Creato da daughterofthedesert il 28/06/2006

Match point

mai certa la vittoria, nemmeno la sconfitta però...

 

 

Post N° 275

Post n°275 pubblicato il 30 Maggio 2008 da daughterofthedesert

carmen r. sonnes soledad

Stamane ero davvero carina. La gonnellina di velo di seta svolazzava leggera leggera accolta dal sublime contrasto fra il piacere di sentirla scivolare addosso e il timore si levasse in volo su su. Appoggiavo spesso le mani sulle cosce piegando un pò le gambe unite per fare da fermo a quel vento impertinente, che si divertiva a sorprendermi cambiando via e rotta nel tentativo di insinuarsi e gonfiare la stoffa.

Amo il vento che non porta solo e sempre il mal di testa, ma aria aria che respiro sempre forte.

In questo tempo mi osservo con attenzione e mi prendo cura di me, preservandomi con attenzione da tutto ciò che tenta di scalfire una consapevolezza di cui ormai sono certa: ho fatto quello che mi sentivo di fare, sempre.

 
 
 

Curled and whole

Post n°274 pubblicato il 21 Maggio 2008 da daughterofthedesert

". . . how life, from being made up of little separate incidents which
one lived one by one, became curled and whole like a wave which bore one
up with it and threw one down with it, there, with a dash on the beach
V.Woolf "To the Lighthouse"

A uno a uno si mescolano fra loro nella nostra vita tutti gli eventi grandi e piccoli che ogni secondo ingrossano l'onda.

Ci sono attimi di risacca che mi fan prendere fiato dopo tempo di  burrasca, allora riprendo forza, resto all'erta così non mi farò sorprendere quando tornerà  a ingrossarsi l'ondata che mi sbatterà ancora una volta stesa sulla battigia, dolorante, ma su una terra ferma.

Mi solleverò seduta sulla sabbia, verso l'orizzonte con lo sguardo  e guarderò lontano respirando lentamente della vista.

Ho sempre amato questo attimo e ho sempre sperato di poterne prolungare il piacere all'infinito.

 
 
 

Destiny

Post n°273 pubblicato il 26 Aprile 2008 da daughterofthedesert

Mi si è materializzato Goku in casa, oddio. Figlio è tornato a casa dal barbiere con una pettinatura che sfida leggi della fisica. Abbozzo, dopo tutto sono o non sono una mamma in? Ma, senti, come fai con il casco? Tengo la piastra e la cera ( cera si chiama adesso, ecco, il gel è superato ) nella borsa ( borsa, capito, non più zaino), oppure vado in bici, al massimo mi accompagni tu in macchina. Ecco, volevo ben dire. Dopo che lo doti di scooter, pensi sia finito il tempo di fare la taxista, ti scordi di dover fare i conti con la pettinatura o lo "smanettamento" dello stesso, cui figlio aggiungerà così tanti nuovi preziosi pezzi più o meno leciti da fare gola a quei ribaldi che appena parcheggia il mezzo, abbandonandolo, penseran bene di andare a rubarglieli.

Torno ad abbozzare mentre lo guardo specchiarsi soddisfatto, sistemandosi qualche ciocca qua e là. Ecco, se lo bocciano ho un secondo mestiere di riserva per lui dopo l'eletrauto: il barbiere.

Mi allontano canticchiando a voce alta la sigla di Dragonball e beccandomi una cuscinata in piena spalla destra.

:)

...What’s my destiny Dragon Ball, tu non ci provi mai Dragon Ball, maturerai e già lo sai, che il buio vincerai...

 
 
 

Grace

Post n°272 pubblicato il 25 Aprile 2008 da daughterofthedesert
 

Tutto è cominciato quando morì mio padre: la prima cosa che feci fu uscire a guardare il giardino, era maggio ed era tutto in fiore, soprattutto i boschetti di fiori gialli, c'era tanto verde e un cielo blu terso e un venticello che era una delizia. Mi aspettavo forse che quello che avevo dentro fosse rispettato anche dalla natura, ma non era così e mi stupii non poco del fatto che un cielo plumbeo e carico di nuvole non oscurasse quella splendida primavera. Volevo le mie nuvole fuori.

