maya1 diary

SONO ESAUSTA


Pasqua e pasquetta seduti a mangiare per ore e ore e ore è quanto di più lontano dalla mia idea di divertimento.A Pasqua sei ore al ristorante, tra l'altro abbiamo anche mangiato malissimo, tanto che avrei voluto mandargli Canavacciuolo che a suon di schiaffoni gli insegnava a cucinare. Assurdi.A pasquetta pranzo su a Lanzo... anche questo interminabile.Sono arrivata a casa stanca e, passatemi il termine, scazzatissima. Avevo voglia di scrollarmi di dosso due giorni stressanti e noiosi. Ho chiesto a teo se gli andava di farsi una passeggiata e mi sono portata dietro anche il pallone da basket per fare due tiri.Siamo arrivati al parco e ho fatto qualche lancio libero. Mi si avvicina un ragazzino di dieci anni che mi chiede: " Posso giocare?"."Certo!", rispondo. Facciamo qualche tiro a testa e si avvicina un altro bambino."Ehi posso giocare anch'io?", chiede. Era Alex, il fratello del primo bambino di cui ahimè non ricordo il nome.Mi propone di giocare a centodieci, un gioco che prevede dei lanci liberi a canestro e chi perde guadagna dieci punti. Chi arriva prima a centodieci ha perso. Si avvicina anche il terzo fratello, sei anni, ricky, che straccerà tutti. Perdo, ma questo era quasi scontato.Mi sono divertita come non mi accadeva da tanto tempo. Dopo un po' la mamma, di origine peruviana, li ha richiamati a raccolta. Ricky salutandomi mi dice: "Grazie Alessandra, la prossima volta giochiamo così ti straccio di nuovo!"Tsk!!! Ecco... presa anche in giro dal bimbetto!!!Li ho salutati con un gran sorriso.Ero felice.Federico e la sua assenza hanno lasciato il segno.Mi turba sapere che ci sono persone che entrano nella vita delle persone, lasciano una pesante traccia del loro passaggio e poi spariscono come se niente fosse o, ancora peggio, come nel suo caso, decidono di bloccare ogni contatto con te. Non lo capisco e non lo capirò mai. Ieri, poi, è stata la giornata più brutta. Era da dieci giorni che la mamma della mia migliore amica stava male dopo un ricovero in ospedale e un'operazione che l'aveva ridotta a letto in rianimazione. Giuliana, così si chiama la mamma della Cri... chiamava non riesco ancora a parlarne al passato, era una donna molto forte. Tutti noi pensavano che ce l'avrebbe fatta e che l'avremmo cazziata per aver trascurato la sua salute. Invece, Giuliana ci ha tirato un brutto scherzo e ci ha lasciato. Era per me una seconda mamma, una sorta di zia, la cri è come una sorella, di quelle amicizie che tra alti e bassi resiste da quasi vent'anni.E' andata via in una giornata di vento e ci ha lasciato una notte stellata come se ne vedono poche. Sono molto stanca, ho pianto tanto e dormito poco. Sto scrivendo in modo sconnesso e non ho voglia di rileggere, ma ho solo voglia di mettere nero su bianco tutto questo stress. Scrivere è il solo antidoto che conosco alla rabbia, alla frustrazione, al dolore, alla paura, all'incapacità di capire il mondo. Alessandra