MUSICA GENTE

Post N° 482


Quattro anni, è questo il tempo che ci mettono i Blind Guardian per i loro capolavori. Quattro anni per concepire l’indimenticabile “Immagination from the Other Side”, quattro anni per creare quella perla di “Nigthfall in Middle Earth”, quattro anni per sconvolgere quanto vi era di certo nel loro sound con “A Night at the Opera”, ed infine ora, quattro anni per continuare l’evoluzione della loro musica con “A Twist in the Myth”. Un’anticipazione di quello che stava per uscire l’avevano data il 24 febbraio quando nei negozi si è potuto comprare “Fly”, un singolo il cui solo titolo era una rivoluzione. I riff scarni e violenti delle prime “Majesty”, “Valhalla” e “Welcome to Dyng” non sono più lasciati da soli, insieme a loro le canzoni dei bardi di Krefeld sono sorrette da un imbastitura di orchestrazioni tanto emozionante e tanto grandiosa quanto potente e decisa. Come per ironia, però, il punto di forza dei Guardiani si tramuta nel loro tallone d’Achille, da Nightfall in avanti è difficile amare un loro album al primo ascolto. “A Night at the Opera” ne è l’esempio emblematico, solo chi ha saputo aspettare ad emettere un giudizio ha potuto tributare a quel full-length gli onori che merita, quelli che, invece, lo hanno frettolosamente accantonato nello scaffale non potranno, purtroppo, capire l’emozioni che vi sono contenute . I Blind Guardian sono sempre gli stessi, la dinamicità dei brani, i ritmi vari ma sempre incalzanti, le atmosfere sempre differenti sono una costante della loro musica fin dagli inizi, e tutte queste caratteristiche affiorano anche nel nuovo “A Twist in the Myth”, basta non avere fretta di giudicare una delle poche band che riesce ancora a far evolvere il proprio sound. Perché il problema è qui, da molti gruppi, quando raggiungono il successo in poi, non riescono più a staccarsi da ciò che li ha resi famosi e, allora, propongono sempre la stessa minestra. Se i Blind avessero fatto così da Immagination in poi avremmo avuto solo album simili, e di sicuro oggi, dopo otto anni, l’uscita di un loro cd non sarebbe più l’evento metal per eccellenza. Un altro pregio di “A Twist in the Myth” è quello di contenere brani dalle atmosfere più diverse, si passa dalla violenza della opener, “This Will Never End”, ai fasti di “Turn the Page”. La delicata “Carry The Blessed Home” fa da perfetta introduzione alla heavy “Another Stranger Me”, che a sua volta lascia il posto a una cupa “Straight Through The Mirror”. Per non parlare poi del trittico “Lionheart”, “Skalds And Shadows” e “The Edge” due canzoni stupende separate da una ballata degna di entrare a pieno titolo tra le canzoni immancabili in sede live. Nei negozi si trova, inoltre, in questo periodo, l’edizione limitata che contiene, oltre che un cd aggiuntivo pieno di contenuti speciali, anche una canzone in più “Dead Sound of Misery”, questa è la sorella di “Fly”: cupa e dalle liriche tenebrose quando l’altra è, invece, vivace e solare. Questa b-side, forse l’embrione di Fly o una sua mancata evoluzione, fa capire ai fans quante versioni differenti ci siano dietro alla composizione delle loro canzoni. Avere fretta nel pubblicare un album non porta mai a un gran risultato, i bardi questo lo sanno e, per ora, non hanno mai commesso questo errore. “A Twist in the Myth” è un capolavoro che, non solo entrerà nella storia del metal, ma farà di sicuro scuola a tutte le band del futuro. I Blind Guardian hanno dimostrato ancora una volta il loro talento, l’attesa per i loro concerti di ottobre ora è davvero febbrile!