A causa delle contestate misure sul diritto d'autore italiano, che impatta enormemente sui produttori di CD e DVD vergini e sulle libertà dei consumatori, uno dei maggiori produttori italiani, la Computer Support Italcard, ha deciso di chiudere uno stabilimento in Italia. Secondo l'industria, il nostro paese per la sua politica sull'equo compenso sta distruggendo l'intero comparto produttivo.Infatti, in Italia è prevista una tassa sui supporti vergini in vendita per compensare autori e detentori del diritto d'autore per la copia privata di opere che i consumatori potrebbero decidere di realizzare su quegli stessi supporti, ma il problema è che il cliente italiano compra all'estero a prezzi del 50-60 per cento inferiori facendo «fallire» il mercato italiano.L'ASMI, Associazione dei produttori di supporti multimediali, spiega che il cosiddetto equo compenso ha prodotto nel settore dei CD e DVD crisi produttiva, disoccupazione, riduzione del gettito IVA causata dall'importazione illegale di supporti, penalizzazione per i consumatori, dovuta all'aumento dei prezzi. La riduzione delle vendite di CD e DVD vergini porterà inoltre ad una riduzione dei compensi versati alla SIAE, con danni agli stessi aventi diritto.Inoltre, Altroconsumo ha diffidato la Sony e la EMI colpevoli di inserire nei CD una protezione anti-copia detta DRM che a detta dei consumatori sarebbe illegale perchè impedisce la copia privata di un CD musicale. C'è da dire che su alcuni lettori questi CD con DRM non vengono riprodotti causando un danno al consumatore.Ma che il diritto di copia sia sotto il fuoco di fila delle multinazionali dell'intrattenimento è ormai un dato di fatto: messo in dubbio da una sentenza belga lo scorso anno, il diritto di effettuare una copia di quanto si acquista secondo le major americane della musica è un privilegio e una concessione che, come tale, può in qualsiasi momento essere ritirata.Articolo preso in parte da Punto Informatico.A Parigi intanto un tribunale da ragione alle major per l'inserimento dei sistemi anti-copia nei CD.Articolo
Fuoco di fila contro l'equo compenso
A causa delle contestate misure sul diritto d'autore italiano, che impatta enormemente sui produttori di CD e DVD vergini e sulle libertà dei consumatori, uno dei maggiori produttori italiani, la Computer Support Italcard, ha deciso di chiudere uno stabilimento in Italia. Secondo l'industria, il nostro paese per la sua politica sull'equo compenso sta distruggendo l'intero comparto produttivo.Infatti, in Italia è prevista una tassa sui supporti vergini in vendita per compensare autori e detentori del diritto d'autore per la copia privata di opere che i consumatori potrebbero decidere di realizzare su quegli stessi supporti, ma il problema è che il cliente italiano compra all'estero a prezzi del 50-60 per cento inferiori facendo «fallire» il mercato italiano.L'ASMI, Associazione dei produttori di supporti multimediali, spiega che il cosiddetto equo compenso ha prodotto nel settore dei CD e DVD crisi produttiva, disoccupazione, riduzione del gettito IVA causata dall'importazione illegale di supporti, penalizzazione per i consumatori, dovuta all'aumento dei prezzi. La riduzione delle vendite di CD e DVD vergini porterà inoltre ad una riduzione dei compensi versati alla SIAE, con danni agli stessi aventi diritto.Inoltre, Altroconsumo ha diffidato la Sony e la EMI colpevoli di inserire nei CD una protezione anti-copia detta DRM che a detta dei consumatori sarebbe illegale perchè impedisce la copia privata di un CD musicale. C'è da dire che su alcuni lettori questi CD con DRM non vengono riprodotti causando un danno al consumatore.Ma che il diritto di copia sia sotto il fuoco di fila delle multinazionali dell'intrattenimento è ormai un dato di fatto: messo in dubbio da una sentenza belga lo scorso anno, il diritto di effettuare una copia di quanto si acquista secondo le major americane della musica è un privilegio e una concessione che, come tale, può in qualsiasi momento essere ritirata.Articolo preso in parte da Punto Informatico.A Parigi intanto un tribunale da ragione alle major per l'inserimento dei sistemi anti-copia nei CD.Articolo