As time goes by

RIGOLETTO G. Verdi1851


Rigoletto, uomo deforme e maligno, è buffone alla Corte del Duca di Mantova. Egli ha una figlia, Gilda, che tiene chiusa in casa, completamente all'oscuro di quanto egli fa. Durante una festa nel palazzo del Duca, questi, personaggio frivolo e libertino, si apparta con la contessa di Ceprano, mentre Rigoletto irride il marito della contessa. Marullo, uno dei cortigiani, rivela che Rigoletto ha un'amante, che cela gelosamente nella sua casa, e il conte di Ceprano intravede la possibilità di vendicarsi del buffone. Irrompe nei saloni Monterone, che maledice il Duca di Mantova poiché questi ha sedotto sua figlia. Rigoletto lo deride, e Monterone maledice anche lui: il buffone ne rimane turbato. Gilda, da tempo, è corteggiata da uno studente, Gualtiero Maldè, che l'ha avvicinata mentre si recava in chiesa: il giovane è in effetti il Duca di Mantova che, sotto mentite spoglie tenta di sedurre la fanciulla a sua volta spiata dai cortigiani del Duca, che la ritengono l'amante di Rigoletto. Una sera, essi organizzano il rapimento di Gilda, coinvolgendo anche il buffone, opportunamente bendato. La giovane verrà condotta al palazzo del Duca, che la sedurrà. Quando Rigoletto scopre il terribile intrigo, libera la figlia e medita la vendetta: pagherà un sicario, Sparafucile, che, con la complicità della sorella Maddalena, dovrà attirare nella propria taverna il Duca, ucciderlo nel sonno e rinchiuderne il cadavere in un sacco che lo stesso Rigoletto, nel cuor della notte, si incaricherà di gettare nel fiume. Gilda, malgrado tutto innamorata del Duca, riuscirà, per salvargli la vita, a sostituirsi a lui, rimanendo colpita dal sicario. Rigoletto scoprirà con orrore la figlia, mortalmente ferita nel sacco al posto dell'odiato Duca. Con la morte della ragazza, la maledizione di Monterone ha quindi il suo tragico compimento.Centro drammatico dell'opera è il personaggio di Rigoletto, personalità dagli aspetti multiformi e complessi, che la musica di Verdi sottolinea magistralmente. Rigoletto, vero e proprio buffone di Corte, ironico, facile e pronto allo sberleffo, quando si rivolge ai cortigiani ha, musicalmente, gli stessi "modi" del Duca, privi di contenuti emotivi. Allorché egli è preoccupato per i pericoli e per le insidie a cui Gilda può essere esposta, diviene padre amoroso e l'affetto che lo trasfigura ne modifica profondamente anche il canto ("Veglia, o donna, questo fiore"); la musica lo trasforma ancora in uomo sofferente per la propria situazione morale e fisica ("O uomini!... o natura!..."); o lo rende rabbioso re shakespeariano, allorché vedrà trasformarsi in reale situazione drammatica e tragica le apprensioni manifestate per la sorte della figlia ("Cortigiani, vil razza dannata").Cortigiani, vil razza dannataper qual prezzo vendeste il mio benea voi nulla per l'oro sconvienema mia figlia è impagabil tesor.La rendete o fosse pur disarmataquesta man per voi fora cruenta;Nulla al mondo più l'uomo paventase dei figli difende l'onor.FILMATO (Cortigiani vil razza dannata)