MUSICA GENTE

Post N° 203


 Led Zeppelin probabilmente passeranno alla storia per un singolare primato, difficilmente uguagliabile: contribuire in modo massiccio all'evoluzione della musica rock non inventandosi quasi nulla, ma, anzi, scopiazzando a destra e a manca, attingendo a piene mani dal repertorio blues e rock-blues degli anni 50 e 60 prima, e dal folk e dalla musica orientale poi. Uno dei più vistosi paradossi della storia del rock, ma tant'è. Nel 1969 esce "Led Zeppelin" (nome suggerito alla band dal batterista degli Who, Keith Moon), noto ai più come "Led Zeppelin I", e quanto sopra riportato è subito evidente: la maggior parte dei brani del disco hanno il tipico impianto armonico del blues (nel 1969, a pensarci bene, c'era gente che già aveva superato tale schema: Frank Zappa, Pink Floyd, Jefferson Airplane e via discorrendo, senza dover ricercare gruppi di nicchia, come i Red Crayola) e, in alcuni casi, sono addirittura cover ("I can't quit you baby" di Dixon, "You shook me" dello stesso Dixon e Lenoir e la citazione di "The hunter" all'interno di "How many more times") o brani tradizionali riarrangiati, come la straziante ballata "Babe I'm gonna leave you". E, ancora: la celebre "Dazed and confused", seppur riporti la firma di Page, altro non è che il riadattamento di un brano di Jack Holmes.