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Post n°35 pubblicato il 05 Marzo 2011 da medea2357
Tag: .....PERCHè GENNY?
http://www.facebook.com/home.php#!/home.php?sk=group_144449025617782&ap=1 Ho deciso di aprire questo gruppo per dare voce ad una parte dell'umanità sofferente e silente, i fantasmi di una società che si considera civile, persone che vivono ai margini della stessa e di cui nessuno parla, esistenze che vivono quotidianamente il dolore della propria patologia, la malattia mentale, nel chiuso delle proprie famiglie di origine oppure nell'alternarsi delle case di cura psichiatriche, si, esistono ancora queste cliniche, così come sono ancora praticati gli schock insulinici e gli elettrosciock....esseri umani che trascinano la loro esistenza nella generale indifferenza, unico supporto lo ricevono dalle famiglie di origine, a loro volta marginalizzate perchè la malattia mentale genera paura, diffidenza, sconcerto....gruppi familiari che scelgono la via della menzogna nella vana speranza di una vita sociale, il congiunto affetto da una patologia mentale è presentato come vittima di un esaurimento nervoso, così prende inizio una vita costruita tra verità e menzogne, nel chiuso del ceppo primordiale che s'interroga e si auto-accusa sulla patologia che crede di aver generato....unico deterrente sono le nuove camice da forza, gli psicofarmaci, che non curano i disturbi mentali ma li controllano, e qui si apre un altro capitolo della stessa, medicinali utilissimi ma nel contempo pericolosissimi, agiscono sul cervello, sull'ipofisi fino a generare, col trascorrere degli anni, delle modifiche sugli stessi....a volte portano alla morte......centinaia di famiglie vivono, costantemente, l'ansia, la paura, l'angoscia, la preoccupazione, lo sgomento, l'inadeguatezza, ecc....nell'affrontare giorno dopo giorno, ora dopo ora, minuto dopo minuto, secondo dopo secondo per anni ed anni tutto l'insieme emotivo ed economico che comporta la patologia mentale di un congiunto....grandissime difficoltà da sopperire con urgenza e nella quotidianità, cosa non comprensibile per chi vive la normalità, sia sotto il profilo dell'assistenza psicologica che quella economica.....la patologia mentale ha un costo elevatissimo sia per risorse fisiche che di tempo, sia per quelle economiche che concernano psicofarmaci e sedute psichiatriche, i medicinali passati dalle asl, generalmente, sono obsoleti, solo negli ultimi anni ci sono state delle aggiunte al prontuario della mutua....tutto questo è stato generato perchè la legge 180 del 13 maggio 1978 non è mai stata attuata, esiste sulla carta ma non nel servizio sanitario nazionale, i manicomi sono stati chiusi, vero, ed era giusto che questo avvenisse, erano veri e propri lagher di contenzione, e nessun familiare vorrebbe che fossero riaperti, ma le case-famiglie, gl'interventi di assistenza adeguati a questa patologia, così come enunciati dalla legge Basaglia, sul territorio non sono mai stati aperti....i motivi, a mio modesto avviso, sono nel giro di miliardi delle cliniche convenzionate, l'assistenza di un paziente per un giorno ha costi elevatissimi, cosa che lo stato ottempera con convenzioni private, mentre alle famiglie che assistono quotidianamente il congiunto rinunciando anche al lavoro, lo stato elargisce la modica somma dell'invalidità civile con accompagnamento, l'equivalente, più o meno, di tre o quattro giorno di ricovero in una clinica convenzionata, ed ovviamente senza alcun riconoscimento ai fini di riversibilità per il famigliare sacrificato alle cure del congiunto affetto da patologia mentale, dopo la sua morte....oltre il danno anche la beffa....uno stato assente, in poche parole uno stato criminale per inadempienze strutturali, assistenziali, economiche....uno stato che usa la vergogna che vivono le famiglie per la patologia del loro famigliare, e che quindi usa questo silenzio omertoso