MUSICA GENTE

Post N° 690


NARNIA - Enter The Gate Nell'immensa partita di poker che è il mercato discografico odierno, i Narnia sono sempre stati dei discreti giocatori, indubbiamente, ma ben lontani dalla grandezza che distingue i grandi campioni dai buoni mestieranti. Dediti ad un metal di stampo neoclassico, infatti, questi ragazzi svedesi hanno sempre giocato sul sicuro, realizzando anche album discreti, ma senza fare mai il colpaccio. Questa volta, però, sembra che ai Narnia sia capitata una mano particolarmente fortunata: tutto sta nel saper cogliere la palla al balzo, puntare tutto, giocarsela bene e portare a casa il piatto! Già da qualche tempo, infatti, si iniziavano a percepire segni di cambiamento, soprattutto grazie al tocco magico che sembra aver investito il cantante Christian Rivel, autore in poco più di un anno di due album molto buoni con i DivineFire, di un pregevolissimo divertissement con gli Audioslave e, soprattutto, di un piccolo gioiello a nome Flagship. Fortunatamente sembra che i ragazzi abbiamo saputo lavorare al meglio con le loro carte e "Enter The Gate" si conferma un lavoro di grande classe in cui melodia, potenza, tecnica e songwriting si bilanciano alla perfezione. Il retaggio neoclassico della band è quasi sparito: il quartetto adesso, partendo da una solida base di metal melodico di stampo svedese (ma va'?), si allarga e si espande toccando un po' tutti i lidi del metallo tradizionale, in un mix che arricchisce ed impreziosisce le composizioni. L'iniziale "Into This Game" mostra una band rocciosa, capace di regalare un ottimo metal melodico, con tanto di cori enfatici e catchy; "People Of The Bloodred Cross", invece, esplode come un treno in velocità, sfiorando il miglior power metal con un brano che ricorda i migliori Stratovarius. Con "Another World" le chitarre si fanno più pesanti, per un mid tempo dall'incedere possente che ricorda gli ultimi Nocturnal Rites; mentre nella title track, uno dei brani migliori del lotto, si fanno strada vaghi accenni ai limiti del progressive metal. Naturalmente non mancano gli episodi più tranquilli ed atmosferici, come l'ottima "Take Me Home", un brano epico e lento con un ottimo lavoro al microfono da parte di Christian Rivel, che in questo brano sfodera un timbro caldo e pieno. Il brano più interessante, comunque, rimane "The Man From Nazareth", una lunga composizione di quasi nove minuti che racconta e condensa la vita di Cristo (i Narnia, per chi non lo sapesse, sono una formazione dalle profonde radici cristiane): dopo un inizio soffuso, il pezzo cresce d'intensità e pathos, con Rivel intento a declamare e interpretare i passaggi significativi della predicazione di Gesù. Il brano riesce perfettamente ad adattarsi al contesto del racconto, diventando drammatico nel momento della crocifissione e crescendo in un tripudio di gloria celeste nel momento della resurrezione, sottolineata da un intenso e bellissimo assolo di chitarra da parte di Carl Johan Grimmark. Non c'è che dire, i Narnia hanno firmato il loro album migliore, hanno giocato alla grande la loro partita e, adesso, speriamo possano raccogliere i frutti del loro lavoro. Per tutti gli amanti del metal melodico.