MUSICA GENTE

Post N° 289


kamelotContinua la maestosa cavalcata dei Kamelot verso le vette pių alte dell'Epic Metal. Dopo aver stupito tutti nel 2001 con l'ottimo Karma e con una prestazione maiuscola al Gods of Metal, ora la band norvegese/americana torna sulle scene con un concept album la cui musica e trama sono ben riassunti dal titolo stesso: Epica!Bastano i primi due pezzi (il prologo strumentale e Centre of the Universe) per capire che Thom Youngblood č migliorato ancora una volta con la sua sei-corde, e che anche Kahn ha sempre pių fiducia nelle sue arti canore. Tutto il resto della band appare in stato di grazia, riuscendo ad inserire tutti gli elementi tipici di un disco dei Kamelot (strumenti esotici e strani, musicisti ospiti come il nostro Luca Turilli, canzoni veloci accoppiate a ballads, brani mid tempo...) e al contempo aggiungendovi quel "qualcosa in pių" che distingue nettamente il gruppo dalle migliaia di combo power-epic che ci sono in giro ultimamente. Quel "qualcosa in pių" č innanzi tutto il concept stesso, un concept forte e originale basato sul Faust di Goethe, non la solita solfa su draghi e principesse, e inoltre tutto il lavoro č impreziosito dall'ottima e attenta produzione della coppia Sascha Paeth e Miro. Non mancano poi i tratti originali, come l'inserimento di un coro in stile gregoriano in The Edge of Paradise, ed in generale il feeling epico-musicale non viene mai disperso. Certo, gli interludi sono pezzi costruiti per esaltare le doti di Youngblood e del bassista Glenn Barry (Casey Grillo, alla batteria, rende meglio nei brani pių veloci e pestati, come Farewell), ma fortunatamente sono, appunto, interludi di breve durata e non assoli onanistici che spingerebbero l'ascoltatore verso il tasto forward.Insomma, un album che si spera possa ottenere il successo che si merita, perchč c'č bisogno di qualche "sangue nuovo" (Ok, ok, č una battuta sul cognome del chitarrista...) nel mondo dell'epic metal!