La riscossa del Sud

INSIEME PER RICORDARE


14 agosto 1861 * 14 agosto 2008PONTELANDOLFO (BN)Giornata del Ricordo 
Il 15 agosto 1861 il generale piemontese Enrico Cialdini, dalla sua sede di Napoli, telegrafò a Torino: << Ieri all’alba giustizia fu fatta contro Pontelandolfo e Casalduni >>.Fu scritta in quel 14 agosto 1861, una pagina di storia ignominiosa, da quei barbari scesi dal nord a depredare la nostra terra. Una pagina di storia che per decenni è stata falsamente raccontata, facendo diventare eroi quei criminali, che venuti in nome di una presunta libertà, hanno portato povertà, fame, furto, sacrilegio e morte nella nostra Nazione Meridionale. Ma sotto le ceneri di Pontelandolfo e di Casalduni, e di tutte le altre città distrutte dall’iniquo conquistatore, è rimasta accesa la fiamma della redenzione. La memoria di quelle vittime innocenti, delle donne stuprate e uccise, dei bambini e vecchi massacrati, dei preti ammazzati, di quegli uomini e giovani fucilati senza nessun giudizio, di quei deportati fatti morire ingiustamente nei lager piemontesi, ritorna monito alla nostra mente, perché non vi può essere dignità senza giustizia. E solamente la giustizia può generare il perdono, e la possibilità di costruire un nuovo mondo.Le Chiese depredate, le case bruciate, gli innocenti uccisi, la giovanissima Concetta Biondi, stuprata a morte, emblema di tutte le altre donne violentate,  le razzie e i furti, sono l’onta di uno Stato, che pur dichiarandosi liberale e democratico, è stata la peggiore dittatura per la  gente del Sud, come giustamente affermava  Antonio Gramsci, nel suo studio sulla questione meridionale.E ritornano vive le parole di Carlo Alianello, grande anima cattolica e scrittore dello scorso secolo, che richiamava le coscienze su quando è avvenuto in quei terribili e sacrileghi anni, che la storiografia ufficiale chiama risorgimento italiano, e che invece fu il saccheggio e la conquista della Nazione Meridionale, e la più cruenta guerra alla religione e alla civiltà. Non è possibile che l’Italia si lamenti e pianga sui genocidi che avvengono nel mondo, che si faccia garante di giustizia in altri paesi stranieri, o che ricordi con grandi manifestazioni il giorno della memoria dell’olocausto fatto dai nazisti nei confronti degli ebrei, o riconosca il genocidio dei turchi nei confronti degli armeni, quando, come ci richiama Alianello, non siamo capaci di riconoscere che i nazisti del 1860 e degli anni successivi, per tutte le contrade del sud, furono i piemontesi; e che  Cavour, Garibaldi, Cialdini, Bixio, Negri, e lo stesso Vittorio Emanuele II, e tanti altri  che la storia ufficiale chiama eroi e padri della Patria, sono criminali di guerra.Questa memoria e questo desiderio di libertà e giustizia, hanno portato diversi a ritrovarsi a Pontelandolfo, nella verde provincia di Benevento, il giorno 14 agosto scorso, per vivere insieme il giorno del ricordo, di tutte le vittime, che qui  a Pontelandolfo, come nella vicina Casalduni, nelle altre contrade del sud, come sul Volturno, a Capua, a Messina, a Gaeta e Civitella, nella prigione di Fenestrelle, di quei nostri coraggiosi antenati, che hanno intriso del loro sangue la nostra terra.Che commozione ritrovarsi proprio su questa terra di eroi, e potersi inginocchiare per baciare quelle zolle, che naturali reliquiari conservono la memoria e il sangue delle vittime innocenti.Ritrovarsi in tanti, fratelli e sorelle, giovani e meno giovani, bambini e adulti, uomini e donne, uniti dallo stesso ideale, dalla stessa passione per la Patria perduta, ma ora ritrovata, dallo stesso amore per la verità, dall’identico desiderio di libertà e redenzione.Stringersi tutti insieme attorno alla stessa bandiera, quella bandiera biancogigliata, per la quale i patrioti meridionali dettero volontariamente la vita, e poterla baciare e stringere al cuore.Ricordare insieme le vittime, e con esse rammentare Re Francesco II, la Regina Maria Sofia, che come il loro popolo e per il loro popolo, soffrirono la calunnia, furono bersaglio delle