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Pugni chiusi stretti(2)


C'è una storia e piuttosto  triste, legata a questo mio gesto.  Non ne ho scritto mai, ma credo sia giunto il tempo.Mio padre morì che avevo dodici anni un giorno come oggi, dopo una lunghissima malattia che era iniziata quando ne avevo sette; era cominciato tutto il pomeriggio in cui non venne  mamma a prendermi a scuola, mandò una zia che mi accompagnò a casa di una compagna di scuola per pranzo.Dopo eran stati sempre sussurri e sottintesi e voci che si zittivano quando entravano nella stanza i bambini, mio padre via tanti lunghi anni in giro per ospedali.Nessuno mi disse mai perchè, lo fecero solo quando era tutto finito, però mi suggerivano sempre di essere brava e papà sarebbe tornato presto, dovevo essere brava e ubbidiente e sorridere per la mamma, così, quando sarebbe tornata a casa ogni tanto, avrebbe visto i bambini sereni e non le sarebbe dispiaciuto molto stare lontana da loro.Sereni già.Si puo' essere sereni lontani dai genitori così tanto tempo? Però quando mamma tornava cercavo di non far vedere che mi si spaccava il cuore quando poi se ne partiva di nuovo senza portare i bambini con sè. Nacque lì la storia dei pugni chiusi stretti. Mi aiutava stringerli forte, ma così tanto forte che mi si stritolavano quasi le dita e le unghie diventavano tutte bianche. Non una parola. Era per non fare scappare il dolore, non farlo vedere, non dare altri dispiaceri a mamma. Questo ha segnato molto, nel corso degli anni, anche quelli dopo la tragedia, il mio atteggiamento pubblico nei confronti del dolore, del dispiacere, del disagio, pure quello piccolo delle cose sciocche.Consuetudine che si è modificata solo da pochi anni, quando un uomo un giorno, sì perchè ci sono uomini così, senza che gli avessi mai raccontato questo fatto, mi prese le mani serrate a pugno, allungò distese le mie dita e mi disse che così dovevano restare.E fu un piacere indescrivibile sentire ogni muscolo e ogni respiro allungarsi con quelle dita e lasciarsi del tutto andare alla loro naturale inclinazione.Drawing: D.G.Rossetti, Study for Beatrice