La riscossa del Sud

ACCANIMENTO


            
Papa Francesco, ancora da Cardinale, in un suo bellissimo libro: “ non lasciatevi rubare la speranza” fa una considerazione sull’accanimento, che indica come un atteggiamento crudele dell’uomo su un altro uomo, ma che possiamo ancor più considerare  crudele ed ingiusto, allorquando questo atteggiamento è preso dal vincitore sul vinto, dal forte sul debole.Nell’introdurre a  questo argomento egli cita un detto popolare, probabilmente più conosciuto nella sua terra, e che credo si addica perfettamente all’argomento che voglio trattare.<<  Dall’albero abbattuto tutti fanno legna  >>.
    Considerando la  figura di Francesco II di Borbone, ci accorgiamo che su di essa c’è        stato un accanimento crudele ed immotivato, una vera  “leggenda nera” che ancora,        tante volte, è impedimento ad una riflessione serena e reale su di lui.    Tale accanimento trova la sua determinazione da avvenimenti e circostanze scaturite     da un percorso della storia, manovrato da una “parte politica” atta a voler franare sia      l’antica istituzione della Monarchia Tradizionale, che la stessa Istituzione Cattolica.    Tutti conosciamo le vicende storiche che hanno portato al crollo del Regno delle Due      Sicilie, uno Stato indipendente e in pace con tutti.  Tra i tanti staterelli italiani è              stato senz’altro il più vasto sotto l’aspetto  territoriale, quello economicamente e civilmente più avanzato, con una cultura e uno sviluppo all’avanguardia, e storicamente esistente sin dal 1130, quando Ruggero II riunì tutto il territorio meridionale sotto l’unica corona siciliana,  rendendolo indipendente,  seppure tra vicende buone o cattive.  Con  la Dinastia dei Borbone delle Due Sicilie, questa indipendenza non solo divenne concreta, ma il Regno  visse  per 127 anni, governato con giustizia e saggezza   da questi sovrani lungimiranti e illuminati, in continuità della secolare storia passata, un tempo di grande prosperità economica, culturale, sociale, umanistica e religiosa.Il crollo dell’antico Regno, governato da una Monarchia Tradizionale, ma allo stesso tempo illuminata e ispirata dai principi cristiani, portò anche al crollo di questa Dinastia, e a tutto un’accanimento verbale nei suoi confronti, che andò poi allargandosi fino a riferirsi a tutto ciò che era meridionale.  Tutto  questo  per giustificare azioni di guerriglia,  e l’occupazione arbitraria di Stati da sempre indipendenti.È  facile sentirsi  ancora dire, falsamente,  con i soliti luoghi comuni, che tutto ciò che è negativo al sud,  abbia origini endemiche, o borboniche.Nulla di più falso, andando a considerare l’intelligenza remota del popolo meridionale,  che ha fatto la storia sia nel campo filosofico, che militare, artistico, architettonico, giuridico, e sia considerando il buon governo dei Borbone delle Due Sicilie, veri “napoletani”, per nulla burocrati o disattenti o tiranni.
      Quest’accanimento nasce perché i  Borbone napoletani, sovrani cattolici e          profondamente legati da sentimenti di fedeltà al Papa, fuori da ogni logica          di settarismo antipapista e anticattolico, o di conquiste territoriali, e                  rispettosi degli equilibri territoriali venuti fuori dal Congresso di Vienna,            erano malvisti dal liberalismo massonico, che andava sempre più                        prendendo spazio in quel tempo.       Infatti la stessa idea di unità della nazione italiana, considerata anche            positivamente sia dal Papa, che dai Sovrani italiani, e realizzabile attraverso      una Confederazione di Stati, per questi liberali, manovrati dalla massoneria    e dallo stesso protestantesimo,  nemici giurati del Papato, doveva realizzarsi    per mezzo del  crollo dell’autorità papale e di ogni monarchia che ne      difendesse i diritti.   Una volta considerato che il Re napoletano non avrebbe mai accondisceso         alle loro idee, volsero le loro bandiere altrove, proprio verso quel re sardo,       cresciuto ed imbevuto di dottrine giacobine e massoni, trovandovi anche l’appoggio di un ministro massone, Cavour,  nemico giurato del cattolicesimo, che pur di “allargare” il proprio potere e i personali interessi, hanno appoggiato quella “rivoluzione iniqua”, che avrebbe portato solo male all’Europa.Si conoscono bene le amare vicende e l’accanimento  delle leggi di soppressioni, che a causa del governo Cavour, e con il bene placido del Savoia, dovette  subire la Chiesa piemontese, e le persecuzioni politiche che tanti religiosi, non escluso San Giovanni Bosco, dovettero subire. Le stesse che anni dopo furono applicate negli altri Stati conquistati e annessi con i falsi plebisciti al Piemonte, non esclusi il Regno delle Due Sicilie e lo stesso Stato Pontificio. Come si conoscono, ormai,  il depredamento economico, gli accanimenti militari e violenti, dei vincitori del nord  sui vinti del sud.  Accanimenti che,  dopo la conquista e il saccheggio del sud,  ha preso sempre più piede,  grazie anche  a tradimenti interni e a calunnie, che pochi meridionali, spinti dalle loro idee politiche e dai personali interessi, costruirono contro il Regno.Dalla colonizzazione del Sud in poi, l’accanimento contro la verità  e la memoria storica del Regno delle Due Sicilie e dei Borbone,  divenne sempre più “un monumento”. Diventarono “eroi” i peggiori malfattori e traditori, mentre chi aveva governato il Sud, chi aveva lottato per difendere il proprio giuramento di fedeltà e l’indipendenza della propria Patria, chi era morto per lottare contro l’usurpazione, era tacciato brigante o sanfedista.Francesco II, che doveva essere la “vittima immolata” a questo nuovo “Moloch” dei tempi moderni, dopo l’unità d’Italia, è stato il più colpito da questo accanimento, che voleva portarlo all’oblio o alla distruzione stessa della memoria. Da re inetto a povero ingenuo, da bigotto a ignorante, su di lui sono state inventate tante calunnie,  senza mai andare a verificare la verità sulla sua personalità di grande spessore morale, intellettivo, umano e spirituale. E tante volte anche tanti appassionati “meridionalisti”,  danno credito a queste dicerie da “manuale scolastico risorgimentalista”.Davvero l’abbattimento del grande albero della libertà meridionale, costruito da Carlo di Borbone e dai suoi discendenti, dopo l’unità è diventato preda di tutti. Ed oggi si pagano a caro prezzo le conseguenze di quell’abbattimento e di quell’accanimento. Mafia, camorra, disoccupazione, immondizia, malasanità, terra dei fuochi, cattive bonifiche, malgoverno, ingiurie,  e tanto ancora, hanno fatto di quest’albero prolifero e verde, un tronco morto. 
     Ma siamo certi che quel tronco morto, rigenerato dalla verità e dall’innesto di nuove        piante,  che della verità e giustizia fanno il proprio concime, riprenderà la sua                  vitalità e la sua  autonomia.    E ci spinge a questa certezza il desiderio stesso di              “non farci derubare ancora della speranza”, e di fare nostra la stessa speranza di          Re Francesco II: non sono eterne le usurpazioni e le iniquità, e verrà presto l’ora         della rinascita. Per questo dobbiamo farci ricercatori e  promotori della Verità, coscienti che solo essa ci renderà pienamente           liberi.