Creato da ChiaraLed il 22/01/2008

Chiaroza

Una cacata di blog

 

Presuntuosa

Post n°367 pubblicato il 06 Luglio 2012 da ChiaraLed

Lei è lì, distesa sul letto in una maniera piuttosto insolita, la testa a penzoloni e le gambe appoggiate a candela sul muro bianco, attenta a non premere per sbaglio l’interruttore della luce con il piede. Io dal mio angolino la vedo bene, di tanto in tanto prende fra le dita una ciocca di capelli e ci gioca, si accarezza le gambe come se ci stesse spalmando sopra qualcosa, si guarda in maniera critica, quasi si schifasse di se stessa. Si rosicchia le unghie e dopodiché sposta la mano dalla bocca e se la guarda dalla parte del dorso, canticchia una canzone alternando parole a qualche “na na na”, anche se non riesco comunque a capire cosa stia dicendo di preciso.
Ed è lì che mi vede, nonostante non stia facendo nulla di particolare per farmi notare. Mi fissa con sospetto e la vedo bisbigliare qualcosa ad un tizio che non sembra darmi la minima importanza, ma del resto credo di aver fatto il callo a questa sciocca presunzione femminile.
Come se uno fosse sempre in procinto di tessere rapporti, approcciarsi… no cara, nonostante tu sia un soggetto di per sé carino non mi interessi, quindi puoi anche smetterla di coprirti e portarti le gambe al petto, non ti guardo le mutande e soprattutto non temere, ci sono prede ben più interessanti di te. Me ne sto qui fermo e continuo a farmi gli affaracci miei, non ti vengo ad importunare, anche perché vorrei evitare una di quelle squallide scenette dove per sfinimento il partner o chi che sia si sente obbligato a venirmene a dire quattro e talvolta arrivare alle mani o peggio ancora, ai piedi.
A me basta stare qui, nel mio angolino fresco ed ombroso, spaparanzato sulla mia tela lucida a sgranocchiarmi qualche moscerino di tanto in tanto.

 
 
 

Memorie di me medesima sotto forma di lettera con parti censurate ad hoc.

