Mediterranean

Fao: 1,02 miliardo di persone soffre la fame, un sesto umanità


Oltre 100 mln in più rispetto al 2008 a causa di crisi economicaltre un miliardo di persone soffre la fame nel mondo, pari a un sesto dell'umanità. Si tratta di un livello record, denuncia oggi la Fao, causato dall'attuale crisi economica mondiale, che ha ridotto i redditi, aumentato la disoccupazione e ridotto l'accesso al cibo ai più poveri. Stando alle stime Fao, tale cifra supera di oltre 100 milioni il livello toccato lo scorso anno. Se non verranno adottate subito misure sostanziali e durature, sottolinea l'agenzia Onu, l'obiettivo di ridurre entro il 2015 il numero delle persone sottonutrite nel mondo non verrà raggiunto. "La pericolosa combinazione della recessione economica mondiale e dei persistenti alti prezzi dei beni alimentari in molti paesi ha portato circa 100 milioni di persone in più rispetto all'anno scorso oltre la soglia della denutrizione e della povertà croniche - denuncia il Direttore Generale della Fao Jacques Diouf - questa silenziosa crisi alimentare, che colpisce un sesto dell'intera popolazione mondiale, costituisce un serio rischio per la pace e la sicurezza nel mondo. Abbiamo urgentemente bisogno di creare un largo consenso riguardo al totale e rapido sradicamento della fame nel mondo e di intraprendere le azioni necessarie per ottenerlo. L'attuale situazione dell'insicurezza alimentare nel mondo non ci può lasciare indifferenti". Quasi l'intera popolazione sottonutrita vive nei Paesi in via di sviluppo: circa 642 milioni di persone in Asia e nel Pacifico; 265 milioni nell'Africa sub-sahariana; 53 milioni in America Latina e nei Caraibi; 42 milioni in Medio Oriente e Nord Africa; 15 milioni nei Paesi sviluppati. Ad affrontare i problemi legati alla recessione saranno soprattutto i poveri che vivono nelle città, sottolinea la Fao, ma anche le aree rurali non verrano risparmiate, con milioni di persone emigrate nelle città costrette a tornarenelle campagne, con conseguenti pressioni sulle condizioni dei poveri residenti in tali aree. "La maggioranza dei poveri e degli affamati nel mondo è costituita dai piccoli contadini dei Paesi in via di sviluppo - ha infatti sottolineato il Presidente del Fondo Internazionale per lo Sviluppo Agricolo (Ifad), Kanayo F. Nwanze - ciò nonostante, essi hanno il potenziale non solo per garantirsi la propria sussistenza, ma anche per accrescere la sicurezza alimentare e stimolare una più vasta crescita economica. Per rendere effettivo questo potenziale e ridurre il numero di persone vittime della fame nel mondo, i governi, assistiti dalla comunità internazionale, devono proteggere gli investimenti di base nel settore agricolo, in modo da garantire ai piccoli contadini l'accesso non solo a sementi e fertilizzanti, ma anche a tecnologie più adatte, infrastrutture, schemi di finanza rurale e mercati". In alcuni Paesi in via di sviluppo, la situazione è aggravata della riduzione delle rimesse degli emigrati nei loro paesi d'origine, già diminuite in maniera sostanziale nel corso dell'anno. Inoltre, diversamente dalle precedenti crisi, i paesi in via di sviluppo hanno minori possibilità di rispondere alle condizioni economiche negative, perchè la crisi sta colpendo praticamente ogni parte del mondo nello stesso momento. "Il rapido aumento della fame a livello mondiale continua ad alimentare un'enorme crisi umanitaria - ha sottolineato il Direttore Esecutivo del Programma alimentare mondiale (Pam), Josette Sheeran - la comunità internazionale si deve stringere assieme nell'obiettivo di garantire che vengano soddisfatti i bisogni più urgenti, mentre vengono elaborate soluzioni di più lungo termine".