Match point
mai certa la vittoria, nemmeno la sconfitta però...
Post n°235 pubblicato il 28 Ottobre 2007 da daughterofthedesert
Avevo dimenticato che andavano spostati gli orologi, quindi, a differenza dei più, non ho guadagnato un'ora di sonno, ma una di veglia. Ed è cosa bella che sia avvenuto di domenica mattina, il momento della settimana che preferisco, nel suo indolente silenzio vuoto dal chiasso degli altri giorni, pieno di suoni che amo. Il ronfare della gatta, i rintocchi delle campane, il ciarlare della popolazione dell'albero davanti casa, l'ululato del faro, il tintinnare del cucchiaino che mescola il latte con il caffè nella mia tazza rossa, note di musica lontane. Non sono tempi che inducono a pensieri di serenità, ma ci provo quasi con rabbia, pure se intorno è un invito continuo a desistere e son sguardi di gente che scuotendo il capo sussurra valanghe di lascia stare, non ha senso, sei fuori dal mondo. Già, forse il problema è questo. Eppure, eppure, devono esserci da qualche parte occhi che con sorridente pacatezza abbiano voglia di condividere posizioni di fiducia nel cambiamento. Devono esserci sì da qualche parte. |
Post n°234 pubblicato il 18 Ottobre 2007 da daughterofthedesert
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Post n°233 pubblicato il 15 Ottobre 2007 da daughterofthedesert
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Post n°232 pubblicato il 11 Ottobre 2007 da daughterofthedesert
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Post n°231 pubblicato il 09 Ottobre 2007 da daughterofthedesert
Raccolti i pezzi e dato loro una sommaria incollatina sono tornata stamane al lavoro. Non in forma splendida, ma accettabile, pure guardabile tutto sommato. E con una strana euforia, mi divertivo e sentivo che l'audience partecipava e condivideva. Bello. Un osservatore distratto mi avrebbe scambiato per il pifferaio di Hamelin, ma un occhio attento avrebbe notato i semi di autonomia che ho sparso. Non vorrei essere mai pifferaia che ammalia inconsapevoli fruitori di note più o meno intonate, ma strumento che spinga alla curiosità di approfondimento e consapevole giudizio. :) |
Post n°230 pubblicato il 03 Ottobre 2007 da daughterofthedesert
Ho passato due giorni a letto per una noiosa forma influenzale da cui ancora non sono guarita, ma stamane raccolgo un pò di forze e provo ad alzarmi: lo specchio mi rimanda una faccia orribile, pallida con tanto di occhi solcati da occhiaie modello calamaro. Non sono decisamente giorni in cui per me sia consigliabile alcuna attività sociale, è pur sempre vero che anche l'occhio vuole la sua parte!! Mi dedico un pò al virtuale, al riparo di uno schermo viaggio come se avessi smalto e forze di una brillantezza acciecante. Ma dura poco, come tutto ciò che è finto. |
Post n°229 pubblicato il 24 Settembre 2007 da daughterofthedesert
Calore ci prende calore che scende che scivola addosso ci infiamma le vene ci prende le gote lo voglio lo voglio intenso reclama lo voglio di nuovo qui dentro di nuovo ricordo di te che guardi ferito questa oasi lenta ci svuota il cervello ci mette la gioia di un battito di ali il resto più nulla nessuna paura nessuna promessa nè prima nè dopo intenso ci prende calore ci prende si placa soltanto se poggi la mano su questo mio lembo di cielo.
