quello riservato ai maggiorenni.
Altre due considerazioni mi sono affiorate alla mente di fronte al fatto di Anagni. Una, scontata e che stanno facendo tutti, è relativa alla natura ed alla genesi di questi fatti. Che sta succedendo ai giovanissimi? Da dove traggono tutto questo desiderio di violenza verso esseri umani ed animali? Si parla di perdita dei valori, di famiglie problematiche: ma ad Anagni la festa era affollata di figli della borghesia altolocata locale. Ed è anche vero che spesso i delinquenti professionali hanno per gli animali un amore ed un rispetto che non ti aspetteresti. Poi, i cittadini modello prendono a calci una bestiola indifesa. Dunque, la perversione alligna in tutti gli strati sociali. Le famiglie, di certo, hanno una gran responsabilità: che educazione, che sensibilità hanno dato a questi ragazzi?
Naturalmente le responsabilità indirette di famiglie, scuola e società non attenuano la mostruosità di certi comportamenti. Se un ragazzino si diverte a massacrare una bestiola nel tripudio collettivo dei compagni significa che lui e loro sono marci dentro. Sono dei legni storti, per dirla con Kant, da cui non potrà mai venire niente di dritto.
Un’altra considerazione, che non mi pare stia facendo nessuno, è nel ruolo delle ragazze presenti. Anche loro, secondo alcune cronache, hanno incitato il massacratore ad infierire sulla capretta. Io vengo da una generazione secondo la quale le donne portano con sé, sempre e dovunque, un quid di gentilezza, delicatezza, sensibilità, amore ed affetto. La loro presenza è portatrice di bellezza e moderazione. Evidentemente è un’idealizzazione romantica che oggi non è più credibile. Anche certe ragazze sono come certi maschi: violente, cattive, bacate, perverse. Quelle ragazze di Anagni non hanno un coniglietto di compagnia, a casa, perché di certo lo hanno già seviziato a morte.
Peraltro il massacratore è stato individuato perché c’è la denuncia del proprietario dell’agriturismo: ma chissà quante volte, in passato, si è divertito a prendere a calci, a sassate o a bastonate gatti e cani randagi i quali, non avendo un padrone, sono ancora più indifesi e ragionevole motivo di impunità. Va da sé che non ha mai soccorso un animale ferito o abbandonato, figuriamoci: al massimo lo avrà messo sotto con l
auto.

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TRUMP E LA FOTO SEGNALETICA A PIACERE

Post n°2183 pubblicato il 28 Agosto 2023 da massimocoppa
 

TRUMP E LA FOTO SEGNALETICA A PIACERE
Da animale da palcoscenico quale è, Donald Trump ha trasformato la foto segnaletica che gli hanno scattato nella famigerata prigione di Fulton (dalla quale è uscito subito, su cauzione) in una icona dove, al contempo, si mostra vittima innocente e persona capace di coriacea resistenza e grinta per la rivincita.
La foto da prigioniero, uno spauracchio da lui temuto, è diventata realtà, ma egli ha trovato il modo di ribaltare la circostanza e trasformarla in un simbolo di persecuzione politica. I suoi fans hanno già creato una linea di merchandising connessa (magliette, tazze, portachiavi e così via).
In effetti la teatralità dell’ex presidente americano lo ha aiutato a farsi ritrarre in una posa luciferina, da cui emerge forza e decisionismo, mentre in genere le foto degli arrestati sono tristi e patetiche.
Io mi domando, però, perché i poliziotti gli abbiano consentito di mettersi in una posa così particolare. Nei telefilm americani spesso si vede che gli operatori sgridano il prigioniero e gli ordinano di stare composto, eretto, con la testa dritta e di guardare l’obiettivo fotografico di fronte, senza sorridere e senza fare smorfie, così da restituire le caratteristiche del volto nel modo più fedele.
Stavolta, invece, a Trump hanno permesso di mettersi di tre quarti, guardando dal basso verso l’alto e con un atteggiamento mefistofelico.
Degli altri suoi complici, un tizio ha cercato di fare come lui, ma non essendo un guitto del calibro di Trump il risultato è stato ridicolo. Una ragazza di colore, invece, a sua volta guardando la macchina fotografica dal basso verso l’alto, sta proprio ridendo di gusto, come se le avessero appena raccontato una barzelletta. Un’altra ragazza, bionda, sta sorridendo nemmeno fosse ad un ricevimento di matrimonio. Insomma, ci mancavano solo le boccacce e gli occhiolini: ognuno si è fatto fotografare come voleva.
Dov’è finita la famosa severità dei poliziotti americani? Forse anche in America tutti sono uguali davanti alla legge ma, per dirla alla Orwell, qualcuno è più uguale degli altri.

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UOMINI E LUPI INSIEME IN TRINCEA

