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IL SALONE MARGHERITAUn emozione ritrovata tra gli anfratti del tempo diventa la Nuova Milonga della Domenica


 
E' stato bello ritrovare nell'entusiasmo di Pasquale Barbaro (patron e camaleontico animatore del riscoperto Salone Margherita di Napoli) quella freschezza e quella voglia di dare al tango di Napoli una cornice che definerei a dir poco perfettamente stupenda. Nulla da togliere alle Milonghe abituali e a quelle che si inaugureranno nelle prossime settimane, ma consentitemi di dire che quando sono entrato ho ritrovato d'improvviso il ricordo dei racconti di mio nonno e delle sue libertine digressioni al Salone Margherita, storicamente vissuto come il punto di sublimazione del avanspettacolo a Napoli e miseramente poi "prestato" al consumo veloce di un certo tipo di cinema e infine chiuso per anni. Io non so come sono fatte le Milonghe argentine (non ci sono mai stato) ne mi fido dei racconti di chi c'è stato (troppo importanti e fondamentali le "sensazioni" acquisite dalle esperienze vissute in proprio) ma mai "location" mi è sembrata in linea con la mia percezione del luogo dove ballare tango. Prima di ogni cosa mi è piaciuta, molto, la netta separazione tra la pista, circolare ed accogliente, ed il sovrastante spazio circonferenziale riservato alle chiacchiere ed al cazzeggio che salvo, rare eccezioni, non ha mai disturbato chi voleva ballare e farlo senza avere tra i piedi capannelli di tangueri in vena di loquacità.E poi lo spazio ancora più "intimo" riservato al bar ed al foyer (reparto fumatori incalliti). Spero che questa opportunità resti una risorsa di riferimento per tutti i "tangueri classici". Suggerirei di dare ampia pubblicità a questo evento. L'Italia, tranne rare eccezioni, dispone ora di una suggestiva e confortevole Milonga (che spero diventi un appuntamento fisso) e il turismo del tango è un turismo colto e di qualità.