La seconda cosa che feci fu inconsapevole: iniziai a forgiare quel lato del mio carattere che mi permette di celare con cura, una cura sempre più precisa con il passare degli anni, le mie emozioni meno rassicuranti per l'osservatore. Avevo 15 anni, mamma piangeva tanto, mi dispiaceva vederla così, se avessi pianto avrei aumentato il suo dolore pensai, così scelsi di mostrarmi forte e "matura".

Con il tempo è divenuto per me naturale preferire ascoltare di altri, piuttosto che parlare di me. Non è casuale che ami scrivere un blog in cui ho raccontato anche cose che nessuno sa: di coloro che leggono nessuno ( a parte uno ) mi conosce  di persona.

Quando mi chiedi come sto rispondo rapidamente e ti chiedo subito e tu. Faccio io domande: le persone amano che venga data loro la possibilità di raccontarsi e per me è divenuto naturale permettere loro di farlo.

Mia cara, non pensare che solo perchè ti sorrido tanto e porto leggerezza alla tua vita così dura, il mio dentro sia uguale al mio fuori, ho tanto tanto tanto dentro di inespresso che non sono stata capace di portare alla luce fin da allora.

A volte disegno, piccoli schizzi con le penne colorate, e mentre lo faccio ho una smania curiosa, mi aspetto che prima o poi dalla punta di quelle matite esca una cosa tipo blob, che vomiti sul foglio tutte quelle nuvole che quel giorno non ebbi.

 
 
 

Il mio tempo

Post n°271 pubblicato il 17 Aprile 2008 da daughterofthedesert

Testa piena di post it: vorrei soffiasse una folata di vento che li faccia volare via. Giornate molto piene, sarà così per un pò. Mi vedo costretta a dare priorità a ciò che spesso non corrisponde alle mie naturali inclinazioni, in giornate così. Chi mi conosce sa quanto lo detesti.

E' uno sforzo immane cercare di tenere tutto sotto controllo, con il timore che qualcosa fugga via e una voglia pazza di mandare tutto al diavolo e liberare la mente, permetterle di vagare random.

Arriverà l'estate in cui butterò orologio, agenda e abiti. Tengo duro. :)

 
 
 

Pippa

Post n°270 pubblicato il 12 Aprile 2008 da daughterofthedesert

Fine del viaggio.Fine del sogno?

 
 
 

Never

Post n°269 pubblicato il 10 Aprile 2008 da daughterofthedesert

"Tho' much is taken, much abides; and tho'
We are not now that strength which in the old days
Moved earth and heaven; that which we are, we are;
One equal-temper of heroic hearts,
Made weak by time and fate, but strong in will
To strive, to seek, to find, and not to yield.     ( Tennyson, Ulysses )

Lo so. Siete stanche. Siete scoraggiate. Avete pochissime gratificazioni. Eppure ci credevate eccome.

L. mi ricordo ancora le tue lezioni, ne ero così affascinata, io giovane supplente alle prime armi ti chiedevo sempre di assistervi, tu con la tua genialità e il tuo approccio allora così moderno, eri un faro, non trovo altra parola. Non dirmi ora: "Che cambiamo a fare il libro, tanto nemmeno se ne accorgerebbero". 

E tu R., hai percorso strade simili alla mia, con anni di fatiche immani fra chilometri da percorrere ogni giorno, programmi sempre nuovi, pappe  e pannolini. Vieni dalla stessa realtà e hai maturato la stessa esperienza. Ora non reggi più, una famiglia troppo impegnativa, lo capisco, quello che è al di là della mia comprensione è questo tuo gettare la spugna.

I nostri ragazzi mutano con il mutare di secondi, non di stagioni, e che facciamo noi? Restiamo attaccate a un palo? Ci rassegnamo a guardarli vivere con tutte le loro fragilità? Per sentirci poi chiedere: "Ma voi dove eravate?" ?