emozionale perchè sa che non sarà denunciato....ho aperto questo gruppo per far conoscere cos' è la malattia mentale, cosa e come vivono i nuclei familiari e gli stessi pazienti, con la speranza di un supporto di massa affinchè la legge 180 sia attuata. così come sia dato a chi ha assistito per una vita quello che gli spetta per diritto Questo gruppo lo dedico a mio fratello Genny, deceduto il 3 settembre 2006, dopo 28 anni di cure psichiatriche, era affetto da una psicosi depressiva...un pensiero va anche agli altri deceduti Tonino, Vittorio e tanti altri, tutti morti per gli effetti collaterali dei psicofarmaci, una vera ecatombe che si consuma nel silenzio generale....a mio fratello Genny vero eroe di un'esistenza di grandi sofferenze, un uomo, nonostante la sua patologia, di grande sensibilità, ricchezza d'animo e di grande intelligenza, nonchè persona coltissima e con la quale si poteva discutere di tutto, ovviamente nei periodi che stava meglio....il gruppo s'intitolerà - PERCHè GENNY - è la domanda che ci siamo posti quotidianamente io, la mia famiglia e lo stesso Genny....PERCHè?....e credo sia la stessa che si pongono tutte le persone che si sono trovate nella nostra stessa situazione... Genny sarà la voce ed il volto di tutti.....che almeno la sua morte abbia un senso :-)
Post n°34 pubblicato il 01 Gennaio 2011 da medea2357
Post n°33 pubblicato il 01 Settembre 2010 da medea2357
<!-- /* Style Definitions */ p.MsoNormal, li.MsoNormal, div.MsoNormal {mso-style-parent:""; margin:0cm; margin-bottom:.0001pt; mso-pagination:widow-orphan; font-size:12.0pt; font-family:"Times New Roman"; mso-fareast-font-family:"Times New Roman";} @page Section1 {size:595.3pt 841.9pt; margin:70.85pt 2.0cm 2.0cm 2.0cm; mso-header-margin:35.4pt; mso-footer-margin:35.4pt; mso-paper-source:0;} div.Section1 {page:Section1;} --> In questi giorni il mio sconcerto è notevolmente cresciuto con la visita, in italia, di Gheddafi, nell’ascolto dei vari telegiornali nazionali che documentavano quest’avvento, degli onori militari che l’attuale governo ha tributato ad un dittatore che vorrebbe colonizzare la nostra terra con la sua religione, quella musulmana, al dire di quest’uomo sulle nostre donne, sul poco rispetto riservate ad esse nella nostra cultura, sulla collocazione che dovrebbero avere nel sociale secondo i dettami del suo credo, il consiglio di sposare i maschi libici, in parole povere siamo tutte sgualdrine ed i nostri uomini tanti pecoroni…..a queste parole, 500 femmine, perché solo così le si può definire, donne è altra cosa, hanno venduto l’immagine della popolazione femminile italiana a 70.00 euro a testa, per prostrarsi al dire di un uomo che le relega a ruoli asserviti ai dettami del corano….in questo panorama osceno, costituito da tante cretine che si vendono per un minimo di notorietà, il nostro premier, copriva il ruolo di maestro di orchestra, vestiva i panni di uomo di mondo che comprendeva l’avanzare dei tempi, orgoglioso dei tributi italici ad un dittatore che per anni ha sovvenzionato il terrorismo islamico, ha prostituito l’animo e la mente italica sui valori culturali propri a quelli dei musulmani, il tutto in cambio di gas per il sud dell’italia ed ovviamente per gl’interessi dello stesso premier, e pagherà a caro prezzo, per accontentare la lega nord, il controllo delle coste libiche per arginare l’immigrazione clandestina, non importa se poi questi uomini, donne, bambini, illusisi di trovare un miglioramento economico nel loro peregrinare, troveranno vessazioni nelle carcere libiche e una morte orrenda nel loro deserto…..il mio disgusto è palese alla constatazione della prostituzione italica, così come lo sconcerto nell’osservare tiepide rimostranze all’oscenità orchestrata da Silvio Berlusconi , e l’orrore nello scoprire come il nostro popolo sia caduto in basso, pronto a vendere madri, mogli, figlie, religione e cultura per un po’ di gas.
