Chiaroza

Untszo


“Buongziorno, posso esserle utile?”Ancora prima di sentire quel lieve difetto di pronunzcia, i miei occhi cadono rovinosamente su quella testa di capelli unti.Scuri, e unti. Pettinati all'indietro, come fanno gli habitué del riporto. Pettinati all'indietro, ma male.Come fanno gli habitué del riporto frettolosi e sciatti.O i neofiti del riporto.O quelli che si bagnano le mani con un po' di gel e acqua e se le passano sulla testa con gesto rapido, credendo che quella combinazione di gesti significhi darsi una sistemata e sembrare ordinati.Sono pochi e sottili, e stanno lì appoggiati divisi in sottili solchi ben definiti che sembrano delle gombine.“Ma mi facczia capire, il modem si autoresettza?Penso che potrei passare di lì pure l'indomani, con l'unico scopo di controllare se si è lavato quella zazzera o se ha deciso di coltivarci la cicoria. Rido fra me e me, compiaciuta dalla mia stessa battuta e per aver pensato, fra le tante esistenti, ad una verdura di stagione. Nel frattempo i miei pensieri prendono una connotazione quasi astiosa, come se quel signore appesantito, bolso ed oleoso stesse facendo un torto a me portandosi in giro quei quattro ciuffetti ben conditi.“Ok, se le dà ancora problemi lo stacchi e venga qui”“Ma devo venire con il modem?”“No, no, non szerve, basta che venga qui lei”.Lo correggo mentalmente.Lei. Con uno shampoo in borsa.Mi correggo io.Borsza.