E' un mestiere durissimo, durissimo mie care, ma come nessun altro ha bisogno di lotta, di bandire la rassegnazione, di cercare nuove strategie, di non arrendersi. Nonostante l'ottusità e la incompetenza dei governanti, le due lire, la scarsa riconoscenza, le ore di lavoro a casa mescolate al girar del ragù, le battaglie perse con genitori assenti eccetera eccetera eccetera.

To strive, to seek, to find, and not to yield. Lo tengo a mente da anni questo verso, mi ha aiutato e mi aiuta, non sono diversa da voi per lo struggimento nel leggere quanto sia difficile, ma forse lo sono per aver scelto di non mollare. Mai.

 

 
 
 

<< "...Nonsense!!" ..

Post n°268 pubblicato il 07 Aprile 2008 da daughterofthedesert

.. said Alice very loudly. >>  Lewis Carroll

Ho voglia di scrivere stasera, amo farlo di notte quando unici rumori sono quelli della ventola del pc e dei tasti che pigio. Non so ancora di cosa, trascrivo il fluire dei pensieri questa notte, non mi sono avvicinata alla pagina con una idea in mente, solo la voglia di scrivere. Solo nonsense sarà.

Ogni tanto mi fermo e rileggo, correggo gli errori, spesso accavallo le lettere, le anticipo o le posticipo, ottenendo buffe parole. Lo sa chi chiacchiera con me sul messenger: a volte leggo replicare un eh? con molte h e punti interrogativi. Indice di scarsa fantasia, dico, e fingo di aver scritto appositamente sbagliato per mettere alla prova l'intuito dell'/la interlocutore/trice.

La prima volta che ho avuto a che fare con una tastiera fu credo quando frequentavo le scuole medie. In casa c'era una Olivetti portatile bianca e rossa non molto nuova, certe stanghette con le lettere ogni tanto salivano a gruppi di due o tre per andarsi a incastrare sullo spazio vicino al foglio. Quando sbagliavo non c'era la freccia canc, ma una strisciolina bianca con una polverina opaca su cui si batteva la lettera giusta. Per scrivere i numeri bisognava prima pigiare il tasto della maiuscola: confesso che ancora oggi ogni tanto mi succede di farlo! :)

Poi vai a spiegare tu che significa type.

C'era anche la TV in bianco e nero con un canale solo e solo i tasti per alzare e abbassare il volume, accendere e spegnere. A letto dopo il Carosello, che non aveva nulla a che fare con girotondi di manifestazioni di piazza.

C'erano già le auto, non più le carrozze. :))

Siamo in gruppo con la Turchia nella festa d'Europa di primavera. La Giulia ha storto il naso e mi sono arrabbiata: ma come! abbiamo scelto di concentrarci sul tema "cittadinanza europea" e tu storgi il naso se fra le nazioni cui il nostro gruppo è associato c'è anche un paese che senti lontano ( per dirla in modo fine )? Quanto è difficile.

Partecipo al consiglio di classe di mio figlio, intervengo chiedendo che tipo di attenzione danno gli insegnanti ai ragazzi che hanno più difficoltà visto che pare sia una classe in maggioranza di geni: mi intenerisco per quelli che geni non sono affatto, è solo casuale sia madre di uno di loro. Prof sciorinanti la cifra di migliaia di euro spesi in corsi di recupero. Esco consapevole di avere gettato un sassolino e spero che se proprio devono lo boccino perchè non è in grado a loro avviso di frequentare la classe successiva e non perchè solo zavorra.

Sabato ho amato lasciare al sole appoggiare calore sulla mia faccia, gli ho succhiato tutta l'energia che aveva, perciò oggi si è riposato, l'ho ridotto uno straccio! :)

Che scema...

Domani devo ricordarmi di andare a versare i soldi per il pullman della vista di istruzione a Verona di venerdì. Luca non mi ha portato i soldi, devo ricordare di chiederglieli prima.

That's all folks.