Post n°366 pubblicato il 03 Luglio 2012 da ChiaraLed

Questa sera ho cambiato leggermente l'atmosfera. Ho messo l'abat-jour piccola sul pavimento, puntata dalla parte opposta alla mia ed ogni tanto la vedo sfarfallare come se la lampadina fosse avvitata male o stesse lasciando questo mondo poco a poco.
Come sottofondo ho optato per “night”, dove si sentono grilli e macchine passare di tanto in tanto. Ma forse non sono macchine bensì onde che si infrangono, non riesco a capire. Però riesco a capire che non mi sta conciliando, è troppo ripetitivo e monotono, sembrano sempre gli stessi due minuti messi in loop. Cambio. “Bonfire”.
Eccomi pronta. Tatuaggi, mi chiedevi.
L'otto, che tutti scambiano per un simbolo dell'infinito credendo di essere meno banali nell'interpretazione, risale ai miei sedici anni. Ricordo che andai a cercare un ago dentro la scatolina del cucito (una di quelle scatole di latta dei biscotti danesi, i “Danish butter cookies”, che da piccola leggevo come “Danish butter cocchish”), preso l'ago ci infilai un filo e lo arrotolai per bene inzuppandolo di china nera e iniziai a bucherellarmi il polso con molta serenità, senza nemmeno aver fatto il disegno sotto con una penna, seduta esattamente dove sono seduta ora. Vedevo il sangue uscire a piccole goccioline e mi compiacevo del fatto che di sicuro quei puntini vicinissimi l'uno all'altro che stavo facendo, andando così in profondità, sarebbero rimasti per un bel pezzo sulla mia pelle. Mentre lo facevo pensai all'idiozia di una mia compagna di classe che per farsi da sola un tatuaggio prese una siringa, la riempì di china e se la sparò dritta dritta sul polpaccio, morendo poco dopo per un embolo.
No, dai. Non tirò le cuoia come una povera stronza in questa maniera, però le rimase una macchia enorme di inchiostro bluastro/violaceo simile ad una grossa voglia e tuttora non so se ce l'abbia ancora o se le sia sparita con il tempo. Glielo auguro, anche se non la sopportavo.
Zoso invece risale a due anni fa, dicembre di due anni fa, per fare la pignola. Ricordo perfettamente il periodo perché non fu uno dei più felici. [...] Decisi di tatuarmi proprio quel simbolo perché i Led Zeppelin, anni prima, furono il gruppo che diede una svolta ai miei gusti musicali. Da estimatrice sempliciotta di gruppi inflazionati iniziai ad avere un gusto più raffinato, un amore vero e proprio per la musica e la conoscenza di essa. E iniziai proprio con Jimmy, Robert, John & John. Non ho fatto che ascoltarli per mesi e mesi, e tuttora continuo, anche se in maniera meno ossessiva. [...]
Altra cosa che ricordo di Zoso è che durante la sua creazione non mi fece minimamente male, sentivo l'ago punzecchiare ma era quasi piacevole, chiacchieravo mio cugino (il tatuatore) e ascoltavo Zappa in sottofondo. [...] I giorni seguenti invece avrei voluto staccarmi il braccio e riattaccarmelo una volta guarita la ferita. La notte di capodanno credo di essere andata una decina di volte al bagno ad impomatarmelo di Bepanthenol con la meticolosa cura con la quale Elvis e Brandon Walsh si impomatavano la banana. Mi addormentai persino sul divano sopraffatta dal bruciore, dal gonfiore e dallo spumante, mentre tutti gli altri ciarlavano allegri. [...]
Ho spento da un po' Bonfire perché nella mia testa continuo a canticchiare, nonostante lo strepitio delle fiamme, Catholic Girl (with a tiny little moustache!), ed ora sento l'estrema esigenza di ascoltarla.
Da piccola mi domandavo spessissimo come mai, nonostante riuscissi a riprodurre mentalmente con estrema precisione una canzone, avessi comunque il bisogno di ascoltarla dal cd per sentirmi davvero appagata. Non riuscivo davvero a capacitarmene, perché magari passavo ore a cantare nella mia testa, dall'inizio alla fine, senza pause e senza indugi e poi comunque non ero soddisfatta e dovevo ricorrere allo stereo. A volte me lo domando ancora adesso ma evidentemente è proprio una grandissima stronzata, e per smentirmi ora cerco Catholic Girl su youtube e me la godo ben benino.
Niente, sto pensandoci ancora e mi sto rendendo conto che è proprio una domanda del cazzo. Sarebbe un po' come chiedersi a cosa serva baciarsi quando lo si può immaginare alla perfezione. Sono una cretina. [...]
Nel frattempo mia mamma ha appena bussato alla porta causandomi un sobbalzo con tanto di fittina al cuore. Toc toc toc. Che cazzo mai vorrà? Non capisco perché non possa starmene chiusa in camera mia a svolgere attività del tutto innocue come scrivere un poemetto senza sentirmi ordinare di dormire. A ventiquattro anni. Anche se l'apice della follia venne toccato un anno e mezzo fa, durante una chattata notturna. La genitrice se ne accorse, erano le quattro e mezza circa, e mi venne a staccare il modem portandolo via con sé, assieme alle mie imprecazioni ed ai suoi cliché, quali “sei una drogata”, “da domani prendo provvedimenti” e stronzate del genere.
Ora fai un paio di calcoli e domandati perché io possa esser venuta su così tanto cretina. Chiusa parentesi. [...]
Di', anche tu non mi facevi una romanticona, vero? E invece. Non so perché dia alla gente l'impressione di essere una che schifa le cose sentimentali, mi piacciono le canzoni struggenti, i film d'amore non banali, i libri ben scritti, alle poesie ci devo far bocca però non escludo che possano piacermene. Pensa, una mia amica è rimasta sorpresa scoprendo che mi diverto a fare illustrazioni per l'infanzia. La sconvolgeva quel “per l'infanzia”, come se una come me non potesse avere sensibilità sufficiente per creare disegni per bambini.
“Eh, ma perché a fare queste cose ci si immagina una persona dolce”.

Come se io.
Uffa.

