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Post N° 40


'Rete4' potrà continuare a trasmettereParola al governo su 'Europa7'LA DECISIONE DEL CONSIGLIO DI STATOTratto da 'Il Tempo'I giudici di Palazzo Spada richiamano in maniera esplicita la sentenza della Corte di Giustizia Ue che, lo scorso 31 gennaio, aveva stabilito che le norme italiane sulle frequenze non rispettano le direttive comunitarie. Toccherà ora al governo decidere in che modo Europa 7, che nel 1999 vinse il bando di gara per una concessione tv, potrà trasmettere. Quanto al risarcimento chiesto dall'emittente (poco più di 2 miliardi nel caso in cui avesse ottenuto le frequenze, 3 in caso contrario) il Consiglio si è riservato di pronunciarsi successivamente. In ogni caso la Suprema magistratura ha respinto il ricorso di Europa 7 che riguardava l'abilitazione di Rete4 e quindi, l'emittente Mediaset potrà proseguire la propria attività. Ma se per i giudici il caso è chiuso, politicamente la polemica non si ferma. Per il sottosegretario con delega alle Comunicazioni Paolo Romani, il ministero dello Sviluppo economico è pronto a rispondere alle richieste «non appena le motivazioni avranno chiarito i termini esatti della questione» e «in coerenza con quanto richiesto dall'Europa». Proprio per questo il ministro Claudio Scajola insedierà presto (forse già martedì) una commissione tecnico-giuridica per dar seguito alla sentenza. «Occorre prudenza - sottolinea - nel commentare una sentenza le cui motivazioni saranno probabilmente rese note non prima di martedì. Per quanto riguarda il risarcimento del danno eventualmente subito da Europa 7 e la quantificazione dello stesso legato direttamente alla richiesta di assegnazione delle frequenze, gli stessi giudici si sono riservati di decidere dopo un'adeguata istruttoria e dunque non possiamo che attendere la loro deliberazione». Per il sottosegretario, «risulta invece chiaro sin da ora che la sentenza del Consiglio di Stato chiude l'annosa questione del diritto di Retequattro a trasmettere. Respingendo il ricorso presentato da Europa 7, i magistrati hanno infatti ribadito, come già aveva fatto il Tar del Lazio, la legittimità dell'attività di quella Rete». Applaude, ovviamente, il presidente di Mediaset Fedele Confalonieri: «Retequattro ha la sua autorizzazione a trasmettere, e la Corte di giustizia europea aveva detto semplicemente al Consiglio di Stato che tutelasse e giudicasse se Europa 7 avesse diritto a un risarcimento. Lo sapevano anche quelli che hanno fatto una strana battaglia in Parlamento che è stata una sorta di batracomiomachia». Reazione cauta del Pd che, con il ministro-ombra delle Comunicazioni Giovanna Melandri e con l'ex ministro Paolo Gentiloni, si rivolge al governo invitandolo ad intervenire subito sulla questione della redistribuzione «senza accampare il pretesto della mancanza di frequenze libere». Chi non ci sta, invece, è Antonio Di Pietro che continua la sua battaglia contro il Cavaliere. «Ecco la ragione per cui Berlusconi in fretta e furia voleva inserire nel decreto l'emendamento salva Retequattro - commenta il leader dell'Idv -. Sapeva che da lì a qualche giorno poteva uscire la decisione che impone al governo di adeguarsi alla sentenza dell'Europa per la redistribuzione delle frequenze televisive. Evidentemente la norma proposta doveva servire a creare i presupposti di legge che impedissero al consiglio di prendere questa decisione. In un Paese normale, solo per questo fatto, sarebbe stato chiesto l'impeachment ed invece, come al solito, il premier fa finta di non sentire e non capire. Vorrà dire che ancora una volta investiremo la Corte di Giustizia e la Commissione europea affinché metta in mora definitivamente l'Italia che a queste condizioni non merita, veramente, di stare nella Comunità europea».