Image: M.Kirk, 1904

 
 
 

#2 - Once in a lifetime

Post n°267 pubblicato il 30 Marzo 2008 da daughterofthedesert
 

Vorrei essere più che un pensiero felice, pur consapevole del valore elevato di un pensiero felice,  vorrei che tu mi facessi sentire  acqua da bere, aria da respirare, mollica di pane da sciogliere sotto il palato come nutrimento.

Mi allargo, già. Permettimi di farlo una volta nella vita, in quel pezzo di vita in cui  girandoti mi hai trovato a fianco, così come sono, curiosa, paziente, discreta, rispettosa, tenera, disponibile, affettuosa senza timore che questi possano essere scambiati per sintomi di debolezza o arrendevolezza, ma per indole, solo per indole.

Mi piacerebbe sentirmi dire che il posto in cui sto ha un valore, non doverlo indovinare da uno sguardo o nella pausa di una conversazione.

Agli affetti va data seria attenzione. Cure. Disinteressate, spontanee. Anche se ciò porta via del tempo ad altro, altro non sarà mai eterno come la voce, l'abbraccio, il sostegno, la fiducia di una persona che ti vuole bene. Sinceramente e profondamente.

Non dire che non è nelle tue corde. Le corde non sono catene o cemento armato, ma possono essere duttile strumento da annodare, slegare, piegare, farne sostegno.

Vorrei che quello che vorrei fosse quello che vorresti tu.

Qui sta il problema. Non ci si dovrebbe mai aspettare che le nostre modalità di esprimere affetto debbano corrispondere a quelle dell'altro. Giusto.

Ma lascia che per una volta una sola volta possa scrivere quello che vorrei in un messaggio mai mandato, in parole mai dette.

 
 
 

Effetto primavera.

Post n°266 pubblicato il 22 Marzo 2008 da daughterofthedesert

Mani immerse nell'acqua solleticano fragole, dita sporche di succo, le appoggio alle narici e ne ascolto il profumo. Restano macchioline rosse sotto il naso. Le assaggio.

 
 
 

Post N° 265

Post n°265 pubblicato il 22 Marzo 2008 da daughterofthedesert
 

 
 
 

Il primo giorno di primavera

Post n°264 pubblicato il 21 Marzo 2008 da daughterofthedesert

Primo giorno di primavera, penso al variare delle stagioni e a come siamo sempre abituati a incasellare tutto in categorie, stupendoci del fatto di trovare condizioni atmosferiche differenti da quelle corrispondenti al tipico quadro disegnato per i vari periodi dell'anno. Non credo dovrebbe contare tanto per la gente comune, certo meno che a coloro che studiano il variare del tempo per la necessità di poter consultare un quadro di riferimento. Per la gente comune dovrebbe contare più la percezione dei cambiamenti: oggi io lo sento un cambiamento, non mi basta vedere le gemme sbocciate e le margheritine nel parco, lo sento dentro. Arrivando il tempo che chiamano primavera può anche nevicare, non mi importa tanto, pur amando terribilmente il sole, ma sempre sempre sempre in questo periodo mi prende una smania di mutamento che è davvero eccitante.

:)

Scelgo la foto di un piccola perla di film che mi viene sempre a mente quando parlo di stagioni e dell'idea del cambiamento, profondamente vicino a riflessioni che mi sono care in questi giorni.

 
 
 