Post n°32 pubblicato il 29 Giugno 2010 da medea2357
non esistono parole per quanto riportato dall'articolo di panorama, violentare una somala con una bomba per puro divertimento di alcuni ufficiali italiani, ci sono le foto pubblicate sul settimanale, un crimine commesso nel 1993 dalle così dette nostre forze di pace in somalia, quelli della folgore, sono letteralmente schifata per quanto accaduto, così come, credo e mi auguro, tutto il popolo femminile di qualsiasi schieramento politico, un atto di pura barbarie compiuto da personaggi che dovrebbero avere una funzione istituzionale e protettiva nei confronti di cittadini inermi, stiamo parlando di persone atte, proprio per le loro mansioni e formazione, al rispetto delle regole e del rigore morale, in virtù di ciò auspico una dura condanna da parte delle stesse forze armate, un processo la cui sentenza preveda l'ergastolo, una pena detentiva a vita senza più speranza di ritornare liberi, non i 29 anni così come previsti dal codice, la gravità dell'atto non ha eguali ed investe più reati ad associare a quello terribile di stupro collettivo, tra questi abuso di potere, offesa alla divisa che indossano, onta che offende e lede la dignità di ogni italiano, in quanto con la loro divisa ci rappresentano tutti.....mi vergogno di essere italiana.... " Violentata con una bomba. Io c' ero " " Stragi, pestaggi. Gli ufficiali davano l' esempio. E i tedeschi ci chiedevano in prestito le armi " . Su " Panorama " nuove foto choc e le testimonianze di due soldati italiani. " Gli ordini: nel dubbio, sparare su donne e bambini "pestaggi. Gli ufficiali davano l'esempio. E i tedeschi ci chiedevano in prestito le armi" Su "Panorama" nuove foto choc e le testimonianze di due soldati italiani. "Gli ordini: nel dubbio, sparare su donne e bambini" Dalla Somalia altro orrore. Orrore italiano: torture, violenze, abusi compiuti dalle truppe della missione Ibis. E come per le fotografie scattate dall'ex para' Michele Patruno, anche questo nuovo verminaio viene alla luce sulle pagine di Panorama, nel numero di oggi. Sono immagini scattate da due giovani impegnati in Somalia e hanno raccontato al settimanale i fatti colti dalle loro macchine fotografiche. Descrivono un clima di cameratismo perverso, in cui era diffuso il ricorso a forme di rappresaglia come quelle gia' illustrate da Patruno (sulle quali sono in corso indagini) e come quelle che ora vengono alla luce. Denuncia uno: "Quando gli ufficiali volevano divertirsi, tutta la banda gli andava dietro". E affiorano le responsabilita' dei tedeschi: alcuni avrebbero fatto fuoco sui somali benche' il loro mandato non consentisse di sparare. Lo stupro. Il primo episodio, corredato da quattro scatti, e' raccontato da un giovane para'. E' la fine di novembre 1993, lo scenario il posto di blocco Demonio, sulla strada tra Mogadiscio e Balad. Una sera due blindati con una decina di para' della Folgore si fermano al check point: i militari di guardia stanno vociando, raccolti intorno a una ragazza somala. I para' (il testimone e' con loro) scendono dai blindati: "Andiamo a divertirci anche noi". La ragazza era terrorizzata. Racconta il testimone, che ha chiesto di mantenere l'anonimato e viene indicato come "Stefano": "Abbiamo cominciato a dare pizzicotti e a toccare". Poi e' comparsa una bomba illuminante. La ragazza e' stata legata a un mezzo blindato e qualcuno "ha spalmato sulla bomba della marmellata. Per farla entrare meglio. Ed e' entrata. Esattamente...". La ragazza "urlava e si dimenava". Durante lo stupro i militari "ridevano. C'era tanto casino. Piu' che un gioco sessuale era un far qualcosa. Un sentirsi grandi. Era stare nel gruppo... Eravamo para', bersaglieri e carristi". Domanda dell'intervistatore: "Durante le sevizie ha fatto qualcosa? Ha partecipato ad altri fatti del genere?" Risposta: "Ho fotografato. Questo episodio". Domanda: "Ha partecipato o e' stato testimone di altri fatti del genere?". Risposta: "Si', ma non li ho fotografati. Poi erano di diverso genere, non su donne...". L'ex para' descrive cosi' quello che provo' durante lo stupro: "Dentro di me forse c'era un po' di rammarico per non poter fare niente. Il rammarico per non