bombe e dei proiettili di Cialdini, patirono la fame e la stanchezza, subirono l’esilio e la persecuzione.Poter alzare ancora al vento la bandiera della nostra Nazione, e vederla sventolare per quelle strade, così come sventolò tra le mani di quegli uomini e quelle donne, che per desiderio di libertà e per difendere la loro dignità, si fecero “briganti e brigantesse”.Poter ancora gridare, liberamente e a voce alta, come quegli eroi del 1861, viva o ‘Rre, viva Francesco II di Borbone, sapendo che in lui possiamo ritrovare la dignità del popolo meridionale, che non si vende mai, anche a costo di povertà ed emarginazione.È stato bello il convivio, interessante il dibattito, sentita e commovente la celebrazione eucaristica, felice l’abbraccio con tutti i convenuti, quei duosiciliani che vivono ancora il loro esilio nel Veneto, o in Piemonte, nell’Emilia Romagna, e che sono venuti appositamente per vivere quest'evento, quelli venuti dalle diverse province del Regno, dalla Puglia, dalla Calabria, dal Lazio, da tutta la Campania, e che numerosi hanno voluto partecipare a questa giornata del ricordo. Ore trascorse insieme nella memoria, guardando avanti verso un nuovo futuro, perché le ingiustizie del passato, e che ritornano nelle vicende di questo nostro drammatico presente, possano cambiare attraverso un impegno decisivo di liberazione e autonomia.Triste accorgersi che pochi di Pontelandolfo hanno preso parte all’evento, forse distratti dal caldo estivo, forse indifferenti, perché non conoscono la triste vicenda dei loro avi, forse perché è ancora forte quella falsa e triste propaganda dei prezzolati politici e storici risorgimentalisti, che vogliono tacciare come “briganti” quelle vittime innocenti, che furono eroi e partigiani. È l’indifferenza di tanti buoni meridionali, ai quali la verità è stata nascosta, e che per anni è stata imposta una pressione psicologica attraverso una falsa cultura della storia, attraverso falsi leggende e oscuri miti. E ancora ci sono questi ascari moderni, che considerano liberatori gli assassini, e criminali le vittime.Ma il tempo darà ragione alla giustizia, e verrà l’ora in cui tutti i meridionali sapranno distinguere il vero dal falso, il bene dal male, e sapranno ritrovare la strada del loro riscatto.E anche nelle nostre città torneranno a suonare le campane della riscossa, e si abbatteranno gli idoli del risorgimento, e cancelleremo dalle nostre strade i nomi di quei criminali che si macchiarono del sangue innocente dei nostri avi, e innalzeremo nuovamente l’emblema della nostra libertà, e si moltiplicheranno ovunque le giornate del ricordo, perché nuovamente liberi e padroni della nostra vita, potremo ancora cantare l’antico inno della nostra libera Nazione Napoletana.            VIDEO CHE RACCONTA ATTRAVERSO LE FOTO                  L'EVENTO DI QUESTA GIORNATAE NEL QUALE RECITO UNA MIA POESIA SCRITTA IN QUELGIORNO E DEDICATA ALLA NOSTRA NAZIONE VIOLENTATA                           Suonano le Campane  ..... E  suonano ancora le campane,   il loro mesto suono, per  te  Pontelandolfo, città martire, per Casalduni, per tuttele nostre contrade diquesta martoriata Terra,per ogni uomo o donna,giovane o vecchio,per gli innocenti bambini, per gli eroici soldati delle Due Sicilie,di questa nostra sacra Nazioneche fu immolata da oscuri interessima che vive eternanel cuore dei suoi figli. ..... E  suonano le campane,in memoria di chi hadato la vita per la propria bandiera,per la creatura innocente,che violentata dalla bruttura dell’uomo,ha saputo tenere vergineil suo cuore, ad un giuramento antico.…..E suoneranno ancora, questecampane, non più meste,ma suono di festa, quando il cuore della nostra gente,volto al perdono, e insiemecarico di desiderio di libertà, ela volontà di ritrovarela sua antica dignità,saprà ancora lottare per la sua Terra,saprà ridare ancora voceal suo destino di popolo libero.E nuova sorgerà dalla cenerela memoria del glorioso passato,e nuova sorgerà sui sassi insanguinatila nostra nuova Nazione.      Massimo Cuofano 14 agosto 2008