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“ER PITTORESCO ALBANO”: ARTE, STORIA E GASTRONOMIA A DUE PASSI DA ROMA


‘Na gita ai Castelli: questo il titolo di una delle più note canzoni popolari romanesche portate al successo dal grande Claudio Villa, che ha dato voce e suoni ad una delle zone più note della provincia di Roma, i Castelli Romani. La canzone, nota al grande pubblico, racconta la storia di due amanti che si recano ai Castelli appunto per una gita fuoriporta e Nannì, la protagonista femminile, viene condotta dal suo amato in giro per tanti paesini per divertirsi e trascorrere una piacevole giornata. In questo girovagare Nannì giunge ad un certo punto in quel che viene definito "er pittoresco Albano". Pittoresco evoca una dimensione artistica e storica, una realtà da cartolina: è proprio così, la cittadina di Albano, uno dei centri nevralgici dei Castelli Romani, racchiude in sé arte, storia, bellezze naturali e specialità enogastronomiche tanto da renderla una città ideale per il turismo in tutte le sue declinazioni. La tradizione ricollega la nascita di Albano a quella della mitica Albalonga, tanto che l’araldica la rappresenta con una scrofa bianca che allatta trenta porcellini, segno del destino inseguito da Enea e suo figlio Ascanio per fondare la città eterna. Dalle radici mitologiche si passa alla concretezza storica con i numerosi reperti archeologici di epoca romana che testimoniano la presenza dell’accampamento militare della Seconda Legione Partica dell’imperatore Settimio Severo: l’Anfiteatro, unico esempio nei dintorni della Capitale; il Complesso termale; tratti delle Mura e delle Porte di accesso al campo; i Cisternoni, spettacolo di ingegneria idraulica non solo intatta, ma ancora funzionante, unici esempi al mondo. La storia e l’arte non si fermano all'epoca romana e passano per quella paleocristiana con il complesso delle catacombe di San Senatore, per le numerose chiese e santuari tra cui quello di San Gaspare del Bufalo e di Santa Maria della Rotonda, il tridente barocco di piazza San Paolo, le ville, i palazzi storici, i parchi ed i giardini all'italiana oggi meta preferita delle giovani coppie di sposi. In questo contesto una nostra Nannì contemporanea avrebbe una scelta ancor più ampia nel visitare Albano: una passeggiata romantica nel bosco che costeggia il Lago, con lo sguardo a perdersi da Palazzolo fino a Castel Gandolfo; la visita dei musei, dei reperti storici e dei monumenti che evocano di un glorioso passato; lo shopping nelle vie cittadine, che per la loro particolare forma rendono Albano Laziale la più lunga vetrina dei Castelli Romani e secondo i dati Istat uno dei centri commercialmente più attivi in Italia.Nannì, però, non potrebbe nemmeno fare a meno dei sapori di Albano, dei suoi profumi, che sanno di territorio seppur influenzati in maniera decisa dalla vicina Roma e dalla relativa distanza dai porti di Anzio e a scendere di Terracina.Albano è al centro della zona a denominazione di origine controllata dei Colli Albani dove si producono vini leggeri, da pasto, e se anche oggi le tradizionali osterie hanno lasciato il passo ai moderni aperitivi serviti lungo il corso principale dalle famiglie Carones, Fortini e Sesta, la scelta gastronomica ha numerosi spunti d’interesse nella cittadina.Se la tradizione romana viene rispettata nelle trattorie, da Bobbo e da Rosa,  di Piazza Pia, vecchia e rimpianta sede del mercato delle erbe, è proprio dal mercato ortofrutticolo, secondo per importanza nel Lazio, e nel giacimento gastronomico di Valle Ariccia che la cucina Albanese trae notevole vantaggio.L’effetto congiunto della terra vulcanica e della brezza marina che rapida corre sulla piana che separa i castelli dal Tirreno, rende superlativi i broccoli romaneschi, che nella versione locale “capoccione”, più grande e tornito, ha