Chiaroza

Presuntuosa


Lei è lì, distesa sul letto in una maniera piuttosto insolita, la testa a penzoloni e le gambe appoggiate a candela sul muro bianco, attenta a non premere per sbaglio l’interruttore della luce con il piede. Io dal mio angolino la vedo bene, di tanto in tanto prende fra le dita una ciocca di capelli e ci gioca, si accarezza le gambe come se ci stesse spalmando sopra qualcosa, si guarda in maniera critica, quasi si schifasse di se stessa. Si rosicchia le unghie e dopodiché sposta la mano dalla bocca e se la guarda dalla parte del dorso, canticchia una canzone alternando parole a qualche “na na na”, anche se non riesco comunque a capire cosa stia dicendo di preciso. Ed è lì che mi vede, nonostante non stia facendo nulla di particolare per farmi notare. Mi fissa con sospetto e la vedo bisbigliare qualcosa ad un tizio che non sembra darmi la minima importanza, ma del resto credo di aver fatto il callo a questa sciocca presunzione femminile. Come se uno fosse sempre in procinto di tessere rapporti, approcciarsi… no cara, nonostante tu sia un soggetto di per sé carino non mi interessi, quindi puoi anche smetterla di coprirti e portarti le gambe al petto, non ti guardo le mutande e soprattutto non temere, ci sono prede ben più interessanti di te. Me ne sto qui fermo e continuo a farmi gli affaracci miei, non ti vengo ad importunare, anche perché vorrei evitare una di quelle squallide scenette dove per sfinimento il partner o chi che sia si sente obbligato a venirmene a dire quattro e talvolta arrivare alle mani o peggio ancora, ai piedi. A me basta stare qui, nel mio angolino fresco ed ombroso, spaparanzato sulla mia tela lucida a sgranocchiarmi qualche moscerino di tanto in tanto.