Creato da mauritai il 13/02/2011

Giuliano Trentadue

non mi ricordo gli occhi

 

 

Non mi ricordo gli occhi

Post n°2 pubblicato il 20 Febbraio 2011 da mauritai

Non mi ricordo gli occhi

Di Giuliano Trentadue

Sinossi

Protagonisti,Daniele,studente liceale,17 anni,Milano e quell'altra Milano.Racconto truce,crudo,asciutto,senza orpelli ed ornamenti,un esempio di lucida follia.L'eroe negativo non scivola ma precipita dalla noia al vizio.

Vizio come affascinante alternativa a un vuoto generazionale in cui l'io non trova modo di strutturarsi,nessuna possibile fede.

L'esempio di un sociale demotivante e demotivato,di una borghesia che ha perso persino il nome e con esso la propia identità,fumo inodore di un passato che ripete solo stereotipi nel silenzio dell'anima.

Il silenzio lascia spazio alla depravazione come rimedio al non essere.

Daniele passa lo stargate,l'invisibile diaframma che divide la quotidianetà da quell' altra Milano che stanzia attorno alla Centrale,per entrare in un mondo duro,senza anima, eppure ugualmente reale e che alla dignità non rinuncia.

Scritto in bianco e nero il romanzo porta come nota  di colore un'unica circostanza, l'amore per Maria,un'ombra fugace gia lontana anche quando presente,effimera nella sostanza come nel modo,una goccia di sangue a ricordare la vita perduta,una vita cui è impossibile ritornare.

é il suicidio dell'anima che in fondo al pozzo si illude ancora della luce.

Il romanzo è ben strutturato,l'autore è razionale e lucido come il suo personaggio,sa descrivere le situazioni più scabrose senza mai essere volgare,l'indugiare sui particolari a dir poco truci in cui  vengono rotti i limiti di ogni umana decenza non è mai snza significato,coglie l'abiezione in cui l'anima può precipitare non inquinando mai con giudizi morali il racconto.

Un freddo e lucido osservatore che lascia ai fatti il commento.

La vis sta nello spaesamento,più che a compiacere o scandalizzare il lettore,l'intento è quello di spiazzare,sgomentare,rompendo gli argini della morale,per obbligare a riscoprire dentro di sè quei lati oscuri del propio essere che appartengono a tutti.

Nessuno  potrà dire di averlo letto senza esserne stato in un modo o nell'altro coinvolto.

Generare passione è lo scopo di qualsiasi romanzo,ma un romanzo degno del nome lo farà solo per aiutare l'introspezione,la riflessione e giammai unicamente  per compiacere e questo romanzo sicuramente raggiunge lo scopo e ottiene il premio.

L'atmosfera ricorda quella di un altro grande romanzo,quello di Celine,Viaggio al termine della notte,in cui un altro eroe negativo cerca e trova la propia  fine in un cavalcata epica mozzafiato verso l'inferno.

Daniele ci va saltando piè pari da un girone all'altro,senza sbagliare la mira,pigliando il diavolo per le corna.

Senza avere la negatività del romanzo di Celine,una morale  cinica che guida l'autore più ancora del protagonista,il romanzo abbraccia lo stesso nichilismo,un non senso che paradossalmente sembra essere l'unico senso possibile,un non senso in cui l'emozione dovuta al sesso,pur nella sua fugacità,e veramente tutto.

Il racconto non ha  nè cadute  nè sbavature.

Il tono monocorde è mirabilmente giocato in tutte le sue possibili sfumature-

Il ritmo sostenuto e piacevole .

Le poche citazioni appropiate  e appropriatamente scarne in perfetta armonia con il racconto.

Inteliggenti pauca.

Il vuoto domina l'intero romanzo fin dall'inizio a partire da quel ripetuto silenzio che preagonizza la fine.

Il fallimento è il fallimento di una genarazione,la nostra ,che non ha saputo trasmettere alcun valore al di là di una retorica assolutamente vuota.

L'universo precipita per un fortuito quanto occasionale attrattore verso il suo livello più basso,la strada.

Non consigliabile come testo scolastico e malgrado il protagonista sia un adoloscente è un libro per soli adulti dove per adulti si intendono persone che sanno dare alla pornografia il suo giusto valore cosi come l'autore  ha saputo dare.

Un libro da non mancare

 

                Valter Bocelli

 

 

 
 
 

Trama

Post n°1 pubblicato il 13 Febbraio 2011 da mauritai

Daniele, diciassettenne figlio di un noto chirurgo milanese conosce Gabro, un ragazzo rumeno, capo di una piccola organizzazione malavitosa che gravita nei dintorni della Stazione Centrale. Per Daniele è l’occasione per sfuggire alla noia, l’illusione di esistere. Tra conoscenze ed esperienze estreme nuove, il giovane sarà trascinato dal nuovo amico in un turbine che lo porterà fino al punto di vendersi per denaro. La parabola del vizio come affascinante alternativa a un vuoto generazionale in cui l’io non trova modo di strutturarsi e di una borghesia demotivata che ha perso persino il nome e con esso la propria identità.

 
 
 

AUTORE

GIULIANO TRENTADUE

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È NATO NEL 1952 A MILANO,DOVE VIVE E LAVORA.AUTORE DI RACCONTI E POESIE,HA AL SUO ATTIVO VARI SOGGETTI E SCENEGGIATURE PER IL CINEMA.QUESTO È IL SUO PRIMO ROMANZO SE VUOI SCAMBIARE UNA TUA OPINIONE CON L' AUTORE SCRIVI UNA EMAIL

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