matite grasse_______

Caffè letterario_____


Alcuni amici intellettuali si incontrano ad un caffè, occasione per intrattenere piacevoli conversazioni su filosofia, arte, poesia, e… e boh, fate un po’ voi. «FFFFFFF!» (sorbita di tè) Cartesio: Mo’ soccia, ragassi, ci ho tribolato un pochino a trovare il mio metodo per la conozienza! E alla fine c’ho fatto l’introdusione che poi tutti quanti me l’hanno studiata. È stata una gran soddisfasione! Aristotele: A-oh, ma ghe te sta’ dì, da noi manco l’avemo vista… Marx: Mi devo fare la barba… è un paio di settimane che dico che me la faccio e poi rimando sempre… «FFFFFFF!» Manuel: Ma vogliamo parlare della gnocca? Di questa cosa misteriosa che - non so perché - piace? Marx: Quella che piace in verità è la figa proletaria. La figa borghese invece è pudica, malaticcia… e puzza anche un po’. Per questo io vi dico, signori: viva la figa proletaria! Shopenauer: Salve a tutti, scusate il ritardo! Manuel: Toh, è arrivato quello buono… quello che ride sempre! Adesso ci butta in merda la discussione… Hey Shopy, dove sei stato, stavi tentando il suicidio? «FFFFFFF!» «CRONCH!» (rumore di biscotto inzuppato morsicato) Cartesio: La gnocca è la gnocca, ragassi! È quasi meglio della ghiandola pineale! Shopenauer: Mi sembra di capire che siete tutti attratti da questa cosa, come animali mossi solo dall’istinto… dovremmo cercare di andare oltre queste futilità… Aristotele: Ehm be’? E se io c’ho voia de’ trombà, che devo fa’? Conosci un modo miore? Cartesio: Mo’ ti fai un bel raspone, Aristotele! Manuel: Io penso sia bello che le donne abbiano la figa… voglio dire: pensa a una bella donna col cazzo! Aristotele: Ce ne stanno parecchie… se voi te sce porto… «FFFFFFFFFFFFF!» «CRONCH!» Marx: Ognuno ha diritto alla figa. Manuel: Sono pienamente d’accordo. «FFFFFFFFFF!» Marx: Hey, ma sono l’unico ebreo qui in mezzo? «FFFF!» Manuel: Cazzo, Renè, ti sei fatto fuori tutti i biscotti! Aristotele: Fatto sparì eh? Che te possino… Cartesio: Soccia, erano troppo buoni! «FFFFFFF!» Aristotele: A-oh, bella ggente, ve devo salutà, che mo’ devo annà che c’ho a’lezione con Alessandro… Shopenauer: Chi? Aristotele: Ma lì, Alessandro… Maggio, Marcio, Magno… uno studente mio… «FFFFFFFFFFF!»