MUSICA GENTE

Post N° 945


Eval Levi ci racconta del suo viaggio in Inghilterra alla scoperta degli studio in cui è stato mixato il disco dei Daath "The Hinderers" Eval Levi da Londra
Quando siamo entrati in studio nel novembre 2004 per registrare “The Hinderers”, non avevo idea di dove questo album sarebbe andato a finire una volta terminato. Avevo immaginato che uscisse come autoproduzione e che in seguito ci saremmo rimboccati le maniche e avremmo cercato più date live possibili, seguendo la logica del fai-da-te. E forse, forse, se tutto fosse andato per il verso giusto, allora avremmo attirato l’interesse di qualche etichetta. Non avevo idea che due anni più tardi sarei venuto in Inghilterra, avrei firmato un contratto con Roadrunner, Colin Richardson avrebbe mixato il disco e Andy Sneap ci avrebbe dato una mano con i suoni di chitarra. E così mi ritrovo qui, in uno stabile anonimo soprannominato The Strongroom. È l’ultimo giorno e sto ascoltando il lavoro che Colin e Matt (Hyde) hanno fatto sul pezzo “From The Blind”. Stanno ascoltando il suono che esce dagli speaker ENORMI e i muri stanno letteralmente tremando. È una bella sensazione. Tutto suona alla grande. Hanno dato una nuova ampiezza e brillantezza ai pezzi che suonano ora, enormi, davvero enormi. Se ad alcuni non piacciono le nostre canzoni, almeno non potranno dire che non le abbiamo presentate nel modo giusto. È qualcosa che pensavo non avrei mai potuto dire di un mio album. Cosa ve lo dico a fare, questo viaggio in Inghilterra è stato davvero —— . Il primo giorno è stato piuttosto stressante visto che ho perso l’aereo a causa del traffico enorme che c’è ad Atlanta. Atlanta, va detto, ha il traffico peggiore che si sia mai visto. Comunque, dato che avevo perso il volo, ero in ritardo il primo giorno del mixaggio. E mi è scocciato. Quando sono arrivato in studio stavano lavorando al primo pezzo e tutto andava più che bene. Batteria e basso avevano un suono fantastico. L’unica cosa che non funzionava molto era la timbrica della chitarra. Provarono a ri-amplificare le chitarre, ma il problema era che The Strongroom non aveva gli amplificatori adatti per questo genere di musica. La possibilità di trovare l’assetto giusto in tempo era piuttosto remota. Ma qui entrò in gioco Andy Sneap, e salvò la situazione. Rese cristallino il suono di tutte le nostre chitarre e finalmente il suono fu eccellente. A questo punto tutti gli elementi erano al posto giusto e le cose cominciavano a muoversi.
A parte lo studio e i favolosi ristoranti in cui Matt ci portava sempre a mangiare, non è che io abbia fatto molte cose a Londra. L’opportunità di assistere alle sessioni di mixaggio bastava a rendermi felice. Comunque ci sono due serate che non dimenticherò mai. La prima è quella dell’Halloween party di Kirsten (della sezione UK) e la seconda è la serata di Halloween stessa. Non avevo idea di quanto fosse grande Londra prima di fare l’errore di prendere un taxi che mi portasse dagli studi di registrazione alla casa di Kirsten. Un’ora e 70 dollari più tardi ero arrivato. Quello che è successo dopo è piuttosto nebbioso. Non ricordo molto, so solo che erano tutti molto simpatici e che il punch alla frutta era letale. Il giorno dopo è stato a dir poco angosciante. Promisi a me stesso che non avrei mai più bevuto alcolici, fino alla volta successiva. E la volta successiva fu quella di Halloween. Una delle cose più fighe di The Strongroom è che lo studio di registrazione era provvisto di un bar. Mi hanno detto che nel Regno Unito è una cosa abbastanza usuale quella di avere uno studio bar, ma per me è stata una vera e propria scoperta. Una scoperta che volevo sfruttare almeno una volta. L’opportunità si presentò la notte di Halloween quando Lee, il nostro assistente, mi convinse che era meglio bere nove bicchieri di assenzio e fare il barista piuttosto che stare nella sala controllo dello studio. Pensai che aveva ragione. Per noi americani, poter bere assenzio è una gran cosa perché negli Stati Uniti è illegale. Per noi è raro avere l’occasione di berlo, ed io era da un po’ che volevo provarlo. La cosa interessante è che il giorno dopo non stavo male. Quindi mi viene da chiedermi che cacchio c’era nel punch alla frutta. A parte la fase del mastering, che avverrà a New York, l’album è quasi finito. Ed era ora, cazzo! Dopo due anni siamo finalmente pronti a portare sul palco questa roba e far ascoltare al mondo ciò su cui abbiamo lavorato. Eyal Levi