MUSICA GENTE

Post N° 288


SONATA ARTICAPartiti nel '99 come uno dei tanti cloni degli Stratovarius, i finlandesi Sonata Arctica hanno avuto la capacità (e la fortuna) di riuscire ad emergere nell'affollato panorama del melodic-power nordeuropeo mostrandosi via via sempre più convincenti nell'interpretare un genere che per sua natura rischia di mostrare facilmente la corda. Un percorso in costante crescita, grazie all'ottimo intuito melodico del gruppo e alla sua capacità di spostarsi anche al di là dei limiti più stretti di queste sonorità pur mantenendosi coerenti e non dispersivi. "Reckoning Night" prosegue il discorso e conferma questa direzione, mettendo in fila 10 tracce (più una bonus) in linea con le aspettative che circondavano questa attesa uscita. Che i maestri (almeno un tempo lo erano) Stratovarius siano ancora uno dei punti fermi nella concezione musicale della band appare chiaro sin dall'apertura di Misplaced, song abbastanza in linea con gli stilemi tipici del genere, come anche Ain't Your Fairytale, My Selene o il singolo Don't Say A Word. Pezzi, questi, che appagano l'ascoltatore in virtù del taglio melodico indiscutibilmente efficace. Le cose più interessanti emergono però quando i Sonata Arctica provano a diversificare la proposta; i risultati in qualche frangente non sono particolarmente significativi seppur scorrevoli ed ascoltabili (vedi Blinded No More con i suoi tempi più moderati e le infiltrazioni hard-rock), mentre invece stupisce e convince il tocco più progressivo e teatrale di The Boy Who Wanted To Be A Real Puppet dove nelle parti corali il paragone con i Queen nasce spontaneo, così come nella lunga suite White Pearl, Black Oceans... e nella veloce Wildfire che vede Tony Kakko impegnato in una travolgente interpretazione folle e schizzata, che dimostra i suoi miglioramenti vocali, evidenti anche nella sentita ballad Shamandalie. Tirando le somme, non si può parlare di capolavoro o di maturità raggiunta (non ancora almeno) ma "Reckoning Night" è un lavoro piacevole e riuscito, probabilmente il migliore tra quelli partoriti sinora dalla band finlandese, che soddisferà le aspettative dei fans e contribuirà ulteriormente ad affrancare il gruppo dai pressanti (e comunque ancora parzialmente giustificati) paragoni con i propri numi tutelari.