fornito agli albanensi l’appellativo di “broccolari” ed i carciofi cimaroli, assolutamente preziosi per la preparazione sia nella variante alla giudia che alla romana.Albano è anche prodotti e ricette tradizionali, ma che hanno trovato negli chef e ristoratori di oggi una nuova linfa e gioia di vivere.Se al forno Brillo in piazza San Pietro troviamo il vero “Maltagliato di Albano”, per la forma finita data a colpi di pala, e le tipiche ciambelle al vino; all’Antica Abbazia Massimo Vinciguerra tramanda la ricetta dei Broccoli Attufati al vino con l’aggiunta di aceto di qualità, ad esaltarne il gusto.Di contro Alessandro Ferracci della Vineria con cucina creativa Trama Tannica, ripropone in tutta la sua eleganza di ex piatto povero la Minestra di Pasta con Broccoli e Arzilla, per poi stupire nell’uso del carciofo nella sua Gricia all’Ortolana, primo piatto di valore assoluto o nel riproporre le animelle alla cacciatora o in semplice burro e alici.Mare e territorio abbiamo detto, connubio che trova nella fantasia di Claudio Carfagna e del fratello Andrea, titolari del ristorante Le Gallerie di Sopra spunti di eccellenza, sfruttando i citati carciofi, in polenta, e broccoli, ma aggiungendo nomi che vengono dal passato, come la cicerchia, gli asparagi selvatici, la boragine, servita quest’ultima fritta e di accompagno a zuppa di patate e baccalà al forno, rivisitazione della classica ricetta albanense del Baccalà alla Pirocca. Fantasia e tradizione: da una parte gnocchi di cicerchia con gambero rosso e arancia candita, dall’altra il pangiallo o la mortadella equina, riscoperta della macelleria Sabatucci sempre a Piazza Pia, servita con fichi e  misticanza, a confondere sapori classici e moderni.Il Pangiallo, come i Panpepati, le Fave da morto, le Frappe, le ciambelle da vino, prodotti con una lunga tradizione in quanto non eccessivamente ricchi e che ben si accompagnavano in Osteria per i tanti romani che usavano affollarne i tavolacci. Per chi vuole invece soddisfare la propria voglia di dolce: pasticceria al Duomo, sempre nei pressi di Piazza Pia.A concludere questo viaggio gastronomico non si può parlare dei Castelli Romani senza citare il maiale e i suoi derivati.La tradizione vuole che alcune famiglie di Norcia nell’800 trovarono dimora in quel di Genzano, per poi prender possesso delle zone limitrofe con i propri allevamenti. Oggi la porchetta d’Ariccia è famosa in tutto il mondo e ogni Paese ha il suo fornitore di fiducia.Ad Albano citiamo da Vincenzo a Piazza Mazzini per il prodotto fresco ed Ernesto a piazza San Pietro per un rapido spuntino.Infine non possiamo non fare un brindisi con un buon vino dei Colli Albani a Nannì, che ora a fine giornata riposerà con il suo amato nelle fresche stanze dell’Hotel Miralago, adiacenti al suo storico ristorante Donna Vittoria, che ha avuto il merito, ancora una volta, di riportare in auge i fasti e la gloria di quel Paese che nella storia fu secondo solo a Roma e che una canzone immortalò per sempre come: “er pittoresco Albano”.  Dove mangiare ad Albano:                        Trattorie                                               Da Bobbo a Piazza Pia                                               Da Rosa a Piazza Pia                                               La Ciociara, Corso Matteotti (con forno a legna)                         Vineria con cucina                                               La Trama Tannica, Via Costa                         Ristoranti                                               La Galleria di Sopra, via MurialdoPipero, via Collegio NazzarenoL’Antica Abbazia, via San Filippo NeriDonna Vittoria – Hotel Miralago, via dei Cappuccini                         Pasticceria                                               Al Duomo, via De Gasperi angolo via del Collegio Nazzareno  Di Francesca Ragno e Francesco Saverio Teruzzi