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Post n°228 pubblicato il 17 Settembre 2007 da daughterofthedesert
"L'inferno dei viventi non è qualcosa che sarà; se ce n'è uno, è quello che è già qui, l'inferno che abitiamo tutti i giorni, che formiamo stando insieme. Due modi ci sono per non soffrirne. Il primo riesce facile a molti: accettare l'inferno e diventarne parte fino al punto di non vederlo più. Il secondo è rischioso ed esige attenzione e apprendimento continui: cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all'inferno, non è inferno, e farlo durare, e dargli spazio." Italo Calvino, Le città invisibili Presa dalla tentazione di agire seguendo la prima opzione, mi freno perchè sento forte il rischio di finir per marcire nella indifferenza e svelta svicolo verso la seconda, faticosa e impegnativa, ma gratificante. Da piccola mi indispettivo quando mio fratello faceva durare il suo gelato mentre io avevo già divorato il mio, inevitabilmente desiderandone poi ancora. Lui aveva già capito come garantirsi un minor grado di sofferenza, io solo ora. :) Photo: Rajul Iyer, Heaven on Earth |
Post n°227 pubblicato il 07 Settembre 2007 da daughterofthedesert
Settimana in casa chiusa dentro cassetti, armadi, cassapanche, scrivanie, librerie ovvero come ritrovarsi in una selva oscura a cercare di far luce. Non amo buttare via cose perchè le cose parlano, mi sembra di mettere a tacere senza alcun riguardo un amico che racconta. Ma viene il tempo in cui è necessario farlo, allora mi armo di coraggio, sacchi e mi ci metto di impegno. Ad un primo momento di smarrimento e innumerevoli ripensamenti segue la follia e la smania di liberarsi di ciò che fino a poco tempo prima pareva irrinunciabile. Con la conseguenza che prima o poi arriva il momento in cui mi pento del "gesto inconsulto" e sento il peso della mancanza di ciò cui ho rinunciato. Da leggersi pure metaforicamente. |
Post n°226 pubblicato il 05 Settembre 2007 da daughterofthedesert
Ogni giorno muore un pezzetto di noi: per fortuna altri pezzetti prendono il posto di quelli defunti, pace all'anima loro. Così va la vita. Oggi è morto il mio pezzetto "che bello piangersi addosso" sostituito da quello "ma chi se ne frega". Mi pare che il sostituto sia bello pimpante e arrogantello. Mi toccherà tenerlo a bada. Painting: Knives, Andy Warhol |
Post n°225 pubblicato il 31 Agosto 2007 da daughterofthedesert
Chi non sta dicendo ecco l'estate è finita alzi una mano. Da quassù osservo piccoli ometti che corrono per difendersi dalla pioggia, che improvvisa li ha sorpresi al ritorno dal lavoro. Alcuni stanno schiacciati contro i muri, altri al riparo di pensiline o tende, altri se ne fregano e camminano ostenando indifferenza, o forse solo rassegnazione. Oggi terminano ufficialmente le mie ferie, oggi l'anno scolastico finisce. Il 2006/2007. Certo questo anno è stato davvero pieno di cose, i viaggi l'aspetto più piacevole, decisamente, accanto a incontri con persone che mi han lasciato segni, quello più spiacevole forse ansie per la salute e amici che ho visto allontanarsi, uno solo fisicamente, altri del tutto. Poi è stato l'anno dell'ingresso nella quinta decade. Non pesa allo specchio, ma dentro non escludo stia strisciando qualcosa che ancora non ho chiaro. Prometto che starò vigile. Ora si alza anche un gran vento forte. Giocherella con la pioggia violenta e la fa cadere come giri di tango. Mammma la zanzariera è caduta, mi distraggo dal mio fantasticare e corro a sistemarla. Ho un bel lavoro, una bella famiglia, serena economicamente, contano no questi aspetti della vita per dirsi soddisfatti? Sarebbe stupido trovare dei difetti, quando il panorama intorno parla di difficoltà nella occupazione, negli affetti e nella spesa. Eppure, eppure.. Vorrei sentirmi come nel momneto in cui la orrenda musica house di figlio dopo venti minuti di ta tatata ta tatata ta tatata all'improvviso esplode in un assolo di violino.
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Post n°224 pubblicato il 31 Agosto 2007 da daughterofthedesert
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Post n°223 pubblicato il 30 Agosto 2007 da daughterofthedesert
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Post n°222 pubblicato il 29 Agosto 2007 da daughterofthedesert
Che meraviglia star stesa mollemente su un lettino in spiaggia sotto questo sole un pò pallido ma presente. Silenzio attorno, passati i giorni della pazza folla, colori giallo ocra, rosso, verde, azzurro, un aquilone mi osserva divertito. Sorrido e faccio entrare dentro tutto questo, so che durerà ancora poco, ma pure che sarà una riserva preziosa cui attingere per tutto l'inverno in attesa della prossima primavera. Guardo avanti.Cerco forme di equilibrio. Photo: "Red Umbrella" Diana Schwartz |
Post n°221 pubblicato il 28 Agosto 2007 da daughterofthedesert
