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SCUSATE IL RITARDO... SONO STATO MALATO

Post n°7 pubblicato il 13 Agosto 2011 da ghcomunicazione
 
Foto di ghcomunicazione

SCUSATE IL RITARDO ...sono stato malato

Per un medico fare l'esperienza della malattia, credo sia molto "istruttivo", specie , se cerchi di far valere il meno possibile, la tua appartenenza al "fonendo club".

A proposito!, mi sono sempre chiesto, perchè negli anni settanta il fonendo si portava gelosamente nelle tasche del camice, oggi dopo i telefilms americani, girano tutti con l'oggetto al collo, a mo' di collana? Ho scritto portano, non per escludermi, a priori, ma ..sapete faccio il ginecologo... è un pò difficile portare degli speculum al collo!

Vi dicevo sono stato malato, tempo fa sono stato vittima di  un brutto incidente stradale e come conseguenza ho avuto un primo episodio di microembolia polmonare. Mi è stat prescritta una terapia, che ha ottenuto dei buoni risultati, tanto buoni che invece di fare il paziente mi sono sostituito al mio medico curante e ho sopseso la terapia.

Morale ho avuto un secondo episodio di microembolia polmonare. che grave errore ho commesso sulla mia pelle!

i malati sono malati, anche se sono medici!

prometto che non lo farò mai più. 

il vostro Balanzone

 
 
 

IL FATTO DEL GIORNO: LA GOGNA MEDIATICA X UN MEDICO

Post n°6 pubblicato il 11 Giugno 2011 da ghcomunicazione
 

RISPETTO SEMPRE!

IL FATTO:

Padre, a cui muore il figlio durante un intervento chirurgico, mette la foto del chirurgo su F.B., esponendo il professionista ad una ignobile gogna mediatica.

IL COMMENTO:

Il dolore per a perdita di un figlio, ritengo  sia la più terribile prova a cui un essere umano può essere sottoposto. Non penso possa  esistere dolore più terribile. Tutto il doore del mondo, non autorizza, nessuno ad erigersi a giudice di un comportamento di un altro, tanto non solo di condannarlo,  ma da esporlo ad una pubbica gogna. A maggior ragione se i presunto colpevole è un medico. E' TROPPO FACILE PUNTARE IL DITO!

Cosa crede quel padre, che fare il chirurgo, sia semplice, che è tutto dovuto! crede che quel chirurgo abbia dormito regolarmente in queste notti.Non voglio entrare nel merito del caso clinico. Esistono però, organi competenti a valutare,  idonei ad esprimenre giudizi che sarà un tribunale a valuatare. Il dolore esige rispetto, rispetto sostanziale quello vero, ma non può a sua volta mancarne ad altri. Chi ha fatto quel gesto, lo ha fatto spinto dal'emotività, ma SENZA NESSUNA COMPETENZA. Non lui che può giudicare se l'operato di un medico è stato giusto o sbagliato. Lui può , anzi Deve rivandicare che venga detta la VERITA'. MA DEVE ASPETTARE CHE ALTRI GIUNGANO A LA CONCLUSIIONE

Avere tra le mani la vita degli altri, è una responsabilità immensa, che ogni volta che incide il chirugo, si assume, sapendo di assumersela. dETTO QUESTO è BENE CHIARIRE CHE AL CHIRURGO NON SI PUò CHIEDERE L'INFALLIBILTA'.

Quello del chirurgo è uno strano lavoro, puoi salvare centinaia di persone,  ma rischi di finire in pasto al popolo della rete, o dei media.La realtà degi ospedali è ben diversa da quelli di serial televisivi. Noi medici operiamo, spesso, in condizioni indescrivibili, sottoposti a tensioni continue, per mancanze del sistema, che non dipendono da noi,  a cui noi cerchiamo di sopperire mettondoci la faccia e la professionalità. E' vero che episodi di presunta malasanità, sono presenti ogni giorno sui media, ma è anche vero, che quando nell80% si risovono in bolla di sapone , nessuno pubblica le smentite.

Se si vuole migliorare la qualità della Sanità in Italia, ci si deve impegnare al rispetto reciproco SEMPRE E COMUNQUE

 
 
 

LE DOTI DEL MEDICO

Post n°4 pubblicato il 30 Maggio 2011 da ghcomunicazione
 
Foto di ghcomunicazione

             QUALI SONO LE DOTI DEL MODERNO MEDICO ?

La medicina è cambiata, non è importante solo per curare le malattie, ma anche e sopratutto per prevenirle, è una medicina del "benessere"  fatta di stili di vita e di presidi terapeutici, il medico deve oltre a dimostrare di "sapere", saper ascoltare, e saper comunicare, che non è la semplice informazione. Detto così è semplice, ma i dati non sono confortanti. Riportiamo un Ansa del 24 maggio "La durata dei consulti, l'ascolto el'attenzione per la salute emotiva del paziente sono glielementi cruciali che aiutano il medico a stabilire un rapporto di fiducia e a diminuire il rischio di eventuali denunce. Lo ha spiegato Ignazio Marino, presidente della commissione d'Inchiesta sul Servizio Sanitario Nazionale, intervenendoquesta mattina al convegno "Il rischio clinico: da problema a opportunita'". Secondo uno studio del Journal of American Medical Association (Jama), infatti, ha aggiunto Marino, "i consulti medici che durano meno di quindici minuti suscitanodiffidenza nel paziente, mentre basterebbero solo tre minuti inpiu' per iniziare a costruire una positiva alleanzaterapeutica". E sempre per il Journal of American Medical Association, ha proseguito l'esponente del Pd, "72% dei medici interrompe la prima frase del paziente dopo 23 secondi, quando ai pazienti non interrotti bastavano solo 6 secondi in piu' per completare il concetto". In sostanza, e' la tesi di Marino, "unabuona comunicazione medico-paziente e' essenziale per provare a prevenire il rischio clinico".  I dati si riferiscono alla realtà americana,ma da noi ...è peggio!

Ma noi sono anni che lo diciamo: COMUNICARE FA BENE ALLA SALUTE

 

 
 
 

ATTENZIONE AI CIARLATANI!

Post n°3 pubblicato il 29 Maggio 2011 da ghcomunicazione
 

L’ABUSIVISMO SANITARIO COME FENOMENO COMUNICATIVO

                          

La trasformazione del sapere medico in arte liberale, cambia la organizzazione sociale della sanità, che di fatto diventa un nuovo mercato, dalle caratteristiche molto particolari. Le scuole di pensiero, che sono state le prime forme di divulgazione scientifica, si istituzionalizzano trasformandosi in Università, che hanno il compito di preparare i professionisti della salute, che si distribuiranno sul territorio per curare le genti. Questo passaggio è importante come momento di organizzazione sociale, ma viene contenuto negli effetti per le scarse innovazioni e /o scoperte nel campo medico. Con l’espansione del cristianesimo, tutte le scienze ebbero una inversione di tendenza, l’uomo tornò al soprannaturale, la paura della morte, le guerre, le epidemie, la situazione di instabilità politica oltre al già citato rigore della chiesa cattolica, erano le premesse per una situazione di “fermo” per la ricerca scientifica.

La medicina divenne essenzialmente monastica, frati medici al chiuso dei chiostri hanno avuto il merito di tramandare i classici e di approfondire le conoscenze di terapia medica studiando le composizioni di molte erbe e la loro applicazione.

Naturalmente era difficile trovare in queste condizioni forme di divulgazione elegante come quella di Galeno, molto più rozzamente prese a svilupparsi il fenomeno della pratica abusiva, che  in pratica è sempre esistito, ma che in questo periodo assume caratteri di assoluta novità rispetto al passato.

Ciarlatani di ogni tipo giravano nei paesi fungendo da aggiusta ossa e propinando miracolosi elisir.

La loro era una impresa spontanea sorta dal desiderio del lucro e dalla capacità intuitiva di cui disponevano.

Essi, infatti, avevano appreso metodiche, gesti, tecniche, attraverso la osservazione o la trasmissione orale, ed avevano sviluppato una farmacopea ricca di soluzioni: la portuaca per il suo effetto antipiretico, la radice di tasso come anti abortivo, l’oneto per i disturbi urinari, il mirto e la malva contro gli “sfoghi” e numerose altre piante da utilizzare come cataplasmi o per infusioni. Si erano, inoltre, impratichiti nella chirurgia minore quella, sporca, disdegnata dai cerusici, indispensabile pero’ nei centri rurali. Doti, queste affinate dal continuo e diretto contatto con il pubblico. Il loro successo, che sebbene trasformato nella forma, dura ancora oggi, è dovuto al fatto che essi per primi hanno reso simmetrica la comunicazione.

Per la gente umile, contadini, poveri sia per pagare la mercede al medico, sia per permettersi la cura e le diete che la medicina avrebbe prescritto loro, era più facile sentirsi capiti da un popolano, manovale dell’arte sanitaria,  che non da un ricco medico. Con i ciarlatani essi potevano parlare in dialetto, senza vergogna, ed in dialetto capire le risposte che gli venivano date, un’affinità che paradossalmente li tranquillizzava e che favorì lo sviluppo della cialtroneria.

Questi girovaghi dimostrarono la loro capacità intuitiva non solo nell’esercizio di una medicina verosimile, ma soprattutto commercialmente furono innovativi, poiché chi propugnava la cura si presentava a chi avrebbe dovuto richiederla. Anticipando la legge economica per cui è sempre l’offerta che stimola la domanda.

Loro invertendo così, la logica della domanda e della offerta, in sanità,  agiscono in maniera da anticipare la richiesta stimolando il consumo attraverso la loro presenza. Per fare questo avevano bisogno di “propagandare” le loro capacità e la loro terapia, per cui si facevano precedere dal banditore o dal loro servo che attirava l’attenzione dei passanti e dei popolani con numeri di attrazione varia. Tutto era gestito in maniera protoimprenditoriale.

Il ciarlatano raccoglieva in sé molte figure professionali moderne, era contemporaneamente: produttore, distributore e “rappresentante” del proprio prodotto. Il suo veicolo pubblicitario era il povero saltimbanco al quale era deputato il compito attenzione ed emozione per i villici chiamati a raccolta.

Si organizzavano per ciò vere e proprie esibizioni con giochi di prestigio e di abilità, gags, piccole rappresentazioni teatrali nelle quali venivano inserite le vendite del miracoloso prodotto. Lo spettacolo veniva adeguato agli usi ed alle tradizioni del posto visitato, facendo sempre attenzione a non adoperare giochi o trucchi che avrebbero potuto far ricadere sul cerusico la pesante accusa di eresia. Il carro/lavoro, ben dipinto ed opportunatamente sgargiante era il loro segno distintivo. Noah Gordon nel suo romanzo storico “Medicus,” ambientato intorno all’anno mille così descrive la propaganda effettuata dal suo personaggio:

“Solo il mio specifico universale… allunga la vita, rigenera i tessuti del vostro corpo. Riaccende gli occhi stanchi di allegria. Tramuta la malattia in salute, arresta la caduta dei capelli, fa rifiorire rende chiaro ciò che è offuscato ed affina le menti ottuse. Un eccellente cordiale ancor più stimolante del miglior tonico, un purgante ancor più delicato di un normale clistere. Lo specifico universale cura ogni cosa!”         

