Chiaroza

Gente dinamica, bella e bionda.


Stasera riflettevo. Chiaramente nulla di pretenzioso, avevo finito le vite a Candy Crash Saga e dovevo aspettare una ventina di minuti affinché si rigenerassero, poiché mi vergogno a mandare le richieste ai miei contatti Facebook. E quindi niente, come dicevo, mi sono messa a pensare. Arrivando alla conclusione che Abercrombie & Fitch è un negozio di merda. Nel sito vanta di aver vestito personalità come Greta Garbo, Clark Gable, Ernest Hemingway ed altri pezzi grossi che non sto qui ad elencarvi, ma io continuo a rimaner fissa sul mio pensiero senza scrematura alcuna: posto di merda. Tempo fa mi capitò di entrare in un negozio “Hollister Co.”, un marchio sempre appartenente al signor Abercrombie, ma rivolto ad una fascia di gente più giovane. Gente teenager, diciamo. Gente magra. Gente figa. Gente possibilmente bionda. Gente che passa la propria vita in muta da surf e ciabattine infradito, nutrendosi di acqua dell'Oceano Pacifico, sabbia finissima, sole e Mitch Buchannon. Non so bene cosa mi spinse ad entrare in quel negozio, probabilmente lo scambiai per un chiosco gestito da caraibici di mezza età dove bermi una Piña Colada comodamente seduta su di una poltrona costruita in bucce di banana essiccate. Con profondo disappunto mi resi conto che ad accogliermi non c'era nessun José con camicia lustra aperta fino al terzo bottone e nessuna Guadalupe con culo alto e zeppe in sughero, bensì un Mike e una Hannah, all'anagrafe Michele Bortolon e Anna Boscolo. Ma mi stavano salutando in inglese! Mi stavano salutando in inglese all'interno di un centro commerciale in provincia di Venezia. Mi stavano salutando in inglese all'interno di un centro commerciale in provincia di Venezia indossando delle infradito. Mi stavano salutando in inglese all'interno di un centro commerciale in provincia di Venezia indossando delle infradito durante il mese di Febbraio. Quindi, oltre a sentirmi anagraficamente decrepita, fisicamente poco dotata e tricologicamente troppo castana, iniziai pure a sentirmi in soggezione per il fatto di indossare delle scarpe chiuse in inverno. Forse, pensai, infradito is the new anfibio. Qualsiasi cosa era lì per fomentare il mio disagio, partendo da tutto quel biondo fino alle ormai blasonate ciavattine in gomma, iniziando dai vestiti per gente che ai pubblicitari piace descrivere come “dinamica e giovane”, per poi finire con la musica sunshine pop in stile Beach Boys. Ma più giovani e ancora più biondi, chiaro. Feci un giro veloce del negozio, mi resi conto che nessun pantalone avrebbe potuto donare al mio fisico da over 25 e me ne andai fuori pensando alla Piña Colada e ai seggiolini in buccia di banana. Ok, si è fatta una certa e credo che ormai mi si siano ricaricate abbastanza vite su Candy Crash Saga per poter passare il Livello 89. Ero partita dicendo che questa sera riflettevo. Riflettevo sul fatto che secondo me Greta Garbo, Clark Gable, Ernest Hemingway ed altri pezzi grossi che non sto qui ad elencarvi non avrebbero mai indossato quelle ciabatte di merda.