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Post n°220 pubblicato il 27 Agosto 2007 da daughterofthedesert
Lunga discussione ieri sera sul concetto di normalità. Devo ricordarmi di rielaborarne i concetti. Per ora lascio questa poesia di parole non mie, ma di contenuti a me vicini. Ricerca furiosa di cosa sia normalità Vivo nelle cose,
Maria Pia Romano Painting: Tarsila Do Amaral |
Post n°219 pubblicato il 23 Agosto 2007 da daughterofthedesert
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Autunno del 1994, lavoravo fuori sede e spesso ero costretta a restare oltre orario per varie riunioni e progetti. Una scuola tecnica con maggioranza di insegnanti maschi. Le poche insegnanti, in quanto femmine, faticavano non poco a cercare di sgattaiolare via alle numerose avances dei colleghi. Fra tutti però si distingueva Lui, anche LUI di un'altra città, identico a Hugh Grant, ma identico identico, non solo nel fisico, ma anche nelle titubanze dell'eloquio. Pur nei suoi quaranta e passa anni fatti di eleganza, bell'aspetto e cultura elevata, arrossiva, inorridiva e balbettava un poco se una di quelle signore faceva battutine osè. Insomma colpiva il lato materno di quelle signore, che lo trovavano un delizioso nonchè affascinante peluche. Chissà come fu, si interessò ai miei interessi e passammo mesi a conversare di cinema, teatro, viaggi. Eravamo immagino sulla bocca di tutti, inevitabile: insolito che due persone sposate con altri passassero insieme seduti al bar della scuola o in giardino ogni ora buca del mattino e quelle dei pomeriggi in attesa delle riunioni, parlando parlando parlando. Ci riconoscevamo una notevole vicinanza mentale nella conoscenza reciproca sempre più profonda, ma mai tale da spingerci a trasformarla in curiosità fisica dell'altro. Un giorno gli comunicai che avevo chiesto quindici giorni di aspettativa, sorrisi per il suo sguardo smarrito e mi stupii quando sussurrò:"E io come faccio?". Certo si riferiva a come avrebbe passato il tempo, con chi avrebbe parlato, con nessun altro aveva maturato una confidenza tale. Così preparai un "survival kit", una bustina al giorno da aprire nei miei quindici giorni di assenza, con dentro suggerimenti pensieri che lo avrebbero potuto occupare in mia assenza, cose tipo pensare ai diei film più significativi per lui o cose simili... Ne restò colpito e al mio ritorno mi restituì subito tutto diligentemente compilato, mi chiese di salire in macchina e si diresse verso il mare. Avevamo due ore di tempo libere prima della riunione. Si fermò davanti a una villetta rosa, io mi girai pensando volesse chiacchierare, ma lui mi chiese se immaginavo perchè si era fermato lì. Mi detti della scema mentalmente, come non pensare che poteva essere la sua casa la mare? Ma lo chiesi. "Scendi dai" disse. Entrammo attraverso una di quelle tende fatte di palline di legnetti e salimmo su per una scaletta, fino a una piccola camera, sul cui letto si sedette poggiando ripetutamente la mano sul lenzuolo per invitarmi a sedergli accanto. Lo feci, decisamente stupita, ma in silenzio. Lo fissai: "Che ti aspetti da me?" Rise lasciandosi andare all'indietro sul letto, feci lo stesso conscia di avergli rovinato un progetto di cui non ero a conoscenza, ci alzammo subito e andammo a bere un caffè sulla spiaggia. Sorrido io pure oggi a ripensarci, fu buffo. Rifletto su certi meccanismi della attrazione. Fisica? Mentale? Mah, a volte nasce da disegni che la nostra percezione impazzita si diverte a ritrarre burlandosi di noi. |
Post n°217 pubblicato il 19 Agosto 2007 da daughterofthedesert
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Post n°216 pubblicato il 17 Agosto 2007 da daughterofthedesert
Dalle pene d'amore prima o poi si guarisce, non lo diresti mai alla fine di una storia, ma invece succede, alla stessa stregua di una ferita che si rimargina, resta una cicatrice cui con il passare del tempo ti affezioni perchè diventa un pezzo di te a distinguere quel che eri prima e quello che sei stata dopo. Ho amato, posso dirlo. E sono guarita sempre quando la storia non ha funzionato, ma restano due amori irrisolti, mai cicatrizzati. Quelli restano lì e sebbene anni luce li separi, mi sto rendendo conto che da nessuno dei due son guarita mai, nonostante l'evidenza della loro fine, non son finiti mai per me. Nonostante abbia poi ri-amato, loro son rimasti lì. Non è servito a nulla nel tempo sforzarmi di dimenticare quei due amori rimasti sospesi, ricacciarne il pensiero negli angoli più bui della mente: è servito invece deporre le armi, amare l'idea di convivere con essi, accettare il fatto che resteranno sempre presenze che urlano inascoltate, vive dentro di me insieme a tutte le altre cose vive che vivono dentro di me. Ma lo so io solo. E solo io devo saperlo. Painting: William-Adolphe Bouguereau, Douleur D'Amour |
AREA PERSONALE
WORDS ON MY SKIN
"Menino vanto altri delle pagine che hanno scritto.
Jorge Luis Borges