Post n°2182 pubblicato il 28 Agosto 2023 da massimocoppa
 

UOMINI E LUPI INSIEME IN TRINCEA
Si dice che il cane sia il miglior amico dell’uomo. Si dice anche “il lupo cattivo”. Per fortuna quest’ultimo luogo comune è enormemente scemato, nei decenni, anche perché la specie, soprattutto in Italia, è stata quasi a rischio di estinzione.
Il lupo, in effetti, è un cane selvatico. In questa sua selvatichezza, però, l’istinto deve avergli suggerito che, in date circostanze, l’uomo può essere il male minore.
In Ucraina, sul fronte meridionale, i soldati di Kiev avanzano assai lentamente perché i russi, come hanno detto qualche giorno fa alcuni esperti militari, hanno realizzato la più massiccia operazione di posa di mine in un territorio in tutta la storia dei conflitti da quando, appunto, esistono le mine. Quindi, disattivarle una ad una è un’operazione pericolosa e lentissima.
Come se non bastasse, l’aviazione russa bombarda continuamente. Molto temuto dagli ucraini è l’Alligator, un elicottero da combattimento russo che scatena l’Armageddon.
Ebbene, raccontava ieri a “Repubblica” un soldato ucraino, spesso accade che, durante la pioggia di bombe che piove dal cielo, i lupi, che sono presenti in queste zone boschive, “si buttano nella nostra trincea e si accucciano vicini. Tremano come noi, durante l’attacco. Quando è finito, se ne vanno”.
“Si accucciano vicini”: dimenticano di essere lupi e diventano come cagnolini, cercano la compagnia umana e ci ricordano che siamo tutti connessi in questo piccolo mondo spesso sconvolto dalla violenza, come quella che esercitano i russi invasori in Ucraina dal febbraio dell’anno scorso.

(Nella foto: un lupo ucraino)

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LA VARIANTE PIERSILVIO PIACE AGLI ELETTORI

Post n°2181 pubblicato il 10 Agosto 2023 da massimocoppa
 

LA VARIANTE PIERSILVIO PIACE AGLI ELETTORI
Secondo un sondaggio reso noto dal TG5, Piersilvio Berlusconi è visto, dalla maggioranza degli elettori di Forza Italia, di Fratelli d’Italia e della Lega, quale naturale successore in politica del padre Silvio.
Lui stesso, a quanto pare, è un grande appassionato di politica, anche se finora non si era saputo.
Confesso che sono rimasto molto sorpreso. Piersilvio Berlusconi ha sempre tenuto un profilo basso e, fino ad oggi, sembrava fosse interessato solo alla gestione di Mediaset, oltre che all’attività fisica: restano nell’immaginario collettivo i servizi fotografici che lo mostrano pesi in mano e fisico scolpito.
Si era sempre detto che l’intellettuale di famiglia fosse Marina, la sorella (entrambi vengono dal primo matrimonio del Cavaliere). Infatti è a lei che si è sempre guardato come eventuale prosecutrice dell’opera del padre, anche in politica, oltretutto senza gli eccessi e le fissazioni di Silvio Berlusconi (per esempio, donne e giudici).
In ogni caso, nella mia vita privata e professionale ho davanti agli occhi l’esempio di un “figlio di” il quale, fino al giorno prima della morte improvvisa e prematura del padre, non si era mai minimamente interessato dell’azienda di famiglia ed il giorno dopo ha deciso di guidarla in prima persona, senza alcuna esperienza, presumendo di essere già infuso, per nascita, della scienza necessaria allo scopo. Ovviamente i risultati sono disastrosi, anche se dal suo punto di vista sono brillanti, anche perché ha un ego ipertrofico.
Voglio dire che diffido di chi, senza alcuna gavetta, si improvvisa in un settore, pretendendo di raccogliere un’eredità per puri motivi dinastici.

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È IL MOSSAD? NO, È IL GUR UCRAINO

Post n°2180 pubblicato il 10 Agosto 2023 da massimocoppa
 

È IL MOSSAD? NO, È IL GUR UCRAINO
Operazioni segrete consistenti specialmente in sabotaggi, auto-bomba ed uccisioni mirate. No, non sto parlando del Mossad israeliano, ma di un altro servizio segreto che, in due anni appena di conflitto, sta entrando direttamente nella leggenda: il GUR, il servizio segreto militare ucraino, diretto dal giovane Kirilo Budanov.
È lunga la lista delle azioni compiute: droni esplosivi che stanno continuamente colpendo Mosca anche in maniera eclatante (il Cremlino e, per due volte in due giorni, un palazzo che ospita le sedi di tre ministeri); esplosioni e sabotaggi in caserme, raffinerie, fabbriche e depositi di armi e munizioni; il ponte in Crimea seriamente danneggiato più volte; navi militari russe danneggiate o affondate; il supporto logistico alla guerriglia interna russa; gli omicidi di alti gradi delle forze armate russe colpevoli di bombardamenti indiscriminati su civili ucraini (si calcola che finora siano stati uccisi in territorio russo quindici alti militari; Mosca ne ammette dieci); gli attentati con auto-bomba (perse la vita la figlia di Dugin, l’ideologo nazionalista estremista anti-ucraino, il vero bersaglio, che si salvò per una pura fatalità – in ogni caso anche la figlia era schierata per Putin e contro Kiev).
Si è appreso che esiste un’unità speciale definita “Shaman Battalion”, il “Battaglione degli Sciamani” (in azione, nella foto): una milizia ristrettissima, composta di commandos di soli sei elementi per volta, che compie continuamente incursioni all’interno del territorio russo. Vengono detti “sciamani” perché sembrano avere poteri soprannaturali: compaiono dal nulla, colpiscono e svaniscono. Sembrano essere inafferrabili ed immortali.
Naturalmente in tutto ciò conta molto l’abilità propagandistica ucraina, che si sta rivelando incredibilmente sopraffina: di fatto Kiev sta vincendo la guerra dell’immagine contro Mosca. Ma i fatti esistono e ci dicono che grazie alle iniziative del GUR il pericolo ormai è sulle stesse teste dei russi, a qualsiasi livello, all’interno della loro stessa patria. E questo è sicuramente triste, ma profondamente giusto, visti i continui crimini di guerra che i russi compiono in Ucraina (il bombardamento dei depositi di grano è solo l’ultima delle schifezze commesse da Mosca). Nella speranza che, finalmente, il popolo russo si svegli e si accorga della cappa di menzogne nella quale viene tenuto dal regime di Putin.

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