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Post N° 221

Post n°221 pubblicato il 20 Ottobre 2007 da mediareport

Si guadagnerà di più con le pubblicità che facendo pagare
gli accessi. Pochi gli esempi simili in Italia
IL “NEW YORK TIMES” RIVOLUZIONA IL WEB: GRATIS GIORNALE ED ARCHIVI ON LINE

Da qualche giorno il “New York Times”, ancora oggi il quotidiano più famoso ed influente del mondo (nonostante alcuni scivoloni capitati negli ultimi anni), ha preso una decisione che, indubbiamente, è epocale e lascerà il segno nel concetto stesso di disponibilità dei contenuti su Internet: ha reso gratuito l’accesso non solo all’edizione quotidiana, ma anche all’archivio di tutti i suoi articoli a partire dal 1986 e fino ad oggi. Continuano ad essere disponibili gratuitamente on line addirittura tutti gli articoli dal 1851 al 1923. Stranamente, invece, gli articoli dal 1924 al 1985 restano a pagamento.

Diverse considerazioni si impongono.

Innanzitutto bisogna rendere onore al “New York Times” per aver realizzato un’opera di digitalizzazione e trasferimento elettronico di un archivio cartaceo sterminato. Molte biblioteche, emeroteche ed istituzioni italiane (oltre, ovviamente, ai giornali) dovrebbero prendere esempio da uno sforzo simile: non credo sia solo l’indisponibilità finanziaria ad impedire casi analoghi da noi…

Ma, soprattutto, il prestigioso quotidiano americano reintroduce nel mondo del web una circostanza che apparteneva alle sue origini, ma che da molto tempo ormai era andata persa: la gratuità dei contenuti.

Nell’infanzia di Internet il concetto di libertà e di gratuità (“free”, come si dice) era un cavallo di battaglia. Era l’epoca d’oro nella quale era possibile leggere ancora “Repubblica” o il “Corriere della Sera” senza andare in edicola e senza spendere una Lira (a quei tempi ancora la moneta nazionale).

Poi, ad uno ad uno, quasi tutti i giornali sono diventati a pagamento anche on line. Oggi solo pochi quotidiani sono disponibili gratis in rete, anche se a partire da una certa ora del giorno (ad esempio il “Giornale”, il “Mattino”, il “Messaggero”). Qualcuno addirittura non prevede proprio la consultazione del quotidiano cartaceo su Internet, neanche a pagamento (è il caso, inspiegabile ed anacronistico, del “Sole 24 Ore”).

Che è successo a New York? Sono impazziti? No, ed è per questo che parlo di una nuova era per l’informazione in rete. Gli amministratori del “New York Times” si sono resi conto che, fatti i dovuti calcoli, analisi e proiezioni, probabilmente si guadagnerà di più a rendere visibile giornale ed archivio gratis con qualche banner pubblicitario (che non dà fastidio a nessuno, diciamoci la verità) piuttosto che facendoli pagare ed ottenendo, di fatto, la rinuncia di molti.

Ora c’è da sperare che altri giornali e riviste seguano l’esempio. E, soprattutto, che l’esempio sia seguito in Italia…

 
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