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La scure di Monti: tagliare 25 miliardi di spese Ma i ministri frenano: "Non ce la facciamo"


Quasi terminata la spending review del ministro Giarda. Affitti, comunità montane e acquisti centralizzati: ecco la ricetta del premier  
 Monti avvisa tutti: "Al rigore non si deroga" Grilli: la ripresa sarà possibile dal terzo trimestre 09:37 - La spending review, ovvero la revisione della spesa, sta per arrivare al primo traguardo. Tra pochi giorni il ministro Giarda presenterà i suoi dati e da qui partirà il taglio alle spese inutili. O almeno è quello che vorrebbe fare il premier Monti che aveva attribuito l'alleggerimento della spesa pubblica "un ruolo fondamentale" per il risanamento del Paese. Ma i possibili tagli fanno fibrillare alcuni ministeri che infatti puntano i piedi.Un incontro tra Giarda e Monti ci è già avvenuto e lo stesso ministro per i rapporti col Parlamento ha espresso al premier le perplessità che arrivano da alcuni dicasteri. Difesa, Interno, Giustizia, Istruzione ed Esteri hanno inviato la loro relazione sulla spesa e giudicano impossibile il taglio ai loro bilanci argomentandola col fatto che i tagli effettuati negli scorsi anni hanno portato al limite le strutture. Alcuni dicasteri minacciano l'impossibilità di ratificare alcuni accordi internazionali se ci saranno altri "dimagrimenti" ai finanziamenti. Il taglio previsto da 20-25 miliardiUna revisione strutturale da 20-25 miliardi: è questo l'obiettivo che si è dato il premier nell'andare a toccare i costi della spesa pubblica. Una cambio di mentalità è quello che si chiede ai vari ministeri per togliere alcune duplicazioni sistematiche e ottenere dei benefici di larga scala. Come quello dei sistemi informatici: uno per ogni ministero. O lo spropositato costo degli affitti. Circa 10-12 miliardi potrebbero essere risparmiati se si usassero gli edifici pubblici sfitti anziché strutture private. Comunità montane nel mirinoE se cancellare le province è diventato più uno slogan politico che un vero risparmio, nel mirino del governo sono finite le comunità montane e altre autorità e consorzi. Da un loro taglio si potrebbero recuperare 4-5 miliardi. Il capitolo sanitàUniformare i costi della sanità in tutte le regioni, una banalità che però se attuata porterebbe un risparmio significativo alle casse dello Stato. E qui il progetto di Monti passa attraverso il Consip, il consorzio che dovrebbe occuparsi di centralizzare gli acquisti della pubblica amministrazione. La cartina tornasole è la siringa, nel caso della sanità, mentre in Sicilia costa 353 euro per cittadino in Lombardia se ne pagano 21