MUSICA GENTE

Post N° 613


MARDUK LA TRIOLOGIA (INTERESSANTE IL SIGNIFICATO DEL PRIMO CD)Con questo disco gli svedesi Marduk vogliono omaggiare il grande Bathory (padre fondatore del black metal) e uno dei suoi album più importanti ovvero “Blood, Fire Death” seguendo una ben delineata trilogia. Il primo è  “Nightwing” poi “Panzer Division Marduk” ed infine “La Grande Danse Macabre”. Con questa recensione voglio prendere in considerazione “Nightwing” il primo della trilogia. Per prima cosa (per chi non lo sapesse) incominciamo a dire che i Marduk suonano un black metal di stampo svedese, ovvero sparatissimo, violentissimo e senza mezzi termini, con testi fortemente blasfemi e anticristiani.Un fattore degno di nota è che questo disco è diviso in due parti, le prime 5 tracce sono ispirate totalmente al maligno. Si inizia con “Dictionnaire Infernal” breve intro strumentale che sembra preannunciare l’inizio di una tempesta ovvero “Bloodtide xxx” con potenti e accattivanti e screaming straziante e dissacratorio di Legion. Il testo parla di adepti che si ritrovano in una oscura foresta ad invocare antiche divinità pagane sotto il vigile occhio di Satana. Il pezzo cambia verso la fine con dei ritmi incalzanti per fare da trampolino di lancio a “Of Hell’s Fire”. Canzone violenta con un riff vorticosi e dannatamente disarmonici la parte centrale di questo pezzo è devastante e il testo parla di totale devozione a Satana. Il testo cita così: "Thou The arcangel who fell from the heavenly empire, Thou the hand that wound with evil and unholy desire, Thou the black lord of the un light in which we all belong, From the deepest part of gehenna tormented souls sings damnations song". La quarta traccia invece intitolata “Slay the Nazarene” come si evince dal titolo pezzo estremamente e disumanamente blasfemo all’inverosimile. La prima parte si conclude con la title-track “Nightwing” l’inizio è lento e tirato per poi esplodere in un brutale blast-beat accompagnato da un riff melodico e cattivo che si prolunga per l’intera durata del pezzo.La seconda parte del disco  ci catapulta nella Romania del '400 alla corte di Vlad III Tepes Dracul, agli inizi della sua carriera di re ed efferato assassino, quando con il fratello Radu (che diverrà presto l'amante favorito del sultano) viene abbandonato come "garanzia" di fedeltà presso i turchi dal padre Vlad II. L'aspetto musicale di questo pezzo è complesso, il più lento, più pesante ed oscuro quasi a voler evidenziare i sentimenti di odio che accrescevano nella mente del giovane Dracula al susseguirsi della morte del padre e del fratello Mircea. Il pezzo successivo è "Dracole Wayda" che si fonde perfettamente sulle ultime note della song precedente. Il ritmo fortemente cadenzato e i riff sanguigni accompagnano l’ascesa di Vlad tepes e i suoi desideri di potere. Amato dai suoi connazionali per aver sconfitto i turchi di Maometto Secondo e quanti altri ne minacciavano il suo paese, commise quelli che per noi sono crimini tremendi e dì fronte ai quali la nostra mente sensibile e moderna si ribella. Era noto tra l'altro con il nome di Tepes che in romeno significa "impalatore". L’impalamento era una forma di tortura/pena di morte che consisteva nel introdurre un palo aguzzo e di solito unto di miele nel retto del condannato per poi farlo uscire lentamente e delicatamente attraverso la bocca o la scapola cercando scrupolosamente di non danneggiare organi vitali. I più fortunati morivano subito mentre per alcuni l’agonia poteva anche durare giorni e giorni. Quando Maometto Secondo fu sconfitto da Dracul venne fatto passare tra due ali di venticinquemila impalati turchi e bulgari. Vlad Tepes, aveva una vera passione per l'impalamento anche se la sua fantasia si sbizzarriva in altre piacevolezze. Vlad era solito assistere a tutte le torture da lui concepite e spesso organizzava banchetti all’aperto durante i quali venivano fatti impalare alcuni condannati per allietare il suo pasto e quello dei disgustati commensali. Questo è il tema della traccia “Kaziklu Bay the Lord Impaler” e della successiva “Deme Quaden Thyrane” la prima una canzone crudele con un furioso assalto di batteria chitarre graffianti e screaming strazianti, la seconda invece con un riff più malinconico e arpeggiato, il testo parla della cattura e del successivo processo per dannazione. La traccia conclusiva è “Anno domini 1476” dove una batteria con ritmo militare e un giro di chitarra dal suono saturo presagisce la fine del regno del terrore con la morte del conte Vlad. Il pezzo si conclude con una parte quasi lirica e con il ritmo di una sinistra e malinconica Mazurca.