Il tè

Post n°263 pubblicato il 20 Marzo 2008 da daughterofthedesert

"Fuori il mondo ruggisce o si addormenta, scoppiano le guerre, gli uomini vivono e muoiono, alcune nazioni periscono, altre, che verranno presto inghiottite, sorgono, e in tutto questo rumore e questo furore, in queste esplosioni e risacche, mentre il mondo avanza, si infiamma, si strazia e rinasce, si agita la vita umana. Allora beviamo una tazza di tè....il tè non è una bevanda qualunque. Quando diventa rituale, rappresenta tutta la capacità di vedere la grandezza nelle piccole cose. Dove si trova la bellezza? Nelle grandi cose che, come le altre, sono destinate a morire, oppure nelle piccole cose che, senza nessuna pretesa, sanno incastonare nell’attimo una gemma d’infinito? Il rituale del tè, quel puntuale rinnovarsi degli stessi gesti e della stessa degustazione, quell'accesso a sensazioni semplici, autentiche, raffinate, quella libertà concessa a tutti, a poco prezzo, di diventare aristocratici del gusto, perchè il tè è la bevanda dei ricchi così come dei poveri, il rituale del tè, quindi, ha la straordinaria virtù di aprire una breccia di serena armonia nell'assurdità delle nostre vite. Sì, l'universo tende segretamente alla vacuità, le anime perdute rimpiangono la bellezza, l'insensatezza ci accerchia. Allora beviamo una tazza di tè. Scende il silenzio, fuori si ode il vento che soffia, le foglie autunnali stormiscono e volano via, il gatto dorme in una calda luce. E, a ogni sorso, il tempo si sublima." M.Barbery

A proposito di coincidenze riflessione/lettura/ vita vera.

 
 
 

Mondo Nike!

Post n°262 pubblicato il 19 Marzo 2008 da daughterofthedesert

Generation gap: ovvero cose che mi fan sentire il peso degli anni.

Se io leggo le parole Vanity Fair, David Copperfield e Grande Fratello intendo rispettivamente il titolo di due romanzi e il nome del dittatore immaginario dell'immaginario stato Di "1984".

Se le stesse parole vengono nominate ( lette è già azzardato!!) a molti studenti adolescenti essi alzeranno la mano dicendo io lo so io lo so rispondendo che si tratta  rispettivamente di una rivista fashion, un mago, un reality show.

Ma com'è che se a me chiedono cosa vuol dire emo, pogare, spacca .. lo so?

Buon proposito: approfittare dell'attimo di stupore che segue il loro realizzare che lo so e raccontare i precedenti più illustri. Solo così ne resterà traccia!!

:))))

Foto: La Nike di Samotracia

 
 
 

Early cup of tea

Post n°261 pubblicato il 18 Marzo 2008 da daughterofthedesert

La gatta si materializza sotto le mie dita, la testa pesante come un macigno riesce miracolosamente a girarsi verso la sveglia mentre l'ammasso di peli si gode una dose inattesa di grattatine . Le cinque e cinque. Insuccesso completo dei painkiller assunti in dosi quasi massicce, mi alzo ad assoldarne un altro, ondeggio, la gatta fra i piedi. Ormai meglio non tornare a letto, crollerei e sarebbe una impresa improponibile la levata alla solita ora. Mani piene di tazza di tè mi adagio sulla poltrona con le rotelle e mi specchio nel vetro della libreria. Sono dimagrita e ho tagliato un poco i capelli, un pò spettinati, sto bene se non fosse per occhiaie malefiche  a testimoniare i tre giorni di seminferno. L'ho detto già una volta, fossi omo mi innamorerei di me, pure delle occhiaie. :) Sorrido e mi chiedo come sia possibile essere sempre così capace di farlo, sorridere a me e al mondo quando me e mondo siamo attraversati da battenti venti di bufera, come sarà che io riesca sempre a osservarmi/lo e trovare il modo di amarmi/lo? Lo so perchè. Ne scriverò forse.

 
 
 

#1 - As time goes by

Post n°260 pubblicato il 17 Marzo 2008 da daughterofthedesert
 

Mi spiace che da quando tu  hai il numero nuovo le nostre Sim si odino così tanto da lasciare sms perdersi nel vuoto dell'etere, mi piace sempre molto avere tue risposte ai miei messaggi, però se non ti arrivano complesso pensare di riceverne! Ma tant'è. Ho la triste sensazione che, mentre prima in qualche modo percorrevamo pavimenti divenuti famigliari, ora stiamo entrando in corridoi che si separano e il fatto di perdere gradualmente i contatti faccia parte di un disegno di chissà quali giocatori  che tramano a nostra insaputa.. :) Faccio leva sul classico rassicurante " cosa conta" che salva sempre e credo che per ora la risposta più giusta sia " il fatto che tu stia bene" e allora tutto si quieta, tutto si circonda di una nebbiolina fine fine tipo the end di "Casablanca". E amen.