 
 
 

07:34

Post n°365 pubblicato il 01 Giugno 2012 da ChiaraLed

Cammino tranquilla lungo il marciapiede di un ponte stradale, le ringhiere sono basse e non faccio che guardare giù. Sono in compagnia e parlotto distratta; ciò che davvero rapisce la mia attenzione sono le auto che scorrono veloci, guardandole con gli occhi socchiusi mi sembrano delle scie di luce colorata senza forme precise e le trovo belle. Mi fermo e rimango affacciata, il paesaggio è strano e nonostante sia quasi del tutto buio riesco a vedere in maniera piuttosto nitida qualsiasi dettaglio, anche in lontananza. Possibile che non mi sia mai accorta di tutti questi particolari pur vivendo qui da anni? Fino a qualche tempo fa non c'era tutto quel verde scuro ad incorniciare la zona, tutti quegli alberi fitti fitti, l'orizzonte non era ostacolato da quelle collinette. Sono sicura, tutto ciò dev'essere apparso al massimo da due mesetti scarsi. Due mesetti scarsi a farla grande.
Mi sento spiazzata e proseguo la camminata fingendo di non sentirmi come un'estranea in un posto che mi dovrebbe essere estremamente familiare. Ed è lì che lo vedo, alto, altissimo, vestito di nero dalla testa ai piedi. I capelli sono corti, le sopracciglia aggrottate e nonostante non ci sia un solo raggio di sole indossa occhiali scuri per coprire un'espressione cattiva che si percepisce comunque dalle labbra sottili completamente serrate. Sento un vuoto allo stomaco come quando l'ascensore scende troppo velocemente, le mani sudano e ho l'impressione di non essere più in grado di reggere nemmeno il manico della borsa. Lui intercetta il mio sguardo ed è lì che mi sento spacciata. Mi ha vista e sa che io so.
“Ti prego, scappiamo” dico piagnucolando come una bambina. A quanto pare però sembro l'unica preoccupata, mi sento stupida e mi vergogno della mia paura. Lui inizia ad avanzare verso di noi, incalzando l'andatura ad ogni passo, digrigna i denti. Mi giro di scatto per tentare una fuga.

Sono sudatissima, distesa sul fianco destro e ho gli occhi spalancati. Davanti a me vedo solamente uno spiraglio di luce entrare dagli scuri della finestra, i pensieri continuano ad andare a quella bocca serrata. Ho paura e non mi rendo ancora ben conto di nulla. Fisso per un po' il pulviscolo immerso in quel piccolo fascio luminoso, sembra brillare.
E mi riaddormento.

 
 
 

La carica dei 140.

Post n°364 pubblicato il 22 Maggio 2012 da ChiaraLed

Da quando uso Twitter non so più esprimermi con frasi oltre i centoquaranta caratteri caratteri. Un attimo che li conto. 

1, 2, 3... 101. Ecco, appunto.

 
 
 

Little Red Chiara hit the road

Post n°363 pubblicato il 02 Maggio 2012 da ChiaraLed

E poi c'è quella strada, che ultimamente mi vede più spesso di quella di casa mia. Quella Via, con i suoi archi a tutto sesto e le sue case dai muri terra di Siena, quei portici ampi che ti permettono di girare tranquillamente anche se fuori sta diluviando, quei portici che mi hanno vista seduta sul portapacchi di una bicicletta verso un negozio di vestiti usati che stava per chiudere, con il sedere dolorante mentre gridavo a Silvia di andare piano. Mi hanno vista seduta sulla canna di una bicicletta andare verso la direzione opposta, con le mani strette sul manubrio, irrigidite dal freddo come due stoccafissi. 
Quella Via che mi ha vista ripararmi il viso dal sole con una mano quando non avevo gli occhiali; traballante su tacchi vertiginosi mentre cercavo di ostentare sicurezza, sbracata su converse dalla suola sfondata; accaldata a fine aprile ed infreddolita ad inizio gennaio, in canotta bianca o con il cappottino rosso. Quella strada che mi ha addirittura sentita cantare Zappa in maniera indegna dopo un paio di sambuche senza mosca e mi ha vista perdere lentamente la testa, da sobria. 
Non sono mai stata brava a scrivere lettere d'amore, ma nel mio piccolo (cit.) ci ho provato.  
Via San Vitale saprà anche vedere ed ascoltare, ma leggere non credo.

 
 
 
 

SHINYSTAT

 

CERCA IN QUESTO BLOG

  Trova
 
Citazioni nei Blog Amici: 27
 

ARCHIVIO MESSAGGI

 
 << Giugno 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
          1 2
3 4 5 6 7 8 9
10 11 12 13 14 15 16
17 18 19 20 21 22 23
24 25 26 27 28 29 30
 
 

ULTIME VISITE AL BLOG

ChiaraLedmaresogno67cassetta2liberamenteSciantosavaleriodifranconriellozvitaangSensoloIomirko83kcolucilubopoascaso1974easy_79L_IMBIANCHINO1865kya_68
 

AREA PERSONALE

 

FACEBOOK

 
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963