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Post N° 227


Sono subito cominciate le commemorazioni totalmente acriticheSI E’ SPENTO ENZO BIAGI, E GIA’ NE FANNOUN SANTINO
Stamattina, intorno alle ore 8.00, presso la clinica “Capitanio” di Milano, dove era ricoverato da alcuni giorni per seri problemi cardiaci, si è spento Enzo Biagi, figura storica del giornalismo italiano.***Pietà per la dimensione umana del personaggio e rispetto verso il doloroso mistero della morte, a cui tutti siamo destinati.Tuttavia, e a dispetto del profluvio di commemorazioni acritiche e di santificazioni mediatiche a cui stiamo già assistendo (peraltro preparate per tempo, come si fa in questi casi), è lecito nutrire molte riserve sull’opera del giornalista, quantomeno negli ultimi vent’anni.Innanzitutto, e si capisce già dalla risposta dei mezzi d’informazione, assistiamo ad un culto della personalità a cui un giornalista non dovrebbe mai essere destinato: ma capisco che questa è una battaglia persa, perché i giornalisti-star sono in congruo numero (anche se poi c’è la massa anonima di colleghi che tirano la carretta quotidianamente e per quattro soldi).Quantomeno negli ultimi anni Biagi ha firmato articoli ed interventi televisivi di una banalità sconcertante, in stile temino di scuola elementare scritto sul quaderno a quadretti; poi c’è quell’antiberlusconismo feroce che lo caratterizzò specialmente dopo il cosiddetto “editto bulgaro” che lo allontanò dalla Rai, e quindi non scevro dal sospetto di un odio dettato da lesa maestà personale; e che dire delle cifre spropositate guadagnate anche in Rai, e quindi frutto del canone pagato dai soliti fessi, circostanza che sminuisce il suo grido di dolore per i diritti traditi? Quando si viene comunque ricoperti d’oro il dolore si attenua… Eccome!Insomma, tante cadute di stile che ne offuscano la lunghissima carriera e che conferiscono l’aria della commemorazione di regime alle esternazioni ufficiali del momento.