poterli fermare. Quando gli ufficiali volevano divertirsi, tutta la banda gli andava dietro. E quella sera e' stato cosi". "Stefano" racconta di non aver mai raccontato nulla di quello che accadde ai familiari e alla fidanzata ("non capirebbero"), di continuare a pensare "giorno e notte" a quello che accadde: "Sono ricordi che portero' sempre con me. Quelle sevizie come tante altre cose brutte, molto brutte". E mentre lo stupro veniva portato a termine "si pensava piu' che altro che quelli (i somali, ndr) uccidevano dei nostri compagni". E la bomba spalmata di marmellata "e' probabile" che sia stata una ritorsione. "Non si poteva stare in quell'ambiente senza essere esaltati... Dovevi seguire il gruppo... L'unico modo per essere sicuri di tornare a casa. Il guaio e' che poi, quando e' finita, ci pensi... Io non sono orgoglioso di me". Il massacro della jeep. Il secondo testimone rintracciato da Panorama, un palermitano ventitreenne, era di leva nel 78o reggimento fanteria Lupi di Toscana. "Avevo paura", ma ha deciso di parlare dopo aver letto l'intervista di Patruno e quando ha cominciato a temere che "si voleva insabbiare tutto, sostenendo che quelli" fossero soltanto "casi isolati". In Somalia tra agosto '93 e febbraio '94, Benedetto Bertini racconta diversi episodi. Di uno Panorama pubblica due immagini, dove si vedono somali morti. Scenario dell'episodio, un villaggio al confine con l'Etiopia. "Eravamo in colonna. Ricevemmo un messaggio radio: "Se sentite spari non allarmatevi, siamo noi che facciamo il tiro al bersaglio sui somali". Erano commilitoni che inseguivano una jeep". Bertini vide poi l'auto ribaltata, "4 o 5 somali morti e a poca distanza altri due, fatti proprio a pezzi: uno con il busto completamente girato, maciullati. I commilitoni ci dissero che avevano "calcato un po' troppo la mano". La jeep dei somali ("non erano armati") era stata centrata da una bomba da fucile. Con gli italiani c'erano i tedeschi, ma a sparare furono gli italiani. Perche' le foto? "Tutti avevano una macchina fotografica". L'addestramento. Dice Bertini: "I graduati ci dicevano che non dovevamo trattare i somali come esseri umani, non dovevamo dar loro da bere o da mangiare, non dovevamo avere pieta'. La consegna era: "Nel dubbio spara", anche se erano donne e bambini". Le violenze? Nascono dalle "condizioni ambientali", dallo "stress". "Cominci a cambiare, a sentirti un Rambo, a convincerti che la vita umana (quella dei somali) non ha valore". I pestaggi. Durante i rastrellamenti nelle abitazioni, se i somali protestavano "venivano picchiati e, se si trovavano armi, era il finimondo, a volte ci scappava il morto". Quando in una capanna fu trovata una doppietta che "non era un fucile da guerra", i militari italiani ne arrestarono i proprietari, un diciassettenne e un vecchio. Li portarono all'accampamento, vennero legati mani e piedi. Calci, pugni, sputi. "Rividi i somali dopo l'interrogatorio dei para' del Tuscania: il ragazzo era gonfio di botte, aveva costole e braccia rotte, non poteva camminare. Pure il vecchio aveva le braccia rotte". E ancora: "Un certo sottotenente Pucciarelli (ma non sono sicuro che sia il nome esatto)" fermo' un vecchio. Sto seminando, spiego'. Il sottotenente "gli sferro' un calcio nello stomaco che lo sollevo' da terra. Poi continuo' a colpirlo e lo lascio' in una pozza di sangue, massacrato". Bertini riferisce "di un incursore del Col Moschin che andava in giro armato di una mazza chiodata da lui costruita: la dava in testa ai somali... Seppi che fu rimpatriato". Con i tedeschi. All'inizio del '94 fu ucciso a Balad il tenente Luzzi. Ufficiali e soldati che lo conoscevano, a Jalalaxi, decisero di vendicarlo, "anche se i somali di Jalalaxi non c'entravano niente con la morte di Luzzi". Gli ufficiali dissero che "ci sarebbero stati "fuochi d'artificio" contro "quei bastardi di somali"... Via radio, per giustificarsi, dicevano di vedere somali armati, ma non era vero". All'attacco parteciparono anche i tedeschi. Che tuttavia, in base al loro mandato, non potevano sparare. "Avevano le munizioni controllate... Ci chiesero di usare le nostre armi". Vennero scagliate bombe a mano. Ci furono morti? "Chiaro". R. E.