 
 
 

HEADACHE

Post n°259 pubblicato il 17 Marzo 2008 da daughterofthedesert

Più o meno la mia testa è così oggi....

Need a painkiller.

Just a killer for good.

 
 
 

Il mondo delle cose dentro

Post n°258 pubblicato il 11 Marzo 2008 da daughterofthedesert

"Abbiamo tutti dentro un mondo di cose: ciascuno un suo mondo di cose! E come possiamo intenderci, signore, se nelle parole ch'io dico metto il senso e il valore delle cose come sono dentro di me; mentre chi le ascolta, inevitabilmente le assume col senso e col valore che hanno per sé, del mondo com'egli l'ha dentro? Crediamo di intenderci; non ci intendiamo mai!" ( Pirandello,  Sei personaggi in cerca d'autore)

Forse succede perchè ascoltando si dovrebbe cercare di entrare nel mondo di chi parla, uscire per un attimo da quello cui siamo così strenuamente ancorati, il nostro. Giusto per un momentaneo cambio di visuale. Giusto per ricordarci che ci son altre, innumerevoli, insospettate  prospettive di osservazione. Poi magari chissà, sarà più agevole intendersi.

 
 
 

Road to somewhere ?

Post n°257 pubblicato il 10 Marzo 2008 da daughterofthedesert


"There's a city in my mind
Come along and take that ride.." Talking Heads, Road to Nowhere


Incredibile il circo di coincidenze che mi frulla intorno: trovo segnali di quel che penso/ scrivo/dico in ciò che ascolto/leggo/osservo con una frequenza quasi allarmante.

Come imbattersi in percorsi già noti a pezzi di un me da me ignorati.

Colpita.

Bella cosa. Ci sarà un senso in tutto questo?

 
 
 

Odette Toulemonde - Lezioni di felicità

Post n°256 pubblicato il 10 Marzo 2008 da daughterofthedesert

Domenica pomeriggio al cinema, sempre in quello antico in centro con i sedili di quel velluto antico che odora di muffa, una vera delizia per gli estimatori.

Entriamo e studiamo la postazione. Di solito cerchiamo di allontanarci da ragazzi che hanno in mano patatine e pacchi rumorosi di plastica, signore anziane terribili commentatrici a voce alta ( indimenticabile il "Che bei posti eh?"  nella scena più cruda di "Il vento che accarezza l'erba" durante la quale un prigioniero veniva torturato con strappo delle unghie... ). Ci sistemiamo, guardiamo un pò di pubblicità, due chiacchiere e poi.. silenzio, inizia.

Un crescendo di puro surrealismo, momenti grotteschi e terribilmente kitsch, altri di un romanticismo così smielato da imbarazzarti, il tutto eccessivo a tal punto che un film così o lo adori o lo odi, ma soprattutto ... che dire di Odette?

Ha fatto volare la mia mente a Vianne alle prese con i suoi dolci al cioccolato e alla gioia pura nella tristezza di Amelie Pulaine e al senso pratico di Mary Poppins che vola come lei, ma anche a Renèe Michel per quel messaggio di fondo contro le intolleranze culturali.

E alle mie gonne.

E a come mi muovo al ritmo di musica nei gesti quotidiani.

E al mio sorridere sempre e svolacchiare.

Calmati P, calmati.

Così è che all'ennesimo balletto, questa volta corale, con tanto di figlio vestito con gonnellino di banane, non ce l'abbiamo più fatta, abbiamo cominciato a ridere come due ragazzine, ma di quel riso che viene dalla pancia e ti fa dolere i muscoli. Erano secoli che non mi succedeva.

Ci siam beccate un "Shhhhh" dalle vegliarde.

Lezioni di leggerezza.

 
 
 

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Il mio orgoglio sta in quelle che ho letto."

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