MUSICA GENTE

Post N° 306


Non lasciatevi fuorviare dalla copertina e dal logo, non si tratta di un disco black. Questi Garden Of Shadows, provenienti dall'America, sono invece un interessantissimo gruppo di death melodico ed epico. Fin qui nulla di nuovo o rivoluzionario, ma nella sua canonicità questo "Oracle Moon" é un album terribilmente efficace. Certo, la band si muove su territori ampiamente abusati da decine e decine di altri complessi, ma si notano qui una freschezza non comune e un senso della melodia che non potrà non conquistare gli adepti di questo genere di sound. Avvincenti e gustosi intrecci di chitarre, un supporto ritimico potente e vario, un onirico (e moderato) tappeto di synth; questi gli ingredienti principali di un album che, pur essendo un debutto, dimostra che i Garden Of Shadows possono tranquillamente affrontare a testa alta i complessi più celebrati del genere. Epicità e romanticismo trasudano a ettolitri da tutti i 7 pezzi dell'album, la cui durata (ad eccezione del breve intermezzo Into Infinity) non scende mai sotto gli 8 minuti, ma nonostante ciò la musica appare sempre scorrevole e fluida. La velocità, eccetto rari e brevi frangenti, é sempre contenuta. Ottima inoltre la preparazione tecnica degli elementi del gruppo, capaci di inanellare riffs su riffs e cambi di tempo a ripetizione, creando un'insieme compatto ma anche ricco di sfumature in evoluzione continua. Pressoché impossibile segnalare le tracks migliori, la qualità é sorprendentemente omogenea e non ci sono cedimenti di sorta. Vogliamo proprio trovare un difetto? Beh, la voce ipergutturale del singer é stata forse sacrificata un pò nel mixaggio e non sarebbe stato male avere delle vocals più "presenti", ma questi dettagli non tolgono nulla alla caratura di un album che ci consegna una band di valore da tenere d'occhio in futuro.