Post n°31 pubblicato il 12 Maggio 2010 da medea2357
<!-- /* Style Definitions */ p.MsoNormal, li.MsoNormal, div.MsoNormal {mso-style-parent:""; margin:0cm; margin-bottom:.0001pt; mso-pagination:widow-orphan; font-size:12.0pt; font-family:"Times New Roman"; mso-fareast-font-family:"Times New Roman";} @page Section1 {size:595.3pt 841.9pt; margin:70.85pt 2.0cm 2.0cm 2.0cm; mso-header-margin:35.4pt; mso-footer-margin:35.4pt; mso-paper-source:0;} div.Section1 {page:Section1;} --> oggi ho ascoltato una cosa indecente in youtobe, i bastardi di forza nuova dire che le donne di sinistra si possono anche stuprare perchè abortiscono, ma quelle che mi fanno più ribrezzo sono le loro donne che condividono questo, fino a prova contraria il silenzio è assenso, queste femmine, perchè solo così le si può definire, atte solo a procreare ed a servire i loro maschi, perchè essere donne e uomini è altra cosa, è il connubio di mente, corpo e cuore, quello che questa gente non sa nemmeno cosa vuol dire.....a queste femminine dell'estrema destra vorrei dire che questa frase offende principalmente loro, perchè in questa è insita tutta la considerazione che i loro maschietti hanno di loro, perchè volente o nolente fanno parte del mondo femminile, hanno un utero e delle ovaie, ovviamente marcio per partorire esseri che vomitano certe cose....solo buone a fare figli per la lupa, come al tempo di mussolini......come le compiango, femmine che non conoscono la dignità di essere donne, che percorrono la loro vita asservite a ruoli predefiniti da altri, che le relegano ad un vissuto ed un vivere ai margini del sociale senza alcuna possibilità di accrescere la loro vera identità..... altre sono le motivazioni per cui molte donne scelgono o meno di abortire, queste sono nelle sensibilità soggettive, nelle motivazioni religiose od economiche, con ciò voglio dire che le scelte hanno sempre delle motivazioni e sono individuali, che si scelga di abortire o meno, sempre e solo, comunque, nel rispetto della donna a prescindere dai credo politici e religiosi.....le donne dell'estrema destra sono identiche alle integraliste musulmane, quelle che portano il burtha e si dichiarano contente e convinte di farlo, femmine asservite che non sanno quello che dicono.....in questo panorama cresce il mio sconcerto e mi rende consapevole che l'invito che feci, nei precedenti scritti, di una convergenza in una causa comune a tutto il mondo femminile, a prescindere dalle collocazioni politiche e religiose, di un condiviso cammino per la pari dignità, cade nel vuoto...
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Inviato da: medea2357
il 14/02/2011 alle 22:15
Inviato da: medea2357
il 14/02/2011 alle 22:12
Inviato da: duxmax3
il 26/10/2010 alle 13:20
Inviato da: birossi1958
il 25/10/2010 alle 13:27
Inviato da: medea2357
il 04/10/2010 alle 20:41