Long away

Post N° 136


A volte mi vergogno di essere italiano. Come si può contestare e fischiare un uomo malato e infermo in carrozzella, internato in un campo di concentramento e partigiano decorato per meriti acquisiti nella guerra di Liberazione? La festa di ieri è la festa di tutti! Di tutta l'Italia! L'Italia della solidarietà, della memoria, patria del diritto, della ricchezza culturale che gli illustri avi ci hanno lasciato, delle bellezze naturali uniche al mondo, della gente operosa che rimboccandosi le maniche con tanta dignità ha contribuito alla rinascita e al boom  economico del paese. Ebbene la nostra Liberazione è incompleta se esistono ancora gesti, per fortuna di pochi abbietti, che usano la violenza anche verbale come espressione di incapacità al dialogo e alla convivenza civile. Viene da chiedersi come mai a distanza di oltre 60 anni da quei giorni che videro l'alba di un'Italia divisa tra chi ha saputo scegliere tra il bene e il male, il nostro sia un paese prigioniero di un fanatismo che gli impedisce di considerare la legittimità del pensiero diverso. Un paese diviso tra la ragione e un odio che non dovremo mai stancarci di combattere.