Alessandro Mahony

Una lezione di psicologia


Quando entro in aula guardo sempre i miei ragazzi e li chiamo tutti per nome. Non lo faccio per fare l'appello e segnarmi chi c'è e chi non c'è; lo faccio perchè li voglio guardare in faccia e vederli come persone.Sono orgoglioso di tutti questi ragazzi. Mi seguono (o perlomeno fanno finta...), si incuriosiscono, fanno domande e fanno critiche...ne hanno il diritto e il dovere.Studiano e lavorano. Stamattina uno di loro è venuto a lezione portando dei confetti rosa perchè gli è nata una figlia...Come posso non sentirmi commosso....Li accompagno in palestra per alcuni esercizi di rilassamento. Ridono, scherzano...ridiamo, scherziamo...mi prendono anche in giro....Ne prendo una e la uso come vittima sacrificale per la mia dimostrazione...Alla fine della lezione entra la mia collega (io la trovo attraente, ma che non glielo dica nessuno
) e mi chiede scusa per avermi interrotto....Le chiedo scusa io e finisco di indottrinare i fanciulli...Scrivo sul mio registro l'argomento della lezione, e nel frattempo uno di loro tira fuori la sua chitarra e gli chiedono di suonare...Lo guardo e penso che questi ragazzi, questi "miei" ragazzi, i ragazzi che ho il difficile ma bellissimo compito di educare, sono meravigliosi, che se avessi vent'anni in meno tirerei fuori anche io la mia chitarra, e invece sono lì a fare la parte del professore. E la cosa che spero di più è che pensino con la loro testa, che vadano al di là delle nozioni libresche che comunque dovranno imparare, e che dovranno imparare ad applicare; e spero che non si lascino mai condizionare dai falsi profeti, da quelli che ti devono dire a tutti i costi che loro hanno ragione e tu hai torto (perchè in realtà si sentono inferiori ed hanno paura)... Scusate se lo ripeto, ma secondo me tutti questi ragazzi sono meravigliosi.La mia collega rientra, adesso tocca a lei fare lezione.....