Una descrizione veramente efficace, quella dell’autore americano, ma non è, poi, così, semplice considerare il fenomeno dell’esercizio abusivo. Questo riportato  non è che l’aspetto più immediatamente apparente, quasi folkloristico, le radici del problema affondavano in situazioni sociali e nei limiti del sapere medico ufficiale. In pratica non vi era molta differenza tra le terapie che la pratica suggeriva e quelle che la medicina prescriveva, entrambe avevano risultati modesti. La medicina ufficiale era lontana dai paesi o dalle campagne dove era difficile trovare un addottorato che volesse esercitarvi la professione, considerando, tra l’altro che il guadagno era veramente ridotto all’obolo. Questi imbonitori, che giravano per fiere e tra i villaggi più sperduti erano capaci di dialogare con i contadini, usando il dialetto, od il volgare, facendo si che questi si sentissero accomunati, e, pertanto più sicuri..   

Approfittando di questo falso senso di sicurezza, costoro erano capaci di “vendere” i loro medicamenti. Le connessioni che questa pratica riuscì ad intessere con la realtà non saranno rimosse, e costantemente il fenomeno si ripresenterà in maniera rilevante, fino a giungere a noi testimoni delle esibizioni televisive di procaci e volgari signore o suadenti signori che propongono alghe dimagranti ed altri prodotti placebo. Così come ai tempi del romanzo di Gordon Noah i ciarlatani per primi hanno capito l’importanza dei media e per primi, come vedremo hanno sfruttato in maniera commerciale la stampa, la cartellonistica, e la televisione.

Per poter affermare la propria superiorità sociale e culturale la classe medica ha sempre dovuto cercare di distanziarsi dai praticoni.

Con l’avvento nella seconda metà del medio evo di nuove forme sociali, e con il diffondersi delle Università, la figura del medico riacquista prestigio, considerazioni e guadagni.

I mezzi di propaganda di sè adoperati furono principalmente la cura dell’abbigliamento, che lasciasse capire il gusto ed una possibilità economica tale da permettersi stoffe e sartorie pregiate  uno “status symbol”  segno di un successo nella professione, che doveva significare, bravura, capacità; l’altro mezzo di propaganda indiretto fu il lessico, che doveva essere rigorosamente in latino, ed attento ai neologismi che la conoscenza di nuove patologie richiedeva di formare

Nascono così le prime forme di comunicazione specifica sia verbale “il lessico”, sia non verbale, quello che oggi regna sovrana “l’immagine”, nasce l’esigenza di vestirsi in maniera non solo da distinguersi, ma anche da evocare il “sapere”

 

 

 

 
 
 

COMUNICARE FA BENE ALLA SALUTE

Post n°2 pubblicato il 25 Maggio 2011 da ghcomunicazione
 

La comunicazione medico paziente è un agire comunicativo doppiamente asimmetrico, per la sua particolare disposizione. Vi è asimmetria tra il paziente ed il medico, essendo costui portatore di un sapere specifico, ma altresì vi è asimmetria tra l’uomo medico e la macchina che deve fornirgli le informazioni utili per eseguire una esatta diagnosi.

Informazioni  che dovranno essere individuate, selezionate ed infine utilizzate nella maniera migliore. Per poter attribuire orientamento di senso a questa particolare forma di comunicazione mista a tre, è necessario che il risultato sia una simmetria comunicativa.

Mi spiego.  Per fare una analogia:

  quando l’analfabetismo era dilagante i destinatari di lettere erano nella maggior parte incapaci di leggere e scrivere, e per questo si  rivolgevano alle rare persone in grado di  farlo. A costoro veniva riconosciuta la “competenza” Capacità che si manifestava non solo nella lettura, ma nel trasferire lo spirito  di quello vi era scritto, facendo in modo che venisse così recepito dai destinatari che si sentivano appagati, e potevano a loro volta dettare una risposta pertinente.

L’autorevolezza perduta, la scarsa considerazione, la malasanità, sono fenomeni che riconoscono la loro etiologia, nella moderna incapacità comunicativa, nella superficialità con  cui questo passaggio viene, in genere,  considerato da una classe medica distratta ed affascinata dalla “tecné..

una buona comunicazione migliora i risultati terapeutici, riduce i costi e previene le eventuali vertenze medico legali

